Certificati malattia, semplificazione in vista

telemedicina

Se la pandemia ha cambiato l’approccio di italiani (e medici) alla telemedicina, alcuni lacci burocratici ostacolavano l’utilizzo pratico di questa nuova modalità, ad esempio in caso di accertamento della malattia. In pratica, televisita e certificati malattia erano incompatibili. Vanificando così anche l’ulteriore diffusione di questa metodica. Ora però le cose cambiano, o lo faranno presto, grazie a un provvedimento contenuto nel Ddl Semplificazioni, approvato ieri in Consiglio dei ministri. Ma di che si tratta, e come impatta sulle modalità per ottenere i certificati malattia?

La novità

Nel Ddl approvato su proposta del ministro Paolo Zangrillo, è contenuto un nuovo pacchetto di semplificazioni per facilitare la vita di cittadini e imprese in diversi settori. Nel caso delle certificazioni di malattia, l’articolo 20 consente la constatazione di dati clinici con “sistemi di telemedicina”. Per le modalità della nuova certificazione, il governo rinvia a un decreto attuativo da definire con accordo con le Regioni su proposta del ministero della Salute. Insomma, i certificati malattia potranno essere stilati anche dopo una valutazione indiretta del medico tramite telemedicina.

“Un provvedimento sostenuto e fortemente voluto da Fimmg che, nei vari incontri con il ministro della Salute Orazio Schillaci, nell’ultimo anno ha fornito proposte documentate proprio per arrivare a questo provvedimento”, commenta il segretario generale Federazione italiana medici di medicina generale  Silvestro Scotti.

La semplificazione

Con questo provvedimento si semplificano procedure che implicano un aggravio del carico di lavoro e sottraggono tempo di cura a una medicina generale sempre più oberata da pazienti cronici e anziani, rilevano dalla Fimmg. E sempre meno ricca di professionisti, diciamo noi.

Per Scotti si tratta di un primo tassello “per alleggerire i carichi di lavoro, troppo spesso più amministrativi che assistenziali, che oggi sottraggono troppo tempo alla cura dei nostri pazienti, che portano in burnout i medici e, non sottovalutabile in un momento di carenza, riducono l’attrattività della medicina di famiglia agli occhi dei giovani laureati”.

Insomma, per il numero uno di Fimmg il Governo “ha mostrato una spiccata sensibilità politica”. Ma non ci si può fermare qui. “Confidiamo in un percorso parlamentare rapido affinché il provvedimento possa concretamente incidere sull’attività dei medici e sulla vita dei nostri assistiti”.

E lungo è anche il percorso verso la sburocratizzazione della medicina generale. Per Fimmg sono almeno tre gli obiettivi sul fronte della digitalizzazione da raggiungere nel breve periodo: va realizzata un’interoperabilità e una forte cooperazione applicativa tra le tante, troppe, piattaforme informatiche nazionali, regionali e aziendali. I medici di medicina generale hanno poi bisogno di poter contare su credenziali di accesso uniche, ripetitività della prescrizione farmaceutica per i pazienti cronici stabilizzati. Infine, sempre per i pazienti cronici, occorre superare il sistema dei piani terapeutici per farmaci che ormai rientrano nelle terapie di prima scelta.

Perchè la semplificazione, per essere reale, deve essere applicata con coerenza. Ma la strada appare segnata. E le nuove tecnologie possono dare davvero un contributo importante.

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