Se il pharma è green, lo stabilimento Msd ad Haarlem (Olanda)

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Sembra una sfida parlare di farmaceutica green, ma nella terra dei tulipani – dove le pale eoliche hanno preso il posto dei vecchi mulini a vento – l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità non è una novità.

Colpisce oggi visitare uno stabilimento che – oltre a produrre farmaci e vaccini per 140 Paesi in tutto il mondo – ha puntato su un parco di 2.280 pannelli solari (generano 956mila KWh, ovvero il 7% della richiesta totale di energia del sito), sul riciclo dell’acqua piovana grazie a ceramiche permeabili (in materiale di riuso), e su un’oasi della biodiversità da 12mila metri quadri, che già ospita 15mila api.

L’oasi della biodiversità

I laboriosi insetti, che hanno trovato casa in due ‘api hotel’, sono affettuosamente chiamate ‘i nostri nuovi dipendenti’ dal personale dello stabilimento Msd di Haarlem, a pochi chilometri da Amsterdam. E non sembrano turbati dal passaggio silenzioso dei camioncini elettrici a guida autonoma che si spostano su percorsi dedicati in tutto l’impianto portando confezioni di medicinali.

Veicolo elettrico a guida autonoma/Courtesy Msd

Un approccio moderno e lungimirante – considerata la crisi dell’energia – in una struttura dalla storia antica: il colosso del farmaco globale Msd (noto come Merck & Co. in Usa e Canada), ha aperto il suo primo ufficio ad Amsterdam nel 1954, spostandosi due anni dopo nella cittadina dove oggi sorge l’hub produttivo in grado di confezionare e distribuire oltre 2.500 diversi farmaci e vaccini in tutto il pianeta (fra questi il vaccino contro l’Hpv e l’ivermectina contro cecità fluviale ed elefantiasi).

Una struttura che Fortune Italia ha potuto visitare nei giorni scorsi, e che nei sui 5mila metri quadri di magazzini refrigerati ospita tonnellate di medicinali e vaccini destinati a oltre 140 Paesi. Una sfida, se pensiamo che tutti vanno etichettati e confezionati nel rispetto degli standard richiesti dalle diverse autorità regolatorie.

Dei più di 5.000 dipendenti olandesi dell’azienda, 1.330 lavorano ad Haarlem. Si tratta di uno stabilimento green, ‘flessibile’ e resiliente, perché le linee di produzione possono essere rapidamente modificate per rispondere alle mutate esigenze di salute.

Msd Haarlem
Courtesy Msd

Proprio flessibilità e resilienza si sono rivelate fondamentali nel corso delle diverse crisi che l’azienda (e il mondo) hanno dovuto affrontare in questi anni. La fornitura di farmaci e vaccini è infatti un meccanismo complesso, considerato che gli ingredienti (principi attivi, ma anche carta per le etichette, vetro per le fiale etc). arrivano da tutto il mondo.

Una fase della produzione

A ripercorrere le sfide degli ultimi anni è stato Craig Kennedy, Global Head of Transformation and Supply Chain Management di Msd. “Covid-19 è ancora in corso, ma in questi anni la nostra supply chain ha dovuto affrontare una serie di crisi: nel 2017 Msd è stata vittima di un pesante cyber attacco: ogni pc del gruppo era morto. Poi nello stesso anno abbiamo avuto un uragano, seguito da un altro uragano nel 2018; nel 2020 c’è stata la pandemia e nel 2022 la guerra in Ucraina. Tutti eventi che hanno avuto profondi impatti, basti pensare che negli ultimi 2 anni la ricerca di ‘supply chain’ per pharma e vaccini è quintuplicata su Google”. Ebbene, per Kennedy ogni crisi è stata un’occasione per apprendere preziose lezioni.

Intanto, l’autarchia non è la soluzione ideale. “Le concentrazioni sembrano una cosa buona, ma presentano dei rischi: in caso di problemi può bloccarsi tutto. È importante piuttosto per la supply chain diversificare, poter contare su alternative valide”, ha spiegato lo l’esperto.

