Leucemia mieloide acuta, novità dalla ricerca (per ora in Usa)

leucemia mieloide acuta
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Dalla ricerca farmaceutica una novità contro la leucemia mieloide acuta. Negli Stati Uniti è stata infatti approvata una nuova terapia, ivosidenib, diretta contro il metabolismo del cancro. Il via libera prevede la combinazione con azacitidina per i pazienti con nuova diagnosi di leucemia mieloide acuta con mutazione di IDH1 (presente in circa il 6-10% dei casi).

Ne dà notizia Servier. La Food and Drug Administration ha dunque autorizzato la prima target therapy diretta contro il metabolismo del cancro, approvata in combinazione con azacitidina. “La decisione di Fda si basa sull’insieme di evidenze a supporto di ivosidenib, che ora è approvato per diverse tipologie di cancro con mutazione di IDH1”, commenta David K. Lee, Chief Executive Officer Servier Pharmaceuticals. “Siamo orgogliosi di mettere a disposizione una nuova opzione terapeutica per i pazienti affetti da leucemia mieloide acuta, e di continuare ad impegnarci per allargare i confini dell’innovazione in oncologia e non solo”.

L’approvazione arriva sulla base dei dati del trial Agile, uno studio globale di Fase 3 in pazienti con leucemia mieloide acuta e mutazione di IDH1 non trattati in precedenza. I risultati hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da eventi e della sopravvivenza globale dei pazienti trattati. In particolare, l’associazione ha triplicato la sopravvivenza globale mediana (24 mesi) rispetto a placebo più azacitidina (7,9 mesi).

“La leucemia mieloide acuta è un tipo di tumore del sangue che può progredire rapidamente e che ha spesso una prognosi sfavorevole, soprattutto nei pazienti anziani. Questo genera preoccupazione non solo nel paziente, ma anche nel contesto familiare, con conseguente, significativo impatto sulla qualità della vita”, commenta Adriano Venditti, responsabile del Working Party Leucemie Acute del Gimema – Gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto.

“L’approvazione rappresenta una buona notizia per i pazienti, che presto potranno beneficiare di un nuovo trattamento in grado di prolungare la sopravvivenza libera da eventi e quella globale. Da sottolineare che questa nuova terapia rappresenta un’opportunità per pazienti non candidabili alla chemioterapia intensiva a causa dell’età o per la presenza di comorbidità”, conclude Venditti.

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