Aggressioni a medici, infermieri e 118: l’anno inizia molto male

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Anno nuovo, stessa violenza ai danni di medici, infermieri e personale del 118. Operatori presi a pungni, calci o sassate mentre fanno il proprio lavoro. Nell’ultimo caso denunciato da Manuel Ruggiero di ‘Nessuno tocchi Ippocrate’ a scatenare l’aggressione sarebbe stato quello che potremmo definire un presunto danno d’immagine.

L’ambulanza davanti all’hotel

A farne le spese, la postazione 118 automedica Varcaturo: l’equipaggio era stato allertato per un codice rosso in via Domiziana a Varcaturo, in un famoso Hotel della zona, per tentato suicidio. Mentre il medico raccoglieva i dati anamnestici del paziente, il proprietario della struttura ha chiesto all’autista soccorritore di spostare l’automedica dall’ingresso perchè altrimenti avrebbe rovinato l’immagine dell’hotel.

“Da offese e minacce si è passati ai fatti – scrive Ruggiero in un post su FaceBook – l’albergatore incomincia a prendere a pugni al volto l’autista soccorritore mentre la moglie e la figlia offendevano verbalmente l’infermiera”.

L’equipaggio, su indicazione della centrale operativa, si è allontanato dalla scena considerata “non sicura”, mentre “albergatore e famiglia prendono a calci e pugni i mezzi di soccorso”. Risultato? L’autista finisce in pronto soccorso a farsi curare le ferite provocate dai pugni, mentre l’aggressione – la quinta del 2024 nel territorio della Asl Napoli 2 – è stata denunciata ai Carabinieri.

Non solo Napoli

Se Nessuno tocchi Ippocrate da anni censisce (e segnala) le violenze sul territorio napoletano, non possiamo non ricordare che all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia il 3 gennaio ad avere la peggio sono state due infermiere, una delle quali colpita con pugno in pieno volto.

Il 4 gennaio a Roma un’ambulanza del 118 è stata presa a sassate e sprangate in un campo nomadi. Il 5 gennaio a Soriano Calabro (Vibo Valentia) ad essere aggredita è stata una dottoressa della guardia medica, mentre gli operatori del 118 che erano intervenuti per soccorrerla sono stati picchiati.

Insomma, sembra un bollettino di guerra il resoconto delle aggressioni contro medici e infermieri in questo primo scorcio del 2024, come riflettono dalla Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), mentre il presidente Filippo Anelli torna a chiedere più sicurezza.

Aggressioni, più posti di polizia in ospedali e pronto soccorso

“Da tempo denunciamo questa escalation senza fine di violenza – sottolinea Anelli – In questa nostra battaglia, sentiamo profondamente vicini il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e tutto il Governo. Abbiamo apprezzato l’iniziativa di implementare i presidi di polizia negli ospedali, la campagna di sensibilizzazione messa in campo”. Ma per Anelli occorre anche innescare le basi per “una grande operazione culturale, che restituisca al medico, anche agli occhi dei cittadini, il suo ruolo e la sua dignità professionale”.

All’origine delle aggressioni

Siamo solo all’inizio del 2024. Stando a un’indagine dell’Inail in Italia sono circa 1.600 le aggressioni ogni anno nei confronti di medici e operatori sanitari, dagli ambulatori di psichiatria alle guardie notturne, per una media di poco più di 4 al giorno. Nel triennio 2019-2021 parliamo di un tutale di 4.821 episodi denunciati (forse la punta dell’iceberg).

Si tratta di un fenomeno complesso, multifattoriale, legato ad altre questioni. “In primis quella delle denunce ingiuste, che costituiscono una forma sottile e strisciante di violenza, perché possono distruggere, senza fondamento, la carriera e la vita di un professionista. Non solo: le notizie su presunti casi di malasanità, che si rivelano poi infondati, alimentano un clima di odio e di rabbia. Per questo – dice Anelli – sosteniamo il Governo nella sua opera volta a trovare una soluzione, e auspichiamo uno scudo penale per arrivare, come è nella maggioranza degli altri Paesi europei, alla depenalizzazione dell’atto medico”.

Il peso delle fake news

La violenza secondo il presidente della Fnomceo è figlia “delle false notizie: nel male, appunto, ma anche nel bene, in quella propaganda di scoperte e di cure, magari promettenti ma ancora a uno stadio inziale di ricerca, che portano a far credere la medicina invincibile e a far dimenticare i suoi limiti. Ed è alimentata dagli hate speech, i discorsi d’odio, che, soprattutto sui social, diffondono intolleranza. E che, in queste ultime ore, non hanno risparmiato nemmeno le vittime delle ultime violenze, con post disgustosi e dal contenuto inaccettabile, che – puntualizza Anelli – ci riserviamo di denunciare nelle sedi competenti”.

Le priorità

Quello che accade con fastidiosa regolarità, tanto da apparire ormai quasi normale, evidenzia la necessità di “una rivoluzione culturale, che restituisca agli operatori dignità professionale. Occorre più sicurezza, soprattutto nelle sedi di guardia medica e sulle ambulanze. Occorre formazione, insegnando le tecniche di de-escalation e di gestione dell’aggressività”, conclude Anelli.

Intanto l’Ordine di Monza Brianza ha attivato un corso di autodifesa, in collaborazione con la Polizia di Stato. Mentre Nessuno tocchi Ippocrate chiede alla Regione Campania e al Prefetto di Napoli “le famigerate “Dashcam” sui mezzi di soccorso, che devono necessariamente essere installate su tutti i mezzi della Regione e non solo su quelli della Asl Napoli 1 centro”. Nonché di mettere in atto il piano “Bodycam” (telecamere sulle divise), per identificare gli aggressori anche lontani dal mezzo di soccorso. Anche la tecnologia può essere un importante strumento per la sicurezza di medici, infermieri e operatori del 118.

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