Covid in Italia, la curva non sale più ma crescono i ricoveri

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Il virus di Covid-19 corre ancora in Italia, con 500 mila nuovi casi nell’ultima settimana, 
ma la buona notizia è che lacurva non sale più. Nel frattempo, però, sono aumentati i ricoveri (+8,6%) e terapie intensive (+7%). L’ultimo report della Fondazione Gimbe, diffuso alla vigilia della fine dello stato di emergenza, segnala un’elevata circolazione virale, a fronte di una fase di ‘stanca’ della campagna vaccinale.

Il ‘cambio della guardia’ con il commissario Figliuolo sostituito dal generale Tommaso Petroni, e l’addio del Comitato tecnico scientifico (Cts), non sanciscono la fine della pandemia. Intanto sono ben 6,94 milioni i non vaccinati, di cui 2,51 milioni di guariti da Covid e protetti solo temporaneamente e 4,43 milioni attualmente vaccinabili. Il tasso di copertura terze dosi è all’83,2%, ma sono proprio i vaccini a fare la differenza quanto agli effetti delle ondate che si susseguiranno come quelle provocate da un sasso nello stagno. Ecco perché, fra le raccomandazioni della Fondazione Gimbe per la gestione di questa fase di Covid-19, c’è il via libera alla quarta dose per gli over 80.

Ma vediamo in dettaglio le variazioni rispetto alla settimana precedente:
Decessi: 953 (+3,1%), di cui 64 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: +32 (+7%)
Ricoverati con sintomi: +771 (+8,6%)
Isolamento domiciliare: +65.468 (+5,5%)
Nuovi casi: 504.487 (+0,3%)
Casi attualmente positivi: +66.271 (+5,5%)


“Dopo due settimane di netto incremento – segnala Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – i nuovi casi settimanali sembrano essersi stabilizzati intorno a quota 500 mila, con un incremento dello 0,3% e una media mobile a 7 giorni che rimane ferma intorno ai 72 mila casi. Tuttavia in questo momento è difficile fare previsioni, sia per l’eterogenea situazione a livello regionale, sia perché nelle grandi Regioni del Nord, dove risiede oltre un terzo della popolazione italiana, non si vedono al momento segnali di consistente circolazione virale”.

Infatti, nella settimana 23-29 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 10 Regioni e un decremento in 11: dal +17,8% della Provincia Autonoma di Trento al -16% dell’Umbria

Si registra un lieve aumento del numero dei tamponi totali (+3,2%), mentre la media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari è stabile al 13,4%, e quella degli antigenici rapidi si riduce dal 16,2% al 15,7%.

Sul fronte degli ospedali, Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari di Gimbe segnala “un’inversione di tendenza nei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva (+7%), e prosegue l’incremento dei ricoveri in area medica (+8,6%)”. In particolare, in area critica dal minimo di 447 il 24 marzo i posti letto occupati sono risaliti a 487 il 29 marzo; in area medica, invece, sono risaliti a quota 9.740 il 29 marzo. Al 29 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15% in area medica e del 5% in area critica, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. 13 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che arriva a toccare quota 34,1%; Calabria e Sardegna superano la soglia del 10% in terapia intensiva.

Come sottolinea Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione GIMBE, è stabile il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni si attesta infatti a 45 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente”.

Dopo sei settimane consecutive si arresta purtroppo anche il calo dei decessi: 953 negli ultimi 7 giorni (di cui 64 riferiti a periodi precedenti), con una media di 136 al giorno rispetto ai 132 della settimana precedente.

Quanto ai vaccini, al 30 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 58.545 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 7,4% con nette differenze regionali: dallo 0,7% del Molise al 34,5% del Piemonte. “Ad un mese dal via libera per le persone immunodepresse che necessitano di una quarta dose per completare il loro ciclo vaccinale – commenta Cartabellotta – l’esigua copertura raggiunta e le differenze regionali sono del tutto ingiustificabili, tenendo conto che si tratta di una platea ben definita, composta di persone note alle Asl di appartenenza e raggiungibili tramite chiamata attiva”.

Quanto al dibattito in corso sulla quarta dose di vaccino anti-Covid, “allo stato attuale – spiega ancora Cartabellotta – le evidenze scientifiche sull’efficacia sono frammentate e limitate, ma sembrano mostrare un effetto protettivo nei confronti della malattia grave nelle persone più anziane. Ecco perché, indipendentemente dalla necessità condivisa dai ministri europei per la Salute di pervenire ad una proposta univoca per tutti i Paesi, visto l’elevato numero di decessi tra gli over 80 vaccinati con booster è ragionevole dare in Italia il via libera alla somministrazione della quarta dose negli ultraottantenni, in una fase dove coincidono elevata circolazione virale e calo delle coperture vaccinali nei confronti della malattia grave”.

Resta il problema della percezione, diffusa, che la pandemia sia ormai alle nostre spalle. “Da tempo le narrative della politica e le percezioni della popolazione tendono a identificare la scadenza dello stato di emergenza con la fine della pandemia, che ovviamente non può coincidere con una scadenza burocratica. Infatti, complice l’incauto calo di attenzione che ha portato allo stallo della campagna vaccinale e all’allentamento delle precauzioni individuali, al 30 marzo si registrano più di 500 mila nuovi casi in 7 giorni con oltre 1,26 milioni di casi positivi in due settimane hanno determinato un aumento di oltre 1.500 posti in area medica e invertito il trend delle terapie intensive. Con quasi mille decessi a settimana”, evidenzia Cartabellotta.

“Ecco perché, bisogna guardare al prossimo futuro con ottimismo e fiducia, ma anche con prudenza e responsabilità”, conclude il presidente Gimbe, raccomandando di rispettare una serie di accorgimenti a livello personale – dalla terza dose alla mascherina al chiuso – e di sistema – anche relative alla preparazione degli istituti scolastici – in modo da non farci trovare impreparati nell’autunno che verrà. Eccole:

 

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