Robot chirurgo, biolettronica per addestrare i medici

robot
Aboca banner articolo

Come passare rapidamente dalla realtà virtuale alla pratica con il robot chirurgo? Per specialisti che sempre più utilizzeranno dispositivi come i robot per effettuare interventi più o meno complessi, ottimizzare i tempi dell’apprendimento per giungere alla sala operatoria appare fondamentale. E ovviamente in tutti i laboratori del mondo si cercano modi e strategie per preparare prima possibile i giovani all’impegno professionale.

Magari anche attraverso “aiutini” che agiscono direttamente sul sistema nervoso, sotto forma di stimoli elettrici. Perché? Perché funziona. La bioelettronica applicata alla didattica e alla formazione potrebbe diventare davvero un sussidio per gli operatori sanitari, grazie all’utilizzo di una stimolazione elettrica nella parte posteriore del cranio.

Chi ha ricevuto questo stimolo nel percorso di apprendimento, ha imparato a gestire un robot chirurgico nella realtà virtuale e poi anche in una sala operatoria reale, in confronto a chi invece non ha avuto l’input continuativo nell’area del cervelletto, punto selezionato per il processo di stimolazione nervosa.

Insomma: chi riceve le giuste sollecitazioni, migliora le performances nel suo percorso formativo. A segnalare questa opportunità, che riporta in voga il valore della neurostimolazione mirata al processo di apprendimento, è una ricerca apparsa su Nature Scientific Reports, che ha visto protagonisti esperti di robotica, meccanica ed ovviamente medicina presso la Johns Hopkins University, come Jeremy D. Brown, Gabriela Cantarero e Guido Caccianiga, che opera ora presso il Max Planck Institute for Intelligent Systems.

La ricerca, in pratica, ripercorre le strade di apprendimento di un chirurgo addominale. Si parte dalla stimolazione virtuale, con i classici interventi laparoscopici che prevedono l’accesso agli organi e le possibilità di intervenire attraverso tre piccoli fori, per poi giungere alla prova pratica reale. Ogni operatore ha dovuto riprodurre quanto normalmente va eseguito per intervenire sugli organi intraddominali.

Attenzione però. La bioelettronica ha avuto un ruolo importante. Tutti gli “apprendisti” chirurghi (nessuno di loro aveva mai avuto istruzioni specifiche per interventi robot-assistiti o tradizionali) hanno ricevuto un sottile flusso elettrico attraverso il cuoio capelluto, per stimolare il cervelletto. Alcuni hanno “subito” questa stimolazione per tutta la durata della loro prova, altri invece solo inizialmente, per poi continuare ad operare senza questo “surrogato” di stimolo.

Risultato? Chi è stato continuamente sotto l’influsso dell’energia elettrica si è mediamente rivelato migliore in termini di destrezza e rapidità d’apprendimento. In particolare, pare proprio che la neurostimolazione possa rivelarsi d’ausilio quando vengono richieste manovre più complesse o comunque con specifica rapidità di reazione. 

Accelerare la formazione e favorire la disponibilità di nuove competenze per chi si avvicina alla chirurgia robotica, insomma, potrebbe essere uno dei nuovi traguardi della bioelettronica, che da tempo sta interessando la ricerca scientifica anche in chiave di meccanismi neurofisiologici potenzialmente influenzabili con strategie di questo tipo. E non solo per la formazione, in settori diversi da quello della sala operatoria, ma più in generale nel complesso mondo della robotica.

Ma non basta. Attraverso la stimolazione elettrica si può pensare ad esempio di intervenire sulle infezioni cutanee, stando ad uno studio di qualche anno fa condotto all’università di Harvard. O magari, si potrebbe migliorare il controllo della glicemia favorendo la sensibilità all’insulina. Come?   Agendo sul glomo carotideo, un pugno di cellule capace di recepire il livello di glucosio all’interno del vaso che porta il sangue al cervello, fino a determinare una reazione generalizzata. Gli studi, anche in questo caso, qualche tempo fa hanno offerto nell’animale risultati incoraggianti.

Sono solo esempi, nel mare magnum del percorso di conoscenza che la scienza sta faticosamente iniziando a navigare. Nella speranza di trovare sempre di più il target della neurostimolazione e gli approcci più efficaci per migliorare non solo i percorsi formativi, ma anche il benessere delle persone. 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.