Green pass, no di Draghi al rinvio. Ma apre sul costo dei tamponi

Un no e un “vedremo”. Sono le risposte che si sono sentiti dare dal premier i leader sindacali ricevuti a palazzo Chigi alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per tutti i lavoratori. Una misura di cui Cgil, Cisl e Uil hanno provato a chiedere il rinvio almeno fino a fine ottobre trovandosi di fronte il netto rifiuto di Mario Draghi. “Il governo ritiene che sia uno strumento indispensabile”, spiega il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

Più possibilista, invece, il presidente del Consiglio è stato su un ulteriore riduzione del prezzo dei tamponi. “Abbiamo colto l’occasione per segnalare al governo” che “è il momento di andare su una strada che introduca un abbassamento molto forte del costo del tampone e che si potenzi il credito d’imposta sulle spese di sanificazione per affrontare questa questione”, dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. E Draghi, racconta ancora Bombardieri, “ha risposto che ne parleranno in Cdm e vericherannno cosa succederà nelle prossime ore”.

Confindustria resta ferma sulle proprie posizioni. Noi ci atteniamo alle disposizioni di legge per cui il costo dei tamponi è a carico di coloro che lo devono fare e non a carico delle aziende. Non è questa la strada”, dice il presidente Carlo Bonomi dopo aver incontrato il segretario del Pd, Enrico Letta. “Siamo preoccupati perché c’è qualcuno che soffia sul fuoco. Credo che in questo momento bisogna avere tutti una grande responsabilità collettiva, smorzare i toni”.

 

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