Covid cresce ancora in Italia, cambi di colore in vista

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Covid-19 cresce ancora in Italia. Aumentano nuovi casi (+22,4%), ricoveri (+16,3%), terapie intensive (+13,6%) e decessi (+12%), ma se confrontiamo i dati con quelli dello scorso autunno vediamo chiaramente l’effetto dei vaccini. Nonostante ciò, i dati lasciano prevedere entro Natale un cambio di colore per diverse Regioni italiane.

A  metterlo in luce è l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, che sottolinea i due ingredienti chiave della ‘ricetta’ per salvare il Natale: “Massima prudenza nei comportamenti individuali e mantenere alto il ritmo delle vaccinazioni”.

Ma vediamo i dati del monitoraggio: nella settimana 1-7 dicembre 2021, rispetto alla precedente, si rileva un aumento di nuovi casi (105.771 vs 86.412)  e decessi (558 vs 498).

Crescono anche i casi attualmente positivi (240.894 vs 194.270), le persone in isolamento domiciliare (234.040 vs 188.360), i ricoveri con sintomi (6.078 vs 5.227) e le terapie intensive (776 vs 683) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 558 (+12%), di cui 17 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: +93 (+13,6%)
Ricoverati con sintomi: +851 (+16,3%)
Isolamento domiciliare: +45.680 (+24,3%)
Nuovi casi: 105.771 (+22,4%)
Casi attualmente positivi: +46.624 (+24%)

“Da 7 settimane – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni più che sestuplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 15.110 il 7 dicembre”. Il netto aumento della circolazione virale è documentato dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 19,6%), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 8%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,54%).

In tutte le Regioni tranne Molise e Valle D’Aosta si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi Covid: dall’1,8% delle Marche al 50,3% dell’Umbria. In 52 Province l’incidenza è pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (694), Bolzano (651), Treviso (467), Padova (405), Vicenza (391), Venezia (390), Rimini (379), Gorizia (377), Imperia (367), Pordenone (365), Forlì-Cesena (356), Ravenna (299), Aosta (276), Belluno (276), Rovigo (273), Verbano-Cusio-Ossola (267), Ferrara (253), Savona (244), Bologna (244), Udine (244), Ascoli Piceno (239), Verona (235), Trento (233), Viterbo (226), Varese (224), Teramo (216), Roma (200), Ancona (197), Mantova (197), Monza e Brianza (197), Fermo (190), Modena (185), Genova (182), Reggio di Calabria (177), Asti (176), Torino (176), Milano (175), Massa Carrara (175), Brescia 175), La Spezia (174), Cuneo (174), Napoli (168), Grosseto (165), Como (164), Biella (164), Pesaro e Urbino 163), Messina (162), Cremona (160), Novara (155), Caltanissetta (154), Pistoia (152), e Reggio nell’Emilia (151).

Aumentano anche i decessi: 558 negli ultimi 7 giorni (di cui 17 riferiti a periodi precedenti), con una media di 80 al giorno rispetto ai 71 della settimana precedente.

“Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe – si rileva un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +16,3% in area medica e +13,6% in terapia intensiva“.

A livello nazionale, al 7 dicembre il tasso di occupazione è del 10% in area medica e del 9% in area critica, con notevoli differenze regionali: le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (16% area medica e 11% area critica), Friuli-Venezia Giulia (24% area medica e 16% area critica) e Provincia Autonoma di Bolzano (20% area medica e 17% area critica). Inoltre, per l’area medica si colloca sopra soglia la Valle D’Aosta (20%), mentre per l’area critica superano la soglia Lazio (11%), Liguria (12%), Marche (12%), Provincia Autonoma di Trento (13%) e Veneto (12%).


Nonostante l’aumento della pressione sugli ospedali però, nelle ultime settimane si è progressivamente ridotta la percentuale dei pazienti Covid ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi. In particolare, per l’area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 3,47% del 7 novembre al 2,50% del 6 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,47% del 21 ottobre allo 0,33% del 6 dicembre. Ma cosa vuol dire?

“Rispetto allo scorso autunno – spiega Cartabellotta – la percentuale di pazienti che necessita di ricovero ospedaliero sul totale dei positivi si è dimezzata grazie alla protezione del ciclo vaccinale primario nei confronti delle forme severe di malattia. Inoltre, a fronte di un numero di tamponi pressoché costante, è verosimile che la riduzione della percentuale dei pazienti ospedalizzati nelle ultime settimane sia correlata al progressivo incremento delle terze dosi somministrate, che riportano l’efficacia a valori più elevati”.

“Rallenta – puntualizza Marco Mosti, direttore Operativo della Fondazione  – l’incremento degli ingressi giornalieri Covid in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni cresce da 56 ingressi/die della settimana precedente a 59″.

Le prossime settimane saranno decisive. “Per il periodo delle imminenti festività natalizie – evidenzia Cartabellotta – se da un lato è impossibile fare previsioni affidabili, dall’altro esistono alcune ragionevoli certezze. Innanzitutto, con il trend attuale di crescita dei nuovi casi – anche se l’impatto sugli ospedali è “ammortizzato” dai vaccini – nelle prossime 4 settimane diverse Regioni cambieranno colore”.

“In secondo luogo, per contenere la circolazione del virus e, soprattutto, la pressione sugli ospedali, è cruciale convincere gli indecisi a vaccinarsi e accelerare con i richiami. Infine, le aumentate occasioni di contatti sociali durante le feste impongono massima cautela nei comportamenti individuali: utilizzare la mascherina negli ambienti chiusi, possibilmente FFP2 se affollati, rispettare il distanziamento sociale e ventilare frequentemente i locali, anche a casa in occasione di riunioni con parenti e amici”, conclude.

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