Il 2 giugno degli operatori della sanità

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Saranno in ospedale, come al solito, al loro posto, ad accogliere i malati (di Covid e non). Ma non solo: gli operatori sanitari quest’anno sono fra i protagonisti della Festa della Repubblica e sfilano a Fori Imperiali, a Roma.

Il 2 giugno si celebra la nascita della Repubblica italiana, con il referendum del 1946 che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha sancito la fine della monarchia.

Ma questo 2 giugno 2022 si celebra, anche, la rinascita del Paese dopo una pandemia che è costata la vita a oltre 166mila persone, a fronte di più di 16 milioni e mezzo di guariti. Una stagione che ha visto protagonisti medici, infermieri e professionisti della salute. Lavoratori che si sono trovati a fronteggiare in prima linea un nemico all’inizio totalmente sconosciuto, e che hanno pagato un prezzo pesante, anche in vite umane. Sono 364 i medici morti in pandemia, ricordati nella pagina listata a lutto dalla Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri).

Così per la prima volta nella storia della Repubblica, accanto alle Forze armate che rappresentano la difesa dell’Italia e la tutela della sicurezza nazionale, alla parata del 2 giugno partecipa un’altra forza, che tutela salute, qualità della vita, e difesa contro nemici microscopici come i virus, ma anche patologie che provocano ogni anno oltre 600mila decessi: le professioni sociosanitarie.

I rappresentanti di oltre 1,5 milioni di professionisti – medici, odontoiatri, medici veterinari, infermieri, farmacisti, ostetriche, tecnici sanitari, professioni della riabilitazione e della prevenzione, chimici, fisici, biologi, psicologi, assistenti sociali – sfilano a testimonianza del loro valoroso impegno nel combattere un virus che altrimenti sarebbe stato difficile contenere.

“Abbiamo saputo affrontare tutti i livelli di bisogni, rischi e assistenza, in tutti i momenti, in tutti i contesti. Su questo dovremo continuare a lavorare per migliorare tali livelli e renderli sempre più concreti e attuali, sempre più aderenti a quelle che sono le realtà che viviamo quotidianamente, e sempre più nell’ottica proattiva della prevenzione”, dichiarano i rappresentanti delle oltre 30 professioni sociosanitarie.

“Il futuro che abbiamo davanti è un futuro che dipende anche da noi. Da quello che abbiamo fatto e dimostrato di sapere e potere fare, da quello che continueremo a fare”, è il loro impegno.“Guardiamo ai prossimi anni – affermano – dal punto di vista della salute con serenità e con l’auspicio di poterci lasciare alle spalle un problema che ha toccato tutti noi, ma nella consapevolezza che tutti abbiamo imparato molto da quello che abbiamo vissuto e stiamo ancora, purtroppo, vivendo, anche se nelle sue battute, si spera, finali”.

“L’impegno di chi lavora per la tutela della salute è di curare e assistere tutti, prevenendo per quanto possibile la diffusione dei virus, degli inquinanti ambientali, delle patologie e delle disabilità” concludono i rappresentanti delle Federazioni degli operatori sanitari, dando voce a più di 1,5 milioni di professionisti della salute.

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