Epatite C, pillola antivirale a 12 anni a Bari

Giovanni XXIII
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L’arrivo dei nuovi farmaci antivirali orali qualche anno fa ha rivoluzionato l’armamentario terapeutico contro l‘epatite C, divenuta all’improvviso curabile. Ora l’Italia fa un altro passo avanti, con la somministrazione pediatrica della pillola antivirale. Fra i primi piccoli pazienti c’è una bambina di 12 anni, assistita dal reparto di Malattie infettive pediatriche dell’ospedale Giovanni XXIII di Bari.

Ma di che patologia parliamo? Intanto bisogna dire che l’infezione cronica da epatite C interessa in Italia soprattutto la popolazione più anziana (> 60 anni), infettata in passato attraverso l’uso di strumenti medici non ‘usa e getta’ e trasfusioni di sangue infetto. Se oggi le trasfusioni sono sicure, il virus dell’Hcv si trasmette ancora attraverso rapporti sessuali, strumenti infetti, scambio di aghi e siringhe nel caso di tossicodipendenti o pratiche a rischio come tatuaggi e piercing effettuati senza rispettare le misure igieniche. Quanto ai numeri, gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità indicano, nel 2021, un’incidenza di 0,05 casi su 100mila abitanti.

Nel caso di Bari è stata utilizzata una pillola antivirale (Maviret) da assumere in due cicli da 30 giorni, che agisce bloccando l’azione delle proteine essenziali alla replicazione del virus e garantisce tassi di cura molto elevati. Dagli studi clinici fatti durante le fasi di sviluppo del medicinale è emerso che, dodici settimane dopo la fine del trattamento, il virus dell’epatite C non è più stato rilevato in oltre il 90% dei pazienti. Il medicinale non richiede l’uso concomitante di interferoni, farmaci associati a scarsa tollerabilità e effetti collaterali potenzialmente gravi. Il farmaco, già utilizzato per gli adulti, ha avuto di recente il via libera dell’Aifa anche per i bambini.

“Non appena avuto l’ok dall’Aifa alla somministrabilità e ricevuto il via libera da parte della Regione, siamo partiti con la somministrazione del farmaco contro l’epatite C in età pediatrica. È una innovazione terapeutica importante per la salute pubblica, perché prima per la prima volta abbiamo una cura in grado di assicurare la guarigione dall’infezione. La somministrazione avviene in ambulatorio e non ha controindicazioni” assicura la responsabile di Malattie infettive pediatriche dell’ospedale Giovanni XXIII, Desireè Caselli. 

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