Farmacia: quella del cuore non si cambia

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Sarà che in pandemia la farmacia è stata l’unico presidio sanitario sul territorio accessibile davvero ai cittadini, ma il rapporto degli italiani con la ‘croce verde’ appare sempre più stretto. Così, mentre i servizi di prevenzione attiva e telemedicina si trovano ormai in oltre due farmacie su tre, più della metà degli italiani l’anno scorso ha scelto sempre lo stesso esercizio.

Un rapporto basato su presenza e ascolto che diventa particolarmente importante quando la salute fa cilecca. A leggere il VI Rapporto sulla Farmacia, presentato a Roma da Cittadinanzattiva e Federfarma, con il supporto non condizionato di Teva, sono diversi gli elementi che balzano all’occhio. A partire dalla fiducia nel consiglio del farmacista, anche in tema di farmaci equivalenti. Prodotti considerati (a ragione) più convenienti rispetto agli originator e utilizzati abitualmente da oltre un intervistato su tre, che però hanno ancora margini di miglioramento.

Insomma, le farmacie ormai “sono un punto di riferimento insostituibile” per i cittadini, come ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, “grazie al rapporto di fiducia con la popolazione, che si è progressivamente rafforzato soprattutto negli ultimi anni durante la pandemia. Le farmacie garantiscono un contributo attivo in tanti ambiti: penso al contrasto dell’antibiotico resistenza”, ma anche alla “medicina di genere”. Un ruolo “destinato a crescere con la Farmacia dei servizi: con il decreto Milleproroghe estendiamo la sperimentazione a tutto il 2024″, ha precisato Schillaci intervenendo alla presentazione del Rapporto.

L’indagine

Al lavoro hanno partecipato 1.500 farmacie e 4.000 cittadini (il 42,6% con almeno una patologia cronica), intervistati da luglio a settembre 2023. Tra la popolazione coinvolta prevalgono di gran lunga le donne (72,5%), mentre le fasce di età maggiormente rappresentate sono quella degli adulti dai 31 ai 50 anni e quella appena successiva (51/63 anni). Poco più di un terzo dei farmacisti interpellati (34,7%) ha indicato che la propria farmacia si trova in una zona rurale e l’80% di queste si colloca in un comune con meno di 3.000 abitanti.

Fiducia nel farmacista

Il lavoro di questi operatori incassa una netta promozione: se il 50,1% dei cittadini sceglie sempre la stessa farmacia, la fidelizzazione è ancora più solida (53,3% contro il 46,2%) tra le persone affette da una patologia cronica: solo nel 13,1% dei casi questi ultimi si affidano a una qualsiasi farmacia.

Gli equivalenti

Il 36,5% degli utenti delle farmacie dichiara di preferire “abitualmente” i farmaci equivalenti, specie se si soffre di una malattia cronica (43,4% rispetto al 31,4%). In generale l’84% delle persone interpellate ha dichiarato che negli ultimi 12 mesi ha utilizzato questi farmaci, percentuale che sale al 91,3% nei pazienti con patologie croniche.

Dalle prenotazioni alla telemedicina

Intanto l’offerta sta cambiando: pensiamo al monitoraggio dei parametri (misurazione della pressione: 97,7%; misurazione del peso: 83,2%); alla prenotazione di farmaci e altri prodotti da ritirare (88,5%); ai test/analisi di prima istanza quali l’esame della glicemia (81,6%), del colesterolo (78,4%), dei trigliceridi (73%); al Cup (77,4%) e alla telemedicina (65,5%).

Per quanto riguarda i cittadini, i servizi più gettonati sono la prenotazione di farmaci e altri prodotti da ritirare in farmacia (86,5%), il tampone Covid-19 (76,8%), il monitoraggio dei parametri (46,3%), il Cup (38,7%) e le preparazioni galeniche (34%). “Quest’anno – commenta il presidente di Federfarma nazionale Marco Cossolo – tra i servizi più apprezzati emerge la telemedicina, utile per superare le diseguaglianze di accesso ai servizi sul territorio e alleggerire il carico delle strutture pubbliche. La telemedicina è fondamentale anche ai fini della prevenzione, soprattutto in ambito cardiovascolare, ed implementa le attività di prevenzione e screening già svolte in farmacia”.

Antimicrobico resistenza

I farmacisti intervistati dimostrano un livello di consapevolezza abbastanza (63,8%) o molto buono (15,3%) sull’antibiotico resistenza. C’è comunque spazio anche per ulteriori sforzi formativi, specialmente tra coloro che si sentono poco (20,1%) o per nulla (0,7%) informati sul tema.

Per quanto riguarda i cittadini, più della metà (53,8%) dichiara di essere ben informato sull’argomento, il 13% ammette invece di non sapere cosa sia, mentre un ulteriore 33,1% riferisce di averne sentito parlare, ma di non conoscerne i dettagli, tantomeno le implicazioni.

Cuore di donna

Nell’occasione sono stati illustrati anche i risultati della campagna “Cuore di donna in farmacia”. Un’iniziativa pilota svolta dal 16 ottobre al 10 novembre 2023 in 111 farmacie di Lombardia, Marche e Sicilia. Ben 1.510 donne hanno svolto lo screening completo, sottoponendos a un elettrocardiogramma gratuito. Sulla base di 22 parametri presi in considerazione per 1 donna su 5 il rischio cardiovascolare è risultato alto (17,3%) o molto alto (3,6%).

Per Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, si tratta di risultati incoraggianti e molto significativi: “Da un lato, sul fronte della prevenzione delle malattie cardiovascolari, specialmente tra le donne che fino a qualche decennio fa si considerava fossero meno a rischio degli uomini, mentre oggi gli studi ci dicono che, soprattutto dopo la menopausa, aumenta l’incidenza di eventi cardiovascolari anche gravi purtroppo. Dall’altro sulla necessità di estendere, attraverso anche la rete delle farmacie, gli screening all’intera popolazione, per intercettare coloro che non sono pienamente consapevoli dei fattori di rischio connessi alle varie patologie”. Incontrandoli in farmacia.

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