Salute mentale, Serenis contro l’altra pandemia

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“Prima del Coronavirus, le situazioni di disagio psicologico strutturato riguardavano circa 17 milioni di italiani; nell’ultimo anno la richiesta di supporto psicologico in Italia è cresciuta del 40%, ed è solo la punta dell’iceberg”. A dirlo è Silvia Wang, imprenditrice milanese, fondatrice di Prontopro e, ora, anche della nuova startup Serenis.

Covid e salute mentale: i dati

Una nuova avventura imprenditoriale, che nasce però da un’esigenza in primo luogo umana: aiutare chi ha bisogno di supporto psicologico. Gli effetti della pandemia sulla salute mentale sono stati tanti devastanti quanto silenziosi. Secondo una ricerca pubblicata su Lancet, nel 2020 nel mondo ci sono stati 53 milioni di casi in più di disturbo depressivo maggiore e 76 milioni di casi in più di ansia, pari ad un aumento rispettivamente del 28 e del 26 per cento rispetto agli anni precedenti.

L’ordine degli psicologi, in effetti, aveva già dato l’allarme. Lo scorso 11 maggio, Armando Cozzuto, presidente dell’ordine della Campania aveva detto chiaramente: “Il servizio sanitario nazionale si prepari agli effetti psicologici derivanti dalla pandemia, sintomatologie come ansia e depressione finora contenute dal contesto emergenziale stesso ma pronte a manifestare i loro effetti a lungo termine”. Soprattutto – ricordava – per le fasce sensibili della popolazione, come bambini, adolescenti, anziani, persone con disabilità.

Corpore sano in mens sana, grazie anche al digitale

Per questo motivo Serenis offre, attraverso un portale, supporto psicologico e la possibilità di poter fare sedute di psicoterapia in videochiamata. Centrali due fattori: l’approccio scientifico e paziente-centrico, basando quindi la scelta del terapeuta e della terapia sulle specifiche esigenze dell’utente, grazie alla somministrazione di un apposito questionario preliminare. E la professionalità, ricercata e attentamente monitorata. Per selezionare solo psicoterapeuti qualificati, la startup collabora con un ente indipendente a cui affida il processo di selezione – a numero chiuso – dei propri professionisti. La stessa Wang si avvale di un Medical Advisory Board composto da membri esterni e indipendenti che supportano il team, a garanzia della qualità dei processi.

Alla base di questo progetto, la convinzione che la cura della mente non è ancillare rispetto a quella del corpo. Al contrario, spesso la salute mentale è in grado di influenzare la salute fisica e di avere un impatto sul benessere del singolo ma anche della collettività. Questa convinzione ha mosso Wang e, con lei, numerosi altri imprenditori che hanno voluto affiancarla e sostenerla in qualità di business angels in un round pre-seed. Tra questi, spiccano i quattro fondatori di Bending Spoons, Alessandro Petazzi di Musement, Vito Lomele di Jobrapido, Matteo Lai di Empatica, uno dei founder di LaFarmacia., Guglielmo Notarbartolo di Villarosa di Anya Capital, Paolo de Nadai di WeRoad e ScuolaZoo, Veronica Diquattro di Dazn.

Grazie al ricorso al digitale, che snellisce le procedure per attivare e portare avanti un percorso terapeutico, il progetto di Wang sembra quindi fornire una prima, interessante, risposta alla necessità di ampliare le possibilità e le modalità di accesso alle cure, indispensabile per combattere una delle tante facce della pandemia.

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