Covid arretra in Italia, Rt e ricoveri in calo

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Covid-19 continua ad arretrare in Italia, anche se il virus fa ancora quasi 50mila contagi al giorno. Nelle ultime 24 ore sono stati 49.040 i nuovi casi, con 252 morti. La ‘fotografia’ che arriva dal consueto monitoraggio del venerdì lascia, comunque, ben sperare. Anche in vista della fine dello stato d’emergenza.

Intanto si apre il dibattito sullo smart working: molte aziende puntano a mantenerlo anche dopo il 31 marzo, e c’è da scommettere che tanti lavoratori faticheranno a rinunciarvi. Ma al di là delle varie politiche aziendali, dal 1 aprile nel privato tutto andrà concordato caso per caso.

Intanto sul fronte Covid continua la discesa dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 552 ogni 100.000 abitanti (18/02/2022 -24/02/2022) contro 672 ogni 100.000 abitanti nella settimana precedente. In calo anche  l’indice di contagiosità: nel periodo 2-15 febbraio l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,73 (range 0,68 – 0,82), in diminuzione rispetto allo 0,77 della settimana precedente e ancora al di sotto della soglia epidemica. Stessa cosa per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero: Rt=0,76 (0,74-0,78) al 15 febbraio contro Rt=0,79 (0,78-0,81) una settimana prima.

Si allenta ancora la pressione sugli ospedali italiani: il tasso di occupazione in terapia intensiva è all’8,4% (rilevazione giornaliera al 24 febbraio) contro il 10,4% (rilevazione al 17 febbraio). Nelle aree mediche a livello nazionale siamo al 18,5% di pazienti Covid (rilevazione giornaliera al 24 febbraio) contro il 22,2% al 17 febbraio.

Se l’ultimo report Fiaso ha segnalato il forte calo dei ricoveri pediatrici, in generale la situazione nel Paese sembra normalizzarsi. Ma ancora non è sotto controllo. A livello territoriale, secondo il monitoraggio della Cabina di regia, una Regione è a rischio alto, due a rischio moderato e le altre figurano a rischio basso. Ma a preoccupare gli esperti è il ritmo della discesa dei casi Covid, come si legge nell’ultimo report dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (Altems).

Il tasso di riduzione dell’incidenza dei nuovi contagi è infatti in calo di settimana in settimana: il numero di nuovi casi per 100.000 abitanti era di 894 persone ogni 100.000 nella settimana tra il 2 e l’8 febbraio, è sceso a 604 ogni 100.000 nella settimana tra il 9 e il 15 e a 488 per 100.000 nella settimana tra il 16 e il 22 di febbraio, con un ritmo che si è più che dimezzato. La tendenza è comunque variabile nelle diverse zone del Paese.

Quanto al territorio, le Regioni meno a rischio – secondo Altems – sono Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia, sulla base di un indice che tiene conto di cinque fattori impattanti l’andamento dell’epidemia (la proporzione dei nuovi positivi tra i testati, l’incidenza dei contagi, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità e la proporzione di popolazione non vaccinata), mentre nelle Marche il rallentamento dell’epidemia è più lento.

“I dati mostrano un calo dell’incidenza continuo nel tempo da settimane, ma è il ritmo di questo calo che sta rallentando. Questo è il segnale che la lotta contro Covid-19 non è ancora terminata e il percorso è lungo – commenta Americo Cicchetti, direttore Altems – I dati di prevalenza parlano chiaro: il virus è ancora molto diffuso con oltre 1,2 milioni di persone a oggi positive, e picchi nella prevalenza superiori ai 5000 malati ogni 100.000 abitanti in Abruzzo e Sicilia. E le Regioni meno a rischio sono nel Nord-Ovest dell’Italia”.

Mentre si stanno allentando tutta una serie di misure, a partire da quelle per il turismo e per gli spettacoli, l’orientamento del governo resta comunque improntato alla prudenza, tanto che ancora è presto per dire addio alle mascherine al chiuso. Sembra avviarsi verso la fine, invece, la stagione delle Ffp2 nelle scuole. Mentre pare guadagnare strada l’ipotesi di ridurre progressivamente le occasioni in cui è richiesto il super green pass.

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