Incinta dopo il vaccino Covid? I medici rassicurano

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Fare il vaccino contro Covid-19, magari perché si è un’operatrice sanitaria o un’insegnate, e poi scoprirsi incinta. E’ capitato e sta capitando a numerose italiane che, complici le notizie sui possibili effetti collaterali, i timori legati ai nuovi vaccini a mRna o agli stop a singhiozzo del vaccino AstraZeneca, rischiano di vivere questo momento di gioia tra stress e preoccupazioni.

“Ma si tratta di paure immotivate”, rassicura Enrico Ferrazzi, direttore Ostetrica Policlinico di Milano-Clinica Mangiagalli, ‘culla’ del capoluogo lombardo. Qui nel 2020 medici e ostetriche hanno contato 5.370 parti per 5.526 bebè, un +2% rispetto all’anno precedente. In controtendenza rispetto al calo di nascite registrate nella Regione, e nel Paese.

“Il vaccino in gravidanza non comporta complicanze per il feto né per la donna. E anzi esistono già i primissimi report di neonati che nascono già con gli anticorpi, e dunque protetti” contro Covid-19, aggiunge il ginecologo. E’ il caso, ad esempio, delle piccole Anna e Valentina a Padova, raccontato qualche tempo fa.

“Se si rimane incinta nel periodo in cui si è state vaccinate, questo non rappresenta un problema. E anzi stiamo cercando di elaborare come percorso nascita Covid della Regione Lombardia il tentativo di inserire una raccomandazione per le gravide, affinché vengano vaccinate nella misura in cui esistono delle comorbidità” o fragilità. Ovvero: donne “in età avanzata, obese, ipertese, diabetiche o con problematiche di salute”.

In che trimestre verrebbe raccomandata la vaccinazione anti-Covid? “Di regola, come concetto aspecifico, nel secondo-terzo trimestre, ma non c’è nessun problema se la vaccinazione viene fatta subito prima o dopo il concepimento”, magari perché non se ne è ancora consapevoli. “Inoltre – sottolinea Ferrazzi – non si sono riscontrati effetti avversi di alcun genere per le donne in gravidanza. Al contrario, è noto l’effetto positivo della trasmissione di anticorpi al feto”.

Un parere condiviso dal genetista Giuseppe Novelli, dell’Università di Roma Tor Vergata. “Ci sono già i dati che arrivano da studi retrospettivi di donne incinte vaccinate, che dovrebbero rassicurare le donne in gravidanza”, ribadisce Novelli.

In particolare, uno studio mostra che i vaccini generano una risposta immunitaria “robusta” in queste donne, e che gli anticorpi protettivi contro il virus vengono trasferiti ai neonati.

Novelli cita, in particolare, un lavoro sui vaccini a mRna, come Pfizer e Moderna. Non solo si genera un’immunità “robusta” nelle donne in gravidanza e in allattamento, con immunogenicità e reattogenicità simili a quelle osservate nelle donne non gravide.

Nessun particolare effetto collaterale, dunque, mentre è stato visto che il trasferimento degli anticorpi ai neonati avviene attraverso la placenta e il latte materno, secondo i dati pubblicati sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology, relativi a 131 donne (84 in gravidanza, 31 in allattamento e 16 non in gravidanza). Insomma, dalla scienza e dalla medicina arrivano risposte tranquillizzanti per le future mamme.

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