Osteopata, via libera (con polemiche) alla professione

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Quella dell‘osteopata diventa – non senza qualche polemica – una professione sanitaria. È arrivato infatti il via libera in Consiglio dei ministri dell’istituzione della professione sanitaria dell’osteopata.

“Si completa, con il Cdm di oggi, il percorso del Governo per istituire la professione sanitaria dell’osteopata. È un momento importante per tanti professionisti e per quei cittadini che hanno bisogno delle loro prestazioni”, scrive sul Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza.

Se non sono pochi gli italiani che si affidano all’osteopatia per risolvere i propri disturbi, la dichiarazione del ministro si è però attirata sui social – oltre al loro plauso, numerose critiche. Il nodo è quello della formazione di questi operatori, e della valenza scientifica della pratica.

“L’osteopatia – ci dice Salvo Di Grazia, medico e divulgatore scientifico che sul sito ‘MedBunker – Le scomode verità’ smonta le fake news in campo medico e sanitario – si basa su idee mai dimostrate, nate nel l’Ottocento, concetti magici come l’autoguarigione, o il malposizionamento delle ossa che creerebbe impedimento al flusso sanguigno. Invenzioni. Purtroppo si tratta dell’ennesima falsa cura, che ha il solo scopo di attirare persone che non trovano risposte nella medicina (che non può e non potrà mai curare tutto)”.

“La lobby degli osteopati insiste da anni per un riconoscimento e finalmente ci è riuscita. Il punto è che usano una pseudo cura senza basi scientifiche e, ancora più grave, moltissimi osteopati non sono medici né hanno una formazione medica. Hanno frequentato corsi privati di pochi mesi, addirittura a distanza e senza nessun controllo. In pratica, gente che il giorno prima faceva il ragioniere e il giorno dopo ha iniziato a curare le persone. Penso sia molto grave”, afferma Di Grazia.

Di tutt’altro tenore il commento di Davide Gariglio, deputato Pd. “Finalmente anche l’Italia istituisce l’osteopatia come professione sanitaria. Si tratta di un provvedimento che nel nostro Paese riguarda oltre 12 mila professionisti, atteso da anni, e che la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha individuato da tempo come terapia manuale efficace per la diagnosi e il trattamento”.

In ogni caso, il percorso che ha portato alla decisione di oggi non è stato breve. Si tratta di un’iniziativa che ha avuto origine nel 2018, e che recepisce l’accordo tra il Governo, le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sull’istituzione della professione sanitaria dell’osteopata, sancito il 5 novembre 2020 e rettificato in Stato-Regioni il 23 novembre 2020.

L’accordo descrive l’individuazione della figura e del profilo dell’osteopata, gli ambiti di attività e competenza e il contesto operativo. In particolare, si definisce “il campo di intervento del professionista abilitato, si descrivono le attività di valutazione e le modalità operative del trattamento, si individuano le strutture ove si svolge l’attività professionale”, spiega il Cdm in una nota.

Si rimandano a un successivo accordo in Conferenza Stato-Regioni “la determinazione dei criteri di valutazione dell’esperienza professionale, nonché i criteri per il riconoscimento dell’equipollenza dei titoli pregressi alla istituenda laurea in osteopatia”.

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