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Fragilità ossea: le iniziative politiche

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L’ex senatore Antonio Tomassini è presidente dell’Associazione di iniziativa parlamentare per la salute e la prevenzione e ha coordinato la nascita dell’Intergruppo parlamentare sulle fratture da fragilità. È stato presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Ssn, presidente della Commissione sanità del Senato della Repubblica per il Pdl. A Fortune Italia, per il nostro speciale sulla fragilità ossea, racconta le iniziative sul fronte politico-sanitario per migliorare i percorsi diagnostici e assistenziali dei pazienti. Articolo di Attilia Burke apparso sul numero di Fortune Italia di giugno 2020.

 

Decisori politici, specialisti, farmacoeconomisti, pazienti, rappresentanti dei cittadini, tutti uniti in un’unica grande coalizione per sensibilizzare sul tema della fragilità ossea, intervenendo attivamente per migliorare gli standard di presa in carico dei pazienti e la gestione a livello centrale. Il nome della coalizione è Frame, e “il primo nucleo è stato fondato da senatori e parlamentari rappresentanti di diversi partiti, su iniziativa prima della senatrice Maria Rizzotti, medico e presente alla terza legislatura in Senato”, spiega l’ex senatore Antonio Tomassini. Quattro legislature in Parlamento e esperto di sanità del Forum Ambrosetti, “in una prima parte della mia vita ho fatto un po’ di tutto: da direttore di ostetricia ho fatto nascere 17mila bambini, di cui tremila con parti cesarei, poi ho preso la specialità in igiene pubblica, e sono diventato contemporaneamente direttore sanitario. Lì è nata la mia passione per la medicina pubblica”.

Tomassini, tra le altre cose, ha coordinato la nascita dell’Intergruppo parlamentare sulle fratture da fragilità. Oggi della coalizione Frame fanno parte 15 associazioni pazienti e 6 società scientifiche, oltre a Cittadinanzattiva. Perché la fragilità ossea “nella mentalità comune attiene soprattutto al mondo femminile. Ma in realtà, sotto la spinta di vari aspetti sociali, come la prospettiva di vita che si è allungata, investe gran parte della società, sia uomini che donne – sottolinea Tomassini – Per questo si è pensato di dare vita a una grande forza operativa che metta insieme diverse figure”.

Il gruppo politico iniziale “ha chiesto ospitalità all’Associazione parlamentare per il diritto alla salute e alla prevenzione che ho l’onore di presiedere. Esiste già da tre legislature, è aperta a parlamentari, ex parlamentari ed esperti, e si propone di trovare un cammino unitario sulle risposte alla sanità. Abbiamo anche altre formazioni e ben volentieri abbiamo domiciliato presso di noi la Frame”. Questo gruppo interparlamentare per la fragilità ossea “ha prodotto una mozione parlamentare; è già stato ascoltato in Aifa per ciò che concerne la facilitazione dell’accesso ai farmaci utili e necessari per la fragilità ossea; ha eseguito uno screening sulla fragilità ossea tra i membri del Parlamento ottenendo interessanti indicazioni in merito”, spiega Tomassini.

Dalla coalizione è stato stilato e presentato un primo documento nazionale di riferimento per la definizione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) dedicato alla gestione del paziente con frattura da fragilità. “Un manifesto che si propone di riconoscere e gestire le fratture da fragilità come una priorità di salute pubblica, definendo con accuratezza le caratteristiche di questa condizione. Uno strumento importante per diagnosticare la fragilità ossea in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, con meccanismi di sorveglianza e unità multidisciplinari dedicate, oltre linee guida di comportamento”, spiega il senatore.

Un percorso che, tuttavia, rischia di subire una battuta d’arresto a causa dell’emergenza Coronavirus. “Purtroppo questa emergenza, soprattutto nell’onda travolgente iniziale, ha indotto la necessità di rallentare tutte le iniziative avviate per le altre patologie – spiega Tomassini – Si sono create delle stand by list, richieste molto importanti, sulle quali bisognerà intervenire velocemente”. È anche vero che la sburocratizzazione imposta dall’emergenza ha portato a una notevole accelerazione di molti processi di approvazione da parte delle autorità regolatorie. “Dato il tentativo di superare tutti gli step tradizionali su aspetti urgenti, ad esempio il famoso test rapido per la diagnosi del Covid-19, altre realtà hanno cercato di cavalcare questa corsa alle approvazioni anche per altre esigenze. Qualche volta in maniera giustificata, come nel caso del Frame, qualche altra volta meno giustificata, e questo sta creando un po’ di confusione”.

Sicuramente, per Tomassini una importantissima lezione impartita dalla pandemia, ma valida in termini assoluti, è che “bisogna affidare molto di più alla prevenzione territoriale, alla sorveglianza territoriale, e quindi a quell’area che si colloca tra la casa del malato e l’ospedale per acuti, e che si è negli ultimi anni desertificata in molte parti di Italia. Bisogna tonare a puntare su quei presidi territoriali fondamentali per la diagnosi, per l’accesso alle cure, cuore della sorveglianza territoriale domiciliare. Mentre l’ospedale deve rimanere il riferimento per le emergenze. Se da un lato auspico l’accelerazione di certe procedure, dall’altro credo sia importante creare qualcosa di strutturale e non di effimero. La pandemia ha dimostrato che il territorio non si può lasciare sguarnito”.

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