Covid, viaggi in GB e controlli (che non ci sono)

Covid GB
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Mentre la quarta ondata in Italia ha fatto segnare 9.709 nuovi contagi Covid e altri 46 morti, e l’Austria si richiude fino al 12 dicembre, resta un grande punto interrogativo: quello relativo a viaggi e controlli. 

Gli aeroporti sono infatti tornati a popolarsi, e nel caso della Gran Bretagna i voli segnano il tutto esaurito. Ebbene, se per chi si reca Oltremanica i controlli anti-Covid ci sono, lo stesso non può dirsi per chi arriva. Ma vediamo cosa prevedono le regole: chi si reca in GB ed è vaccinato o guarito da Covid-19, deve compilare il Passenger Locator Form prima della partenza e acquistare online il day-2 test, un tampone anti-Covid (attualmente va bene anche quello rapido), da eseguire il secondo giorno di soggiorno. Senza la prova dell’acquisto, non si parte.

Ebbene, al momento della partenza il vettore controlla oltre al passaporto, il Passenger Locator Form e il Green pass (e questo nonostante sul primo documento siano riportate anche le date della vaccinazione). Le regole per i non vaccinati sono un po’ diverse e prevedono anche un tampone pre-partenza. Il green pass – possiamo testimoniarlo – viene controllato più volte, in effetti, in aeroporto. E se c’è qualche irregolarità o manca qualche documento, semplicemente si resta a terra. 

Attenzione, però: anche per l’arrivo in Italia dall’estero le regole sono chiare. Occorre ancora una volta compilare il Passenger Locator Form – Modulo di localizzazione digitale – prima dell’ingresso in Italia. Il modulo sostituisce l’autodichiarazione resa al vettore e può essere presentato indifferentemente in modalità digitale o cartacea.

Occorre inoltre sottoporsi a tampone molecolare o antigenico effettuato, nel caso di ingressi da Gran Bretagna e Irlanda del Nord, entro le 48 ore antecedenti all’ingresso in Italia, con esito negativo. Infine occorre “presentare contestualmente al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli la Certificazione verde Covid-19, o certificato equivalente, che attesti il completamento del ciclo vaccinale”, come si legge sul sito del ministero della Salute.

Ebbene, nulla di particolarmente diverso. Ma i controlli questa volta, come possiamo testimoniare, sono stati del tutto assenti. Il vettore nel viaggio verso l’Italia si è limitato al passaporto. Al momento dell’ingresso ai gate nessuno ha degnato di uno sguardo green pass e locator form, e lo stesso è accaduto all’arrivo in Italia. Unica eccezione: il controllo della temperatura, effettuato prima dell’uscita dall’aeroporto.

Insomma, l’impressione è che il filtro anti-Covid funzioni a senso unico: solo per chi arriva in Gran Bretagna. Un Paese che ieri ha contato 40.004 nuovi casi di Covid-19 e 61 morti e dove tutto ha riaperto, non si rispetta il distanziamento e la mascherina è stata messa da parte dalla maggioranza della popolazione. Il virus, però, si sposta con le persone (ormai l’abbiamo imparato). Forse un po’ più di attenzione all’ingresso potrebbe essere utile, considerata la stagione e i numeri della pandemia.

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