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Influenza e raffreddore infinito, col gelo si rischia di più

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Potremmo aver archiviato troppo in fretta l‘influenza. Se ancora tanti italiani si ritrovano a fare i conti con i malanni di stagione e, soprattutto, un raffreddore che sembra non passare mai, l’ondata di gelo in arrivo sull’Italia rischia di provocare un colpo di coda dell’influenza. E questo anche perchè basta un calo di 5 gradi per dimezzare le difese delle cellule nasali, primo ostacolo all’ingresso dei virus nel nostro organismo.

A lanciare l’allarme freddo sono i geriatri, preoccupati per i più fragili, ovvero gli anziani. Ma anche per il fatto che la buona abitudine di concedersi un periodo di convalescenza dopo una brutta influenza sembra essere ormai un ricordo del passato. Tornare in attività troppo in fretta, però, può favorire le ricadute. Così non stupisce che, a incappare in queste problematiche, siano anche personaggi illustri.

Freddo in arrivo, i quattro rischi per la salute

Papa Francesco e il raffreddore che non se ne va

È il caso di Papa Bergoglio che, dopo una bronchite acuta a decembre, una settimana fa aveva saltato un discorso lamentando un po’ di bronchite. Un problema che si è ripresentato all’udienza della Delegazione della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (Fiuc): “Avrei da leggere un discorso lungo – si è scusato il Pontefice – ma ho il respiro un po’ affannato. Vedete, ancora questo raffreddore che non se ne va! Mi prendo la libertà di consegnare il testo a voi così che lo leggiate”.

Il freddo e le difese immunitarie

Il freddo, spiega Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e past presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), espone al rischio di un indebolimento delle difese immunitarie.

L’irruzione di aria artica attesa nelle prossime ore può influenzare la risposta immunitaria innescata dall’ingresso nel naso di batteri e virus. “Le vie aeree si proteggono grazie al rilascio nel muco di miliardi di minuscole sacche piene di fluido, chiamate vescicole extracellulari – spiega Landi – che circondano e attaccano gli intrusi prima che si addentrino nell’organismo. Tuttavia, è sufficiente una riduzione di 5 gradi della temperatura interna delle mucose nasali per dimezzare la prima linea delle difese immunitarie che vengono messe in atto nel naso”.

Cosa dice la ricerca

Uno studio recentemente pubblicato sul ‘Journal of Allergy and Clinical Immunology ‘dai ricercatori dell’Harvard Medical School e della Northeastern University mostra come l’abbassamento di 5 gradi della temperatura dei tessuti interni del naso, dipendente in larga misura della temperatura dell’aria esterna inalata, determini una risposta immunitaria attenuata, con una riduzione del 42% delle vescicole extracellulari secrete dalle cellule nasali, quando queste percepiscono la presenza di un agente patogeno.

Insomma, il freddo è amico dei virus, in particolare di quello dell’influenza. E il fatto che, secondo le previsioni, nel nostro Paese ci sarà un crollo di 10-15 gradi entro domenica non lascia ben sperare.

Chi rischia di più

Stando al geriatra le persone più esposte sono le fasce più anziane della popolazione, anche a causa del fatto che i livelli di copertura vaccinale contro l’influenza quest’anno sono rimasti lontani dai limiti minimi auspicabili. Gli esperti accendono i riflettori anche su quanti non hanno seguito una convalescenza adeguata, dedicando “il giusto tempo a recuperare le forze dopo il virus”, sottolinea Andrea Ungar, presidente Sigg e ordinario di Geriatria all’Università di Firenze.

“La fretta di rimettersi in pista – rileva lo specialista – può compromettere la guarigione, aumentando il rischio di ricadute”. E questo anche perchè “dopo l’influenza, l’apparato respiratorio è in condizioni di maggiore fragilità e, quindi, è più facile ammalarsi di nuovo”. O incappare in problemi come sinusite,  tosse e raffreddore. 

Proteggere il naso

“Per difendersi – raccomanda Landi – è ancora utile vaccinarsi ed è importante proteggere il naso, per cercare di mantenere una temperatura più elevata delle prime vie respiratorie, usando un abbigliamento adeguato, ad esempio sciarpe o mascherine nei soggetti più a rischio”.

Importanti anche una dieta sana ed equilibrata e una regolare attività fisica. E gli integratori? Vanno “sempre indicati dal proprio medico, che potrà suggerire il più giusto, nel giusto dosaggio, in base al proprio stato di salute – continua Landi, tra gli autori di una review sull’argomento, recentemente pubblicata sulla rivista Clinics in Geriatric Medicine – Può essere di grande aiuto assumere quotidianamente un mix di arginina e vitamina C: l’arginina è un aminoacido prodotto naturalmente dall’organismo, il quale stimola l’ossido nitrico, enzima chiave per una corretta funzione immunitaria e vascolare. La vitamina C, invece, grazie a una nanotecnologia che ne ottimizza l’assorbimento senza effetti collaterali, riduce lo stress ossidativo e migliora il rimodellamento vascolare”.

In ogni caso, resta fondamentale non accorciare troppo i tempi della convalescenza: fare di tutto per tornare il prima possibile in attività rischia di lasciare spazio a ricadute e sintomi fastidiosi e prolungati, come il raffreddore che non passa o la tosse stizzosa che affliggono in questo periodo tantissimi italiani.

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