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La fuga dai Pronto soccorso e il silenzio della Manovra

operatori sanità
Gilead

Mentre la Manovra arriva in Senato (domani è prevista la fiducia), continuano a piovere critiche sulle “briciole” destinate alla sanità pubblica e al suo personale, specie quello in prima linea nei pronto soccorso. Strutture sotto pressione in questa fase dell’anno, che oltretutto si trovano ad affrontare quella che è stata definita la ‘grande fuga’ dei medici.

“Il finanziamento del Piano Oncologico Nazionale per 10 milioni di euro nel 2023 e per altri 10 nel 2024 e l’anticipazione al 1 gennaio 2023 dell’incremento di 200 milioni per garantire l’indennità integrativa al personale di pronto soccorso erano due misure annunciate, giustamente, come necessarie, ma mai davvero inserite nelle Legge di Bilancio: in entrambi i casi si tratta di una gravissima mancanza che comporterà, e sta già comportando, effetti negativi sui cittadini e sul nostro Servizio sanitario nazionale”, ha detto Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.

Sulla stessa linea Anaao Assomed: il sindacato dei medici dirigenti stigmatizza i “continui rinvii degli interventi economici indispensabili per la sopravvivenza dei Pronto soccorso”, definendo la manovra “avara nei confronti di categorie professionali che rendono esigibile un diritto fondamentale quale la salute dei cittadini. Nonostante tutto e nelle condizioni di lavoro peggiori dell’ultimo decennio”.

E non è un caso che a preoccuparsi siano non solo i medici, ma anche i cittadini. “Le mancate risorse a favore del Piano Oncologico Nazionale ci lasciano con l’amaro in bocca – ha sottolineato Mandorino – a fronte dei dati e delle previsioni di aumento, diffusi in queste ultime settimane, dell’incidenza di patologie oncologiche anche a causa delle ritardate diagnosi determinate dalla pandemia. Così come ci sembra un chiaro controsenso, rispetto alla narrazione degli eroi del Covid, il mancato anticipo al 1 gennaio 2023 dell’indennità di pronto soccorso già riconosciuta al personale della dirigenza medica e al personale del comparto sanità”.

Insomma, per la sanità “pochi interventi spot – sintetizza Anaao – Le farmacie, gli eterni sempre omaggiati policlinici universitari, le borse di studio dei Mmg e il bonus psicologo. Unico punto qualificante è l’estensione del periodo utile per la stabilizzazione dei precari. Per tutti gli altri medici, veterinari e dirigenti sanitari, tentativi di tagli alle pensioni in essere e a quelle future, tanto per fare cassa con i loro contributi previdenziali, e rinvii”.

Questo mentre “stanno crescendo le dimissioni dai Pronto soccorso in diverse realtà italiane – come ha segnalato Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio – con gravi ricadute sul personale, già sottodimensionato e allo stremo: soltanto nel Lazio mancano ben 400 medici di Pronto soccorso, a livello nazionale la carenza è stimabile in almeno 5.000 unità”.

Senza specialisti il servizio non reggerà. “Il rischio nei prossimi mesi è la chiusura in diversi contesti locali di strutture di emergenza-urgenza, a causa di dimissioni sempre più massicce determinate dal combinato disposto di atti politici che umiliano il personale e dalla poca attrattività di un settore in cui lavorare comporta grande stress e spesso anche pericoli. E alla fine chi pagherà le maggiori carenze sono e continueranno ad essere i cittadini”, ha affermato Rosati.

“Chiediamo al Governo una immediata inversione di rotta su questi due ambiti fondamentali per la continuità del servizio sanitario pubblico e per garantire ai cittadini servizi primari come il pronto soccorso e cure essenziali per chi è affetto da patologie oncologiche”, conclude Mandorino.

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