Cervello, diventa mancino dopo un tumore

Konstantinos Priftis
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Mancini si nasce, ma talvolta – sono casi rarissimi – lo si diventa, dopo una lesione al cervello. Iniziamo con qualche dato: il 90% della popolazione è destrimane, questo vuol dire che nell’uso degli arti è principalmente coinvolto l’emisfero sinistro del cervello. I mancini, dunque sono una minoranza. Che in passato spesso è stata costretta, magari a scuola, a imparare a usare la destra per scrivere (con non poca fatica).

Ma cosa ci porta a privilegiare la mano destra? Più che una distinzione netta, si può dire che ciò che spinge a usare un arto piuttosto che un altro è la presenza di circuiti cerebrali dedicati, spiegano i ricercatori. Se però ci sono delle lesioni in un emisfero cerebrale, possono verificarsi delle variazioni nell’uso dell’uno o dell’altro arto.

A raccontare lo strano caso del paziente diventato mancino sono i ricercatori dell’Università di Padova e dell’Azienda Ospedaliera di Padova coordinati da Konstantinos Priftis (nella foto), in uno studio pubblicato sulla rivista ‘Cortex’.

Protagonista, un paziente affetto dal 2014 da un tumore (fino a oggi in stato di non evoluzione) nell’emisfero sinistro del cervello. L’uomo, destrimane, nonostante possa perfettamente usare ancora il braccio destro (infatti non è affetto da deficit motori di base), dopo l’insorgenza del tumore è diventato mancino/ambidestro.

Si tratta di un individuo “affetto da un disturbo neuropsicologico chiamato negligenza motoria – spiega Priftis, del Dipartimento di Psicologia generale dell’Università di Padova – per cui le intenzioni spontanee ad agire tramite l’arto opposto alla lesione cerebrale (in questo caso l’arto dominante destro) vengono meno. L’essere destrimani è determinato sicuramente dalla genetica, ma è qualcosa che va continuamente aggiornato da circuiti cerebrali che attivano le attività motorie. Se i circuiti cerebrali vengono colpiti da una lesione, una persona geneticamente destrimane può diventare mancina/ambidestra, come abbiamo osservato nel caso studiato”.

Il paziente, la cui forza muscolare è integra, pur continuando a usare la mano destra per la scrittura, posto davanti a diverse operazioni manuali, usa indifferente entrambe le mani, addirittura con una predilezione per la mano sinistra, raccontano i ricercatori.

Un caso rarissimo

“Nella letteratura ci sono tanti casi con negligenza motoria sinistra (si intende per gli arti sinistri) in seguito a lesione cerebrale destra – ricorda Priftis – Se il paziente è destrimane, la negligenza motoria sinistra fa diventare il paziente ancora più destrimane, ovvero il paziente ignora l’arto sinistro e usa ancora di più l’arto destro”.

I casi con negligenza motoria destra in seguito a lesione cerebrale sinistra (che inducono a diventare mancini) “sono rarissimi. Ci sono solo due casi dettagliati riportati nella letteratura: in entrambi – spiega lo specialista – il deficit era scomparso entro alcuni mesi dopo l’insorgenza della lesione. Il nostro caso è l’unico descritto, fin oggi, che presenta ancora il fenomeno dopo molti anni dopo“.

Certo, si tratta di un caso eccezionale. Che però apre nuovi scenari sulla comprensione delle deficienze motorie legate alle lesioni cerebrali e a come possano modificare la preferenza manuale. Una ricerca che getta nuova luce sugli ancora misteriosi meccanismi di funzionamento del cervello umano.

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