Sanità, Lea e ricetta cartacea: cosa cambia con l’anno nuovo

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Nelle ultime settimane dell’anno sono arrivate alcune novità sul fronte sanità, tra Lea (livelli essenziali di assistenza) e ricette cartacee. Se ormai dobbiamo davvero prepararci a dire addio alle seconde, è arrivata una inattesa proroga al 1 aprile per le nuove tariffe della specialistica ambulatoriale. Ma vediamo meglio di che si tratta.

La nuova proroga

Dopo un’attesa lunga sei anni, lo scorso aprile era stata raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni sul Decreto tariffe, poi approvato in agosto. Un testo che prevede il rinnovo del Nomenclatore tariffario relativo alla specialistica ambulatoriale e all’assistenza protesica, introducendo prestazioni più avanzate e aprendo la strada all’effettiva e tanto attesa entrata in vigore su tutto il territorio dei Livelli essenziali di assistenza Lea) varati nel 2017 (e all’epoca definiti ‘nuovi Lea’).

L’applicazione di quanto previsto dal Decreto per le prestazioni di specialistica ambulatoriale slitterà però ad aprile, dopo il ‘disco verde’ del ministero della Salute alla richiesta in tal senso di Regioni e Province autonome. Un ennesimo rinvio che ha deluso le associazioni di pazienti, mostrando tutta la complessità delle operazioni di aggiornamento.

“Da 7 anni aspettavamo l’entrata in vigore dei Lea del 2017, anche per poterne sbloccare altri che nel frattempo sono stati individuati come necessari dallo stesso Comitato Lea ministeriale – ha commentatonei giorni scorsi Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva – Ma evidentemente l’urgenza della garanzia dei Lea è solo nostra: non sono bastati alle Regioni tutti questi anni per programmarne l’erogazione in modo prossimo e tempestivo né al ministero per farsi garante della loro effettiva disponibilità per tutti i cittadini”.

Il timore dell’associazione è che questo rinvio possa dare luogo a una serie infinita di ulteriori proroghe, con effetti inevitabili sulla salute dei cittadini. Tra le novità per la specialistica ambulatoriale rinviate ad aprile – ricorda Cittadinanzattiva – vi sono gli screening neonatali che permetterebbero a tutti i bambini del nostro Paese di essere curati nel modo migliore qualora se ne scoprisse una patologia grave, quelle per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia, le prestazioni indispensabili ad approfondimenti diagnostici strumentali di alta precisione nell’ambito della diagnostica per immagini e le più importanti prestazioni per la procreazione medicalmente assistita.

Addio (davvero) alla ricetta di carta

Se sul fronte Lea l’attesa si allunga, l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del provvedimento sulle semplificazioni segna un passo in avanti verso la fine della ricetta cartacea e alla validità di un anno delle ricette per i malati cronici. Il Disegno di legge delega dovrà essere approvato, ora, in Parlamento e reso attuativo da appositi decreti.

La dematerializzazione, ricorda Federfarma online, riguarderà tutti i tipi di ricette, sia quelle a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn) che quelle ‘bianche’, per i farmaci non rimborsabili dallo Stato. Inoltre, secondo quanto si legge nella bozza del provvedimento, “nella prescrizione di medicinali a carico del Ssn per la cura di patologie croniche, il medico può indicare nella ricetta dematerializzata ripetibile, sulla base del protocollo terapeutico individuale, la posologia e il numero di confezioni dispensabili nell’arco temporale massimo di dodici mesi”. Una novità che semplifica la vita dei malati cronici e valorizza il ruolo del farmacista nel monitoraggio dell’aderenza alla terapia.

Infatti al momento della dispensazione, il farmacista informa l’assistito sulle corrette modalità di assunzione dei farmaci prescritti e consegna un numero di confezioni sufficiente a coprire trenta giorni di terapia (sulla base della posologia indicata dal medico). Inoltre, qualora rilevi difficoltà nella corretta assunzione dei medicinali prescritti, il farmacista segnala le criticità al medico prescrittore.

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