Covid, perchè non è Gryphon a doverci preoccupare

test Covid
Aboca banner articolo

Dobbiamo vigilare, “ma non credo che ci troveremo a vedere il film che abbiamo visto tre anni fa. E, soprattutto, non sono le sottovarianti o le forme ricombinanti note, come Gryphon, a doverci allarmare”. Non lesina il consueto buonsenso Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, analizzando con Fortune Italia questa fase della pandemia da Covid-19, con il boom di contagi in Cina e il timore di nuove varianti di Sars-Cov-2.

“Le cose sono molto diverse da quelle di tre anni fa: in Italia gran parte della popolazione ha un’immunità ibrida, da contagio e da vaccino. E questo rappresenta un vantaggio. Abbiamo inoltre i vaccini, e farmaci efficaci anche contro le varianti”. Quanto alle varianti stesse, “Cerberus sta già diventando dominante in Europa, e in Cina da quel che si apprende sta circolando la ‘zuppa di Omicron‘”, aggiunge l’infettivologo.

Le varianti note

Cauda Gryphon (XBB) lo conosce bene, avendo firmato di recente uno studio su questa forma ricombinante di BJ.1 e BM.1.1.1. Ma più che sulle caratteristiche di questo sottotipo, l’infettivologo cita il parere di uno dei massimi esperti dei Coronavirus: Christian Drosten, autorevole virologo tedesco, convinto che la pandeamia sia agli sgoccioli, sebbene piccole ondate saranno ancora possibili. “Ma il livello di immunità nella popolazione è così ampio e resistente” da consentire un certo ottimismo. “E’ indubbio che la Cina stia vivendo un periodo di grande difficoltà – aggiunge Cauda – ma rispetto a tre anni fa nel mondo le cose sono molto cambiate”.

Per Cauda abbiamo un doppio scenario: al di fuori dalla Cina siamo vicini alla fine della pandemia, “anche se bisogna stare ancora attenti ai colpi di coda. Dall’altra parte c’è la Cina, che fa storia a sè: per tre anni è stata perseguita la politica Zero Covid e ora si trovano a fare i conti, in ritardo, con l’ondata di Omicron”. Ma perchè a Pechino hanno insistito con i lockdown?

Il caso Sars

“Dobbiamo pensare – spiega Cauda – che questo approccio aveva funzionato con la Sars del 2003, un virus molto più letale ma non così contagioso e soprattutto senza asintomatici. Allora che il blocco impedì l’uscita del virus dalla Cina, con solo il Canada che ha contato un certo numero di casi di importazione. Adesso però con Sars-Cov-2 la politica Zero Covid era impossibile da portare avanti. In questi mesi però in Cina le persone non si sono infettate (sviluppando un’immunità naturale), inoltre hanno utilizzato un vaccino tradizionale che di fronte a Omicron non funziona bene, e poi non tutti si sono vaccinati: ecco che si spiega ciò che sta accadendo. Ho letto e condivido l’idea che nel Paese si stia verificando l’ondata di Omicron che abbiamo visto l’inverno scorso in Italia, ma con numeri cinesi”.

I rischi e i punti di forza

Quanto ai rischi per noi, “sono convinto di quello che afferma” l’epidemiologo del Campus Bio-Medico “Massimo Ciccozzi: l’evoluzione va sempre avanti e mai all’indietro. Certo, con questo virus le sorprese non sono mancate, e potrebbe emergere una nuova variante – aggiunge Cauda – Ecco perché è fondamentale capire che tipo di virus sta arrivando. Questo per me è il valore dei tamponi negli aeroporti. Quando al fatto di bloccare il virus, queste misure non hanno funzionato nel 2020 e non è detto che lo facciano nel 2022″.

“Sapere che siamo alle prese con Omicron è rasicurante. Inoltre in Italia abbiamo un certo numero di persone che hanno fatto due dosi, ma non la terza: questo è il momento per farla. Stesso discorso per anziani e fragili che non hanno ancora fatto il quarto o quinto richiamo. Credo che ci sia un po’ una stanchezza da pandemia – riflette l’esperto – ma quello che sta accadendo in Cina può ricordarci che Covid-19, senza vaccino, può ancora fa male”.

Inoltre la ricerca va vanti: “Abbiamo i primi dati sui vaccini multicomponenti e su quelli in spray