Kennedy si definisce un ottimista e ricorda come le crisi di questi anni abbiamo generato tanta innovazione: la distribuzione farmaceutica e la logistica “sono diventate digitali, le interazioni con i clienti hanno iniziato a sfruttare la blockchain e i pazienti in alcuni Paesi hanno potuto scannerizzare le confezioni, assicurandosi che i prodotti fossero originali”. Oltre a combattere la contraffazione, questi sistemi consentono di risalire all’origine del singolo blister di farmaci o fiala di vaccini.

La strategia di Kennedy è “imparare dalle crisi. Anche da quella energetica: il pharma deve diversificare – ha ripetuto più volte – Certo, occorre avere un’ottima conoscenza del mercato e ma anche puntare su collaborazioni e cooperazione, una lezione di Covid-19 che non dobbiamo dimenticare”.

L’importanza dell’inclusione

Nello stabilimento di Harlem le strisce pedonali di uno degli ingressi hanno i colori dell’arcobaleno. La diversità e l’inclusione sono fra le priorità di Msd, non solo sul lavoro. Si tratta di aspetti ormai fondamentali per la ricerca farmaceutica, come ha spiegato Laura Luchini, associate vice president, regional head for global Clinical trial operations in Europe, Middle East and Africa di Msd.

 

“Genere, ma anche età, etnia, fattori socio economici sono elementi fondamentali per dimostrare che l’efficacia di un farmaco o di un vaccino sia uniforme. Ci sono elementi biologici, ma anche ambientali e socio-economici che possono influire sui risultati di salute. E ormai sappiamo che dobbiamo tenerne conto negli studi clinici“, ha detto Luchini.

Quindi è importante disegnare i trial in modo intelligente, tenendo conto della variabilità della popolazione, ma anche dei vari sotto-gruppi di pazienti. “Nel caso dei vaccini, ad esempio, facciamo studi specifici anche sulle co-morbidità”, ha aggiunto Luchini.

Da Haarlem al mondo

Nello stabilimento olandese si produce un farmaco celebre, il Mectizan* (ivermectina): un medicinale in pasticche per contrastare l’oncocercosi o cecità fluviale, patologia endemica in molti paesi dell’Africa e dell’America latina, causata da un parassita che si trova nelle acque dolci e provoca cecità, sterilità e altre complicanze molto gravi.

Grazie al Mectizan Donation Program, attivo dal 1987, l’ivermectina – la cui scoperta è valsa a William Campbell il premio Nobel per la medicina nel 2015 – ha consentito di eliminare la malattia in ben 5 Paesi dove era endemica (ultimo in ordine cronologico, il Togo). Il farmaco viene distribuito a più di 100 milioni di persone l’anno e dal 1987 sono stati donati più di 4,4 mld di terapie. 

Sempre più green

Lo stabilimento di Haarlem è dotato di luci a Led con un sistema di controllo notturno, pompe di calore altamente efficienti e un sistema di isolamento che consenta una refrigerazione più sostenibile. Ma gli obiettivi sono ancor più ambiziosi, come hanno spiegato Joop Simonis, Director of Facilities and Engineering di Msd ad Harlem e Joost van Zutven, Plant Manager of Msd Biotech in Oss. Diventare carbon neutral e produrre il 100% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2025, riciclando il 75% dei rifiuti entro il 2030.

Difficile ma non impossibile, con l’aiuto dei dipendenti. In Olanda l’azienda ha infatti avviato il programma ‘Green by Choice’. “Cambiando piccole cose nelle nostre abitudini lavorative quotidiane, risparmiamo energia e acqua e trasformiamo i rifiuti in carburante. Proprio come facciamo a casa. Perché ogni miglioramento, grande o piccolo che sia, ha un impatto e genererà un effetto a catena”, ha detto van Zutven.

Il pharma può essere davvero green. E c’è da scommettere che anche le api ad Haarlem daranno il loro contributo.

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