Siccità, brevettato l’evaporimetro Made in Italy

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Saremo costretti sempre più a fare i conti con eventi estremi, dalle alluvioni alla siccità? Ebbene, ora dalla creatività italiana arriva uno strumento portatile e low cost per quantificare e monitorare l’evaporazione dei suoli e contrastare i danni della siccità. Un’urgenza se pensiamo che nei vigneti, dagli anni ’80 a oggi, il tasso di evaporazione è cresciuto di almeno il 20%.

Il dispositivo si chiama evaporimetro ed è stato sviluppato e brevettato dal professor Stefano Poni della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Cattolica, campus di Piacenza insieme ad Eugenio Magnanini (collaboratore esterno), si chiama EPIC e potrà essere applicato in differenti settori: dall’idrologia allo studio dei terreni, alla ricerca agro-forestale, dalla tecnica vivaistica ai bilanci idrici e all’irrigazione, fino al miglioramento genetico delle essenze erbacee.

Evaporimetro

Ebbene, come specificano dalla Cattolica, la Direzione generale per la tutela della proprietà industriale – Ufficio italiano brevetti e marche del Mimit ha rilasciato un brevetto per l’invenzione.

“In un’epoca di global warming – spiega il professore – la cosiddetta “evaporazione dal suolo” deve essere limitata e ottimizzata. In altri termini, occorre sapere quanta acqua disperde un metro quadrato di suolo a seconda che sia nudo, inerbito, cementificato, coperto con materiali organici etc”.

Che cos’è e come funziona

L’evaporimetro è una camera trasparente ventilata di tipo chiuso, con volume di 28 litri, con altezza (modulabile) di 56 cm e superficie di appoggio a terra di 491 cm 2 che, una volta infissa al suolo, consente entro 120 secondi, di determinare il tasso evapo-traspiratorio della superficie.

“Sono proprio i rapidi tempi di misura a consentire un adeguato numero di misurazioni – spiega Poni – data l’elevata portabilità e la maneggevolezza del sistema. La registrazione viene effettuata con un pulsante e i dati vengono stoccati su una scheda di memoria locale”. La determinazione dei tassi di perdita idrica da vari superfici è un elemento prioritario in ambito agro-forestale ed ecologico, “soprattutto quando occorre avere una stima del bilancio idrico di specifici ecosistemi”, aggiunge lo specialista, che che insieme al collega Eugenio Magnanini e con il contributo della dottoressa di ricerca del Diproves Caterina Capri, ha ideato, realizzato e validato l’evaporimetro.

Lo strumento, dicono dalla Cattolica, non ha equivalenti di tipo commerciale. “Quelli esistenti, infatti, si limitano a camere di piccole dimensioni da interfacciare con altre unità e sono molto costosi”, dice ancora Poni.

Sfruttando la sensoristica basata sull’Internet of Things (ioT), il costo dello strumento è irrisorio e non superiore ai 150 euro. Oltre al basso costo, i punti di forza dell’evaporimetro sono portabilità, maneggevolezza, rapidità e accuratezza delle misure, manutenzione facile ed economica e componentistica durevole. Un alleato contro i danni della siccità, ma anche per uso corretto dell’acqua per irrigazione, nell’ottica della sostenibilità economica e ambiantale.

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