Paura degli aghi addio, il Metaverso entra in ospedale

metaverso visori/Policlinico di bari
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Di fronte all’overdose di social può capitare di sviluppare una sorta di allergia. E di chiedersi a cosa servirà davvero il Metaverso. Una questione che non sembra aver intaccato la fiducia degli investitori, considerati i risultati portati a casa da Mark Zuckerberg  nell’ultimo trimestre del 2023. In realtà sul fronte della salute le potenzialità di questo spazio virtuale sono notevoli, dalla formazione degli specialisti alla telemedicina. E molti gruppi di ricerca sono impegnati su questo fronte.

A Bari, ad esempio, la scommessa è quella di testare le potenzialità del Metaverso e della realtà virtuale per ridurre il ricorso ai farmaci nei bambini che devono essere sottoposti a prelievi o piccoli interventi. Imbrigliando dolore e ansia. E riducendo il ricorso alla sedazione.

La sperimentazione all’Ospedale di Bari/Credits: Policlinico di Bari

Dimenticare di essere in ospedale

In questo caso l’idea dei ricercatori è quella di utilizzare le appassionanti e coinvolgenti avventure nel metaverso, dotati di visore di realtà virtuale, per aiutare i piccoli pazienti a dimenticare di essere in una sala operatoria. E la buona notizia è che i risultati della sperimentazione in corso all’ospedale Giovanni XXIII di Bari  sono incoraggianti, come spiegano i sanitari.

“Abbiamo verificato che questa modalità iuta i bambini a vincere la paura degli aghi, a gestire meglio l’ansia di un intervento – racconta Maria Luigia Lasorella, dirigente medico in anestesia e rianimazione al Giovanni XXIII – E ci permette anche di evitare o ridurre l’impiego di farmaci per sedare o addormentare i piccoli pazienti”.

Sono due, a Bari, le modalità disponibili per evitare la sedazione profonda necessaria durante interventi di accesso vascolare, che per i bambini possono risultare lunghi e dolorosi. Un programma che, attraverso esercizi guidati di respirazione, produce una sorta di ipnosi clinica e una modalità di gioco che distrae il bambino permettendo agli anestesisti di operare.

Qualche storia

I risultati sono stati talvolta superiori anche alle attese. “Abbiamo addormentato un bambino autistico che, quando si è svegliato nella sua stanza, voleva finire il gioco”, continua la dottoressa Lasorella. Mentre in un altro caso i medici sono riusciti “a ridurre di un terzo l’impiego di farmaci sedativi per condurre un piccolo intervento, evitando la sedazione profonda”.

Le sfide

Insomma, “stiamo riscontrando dei benefici in linea con quella che è la letteratura nell’uso della realtà virtuale in preparazione di un intervento chirurgico nei pazienti adulti. La distrazione nel paziente pediatrico – precisa la dottoressa – è d’ausilio nel ridurre l’ansia preoperatoria dell’intera famiglia, ma richiede personale dedicato e tempi di preparazione che spesso non abbiamo. La realtà virtuale utilizzando programmi di ipnosi clinica e videogiochi è uno strumento rapido che non richiede personale aggiuntivo e consente ai piccoli di scoprire che, distraendosi, dolori come quello dell’ago sono facilmente superabili giocando”. Insomma, grazie al metaverso l’ago può fare meno paura.

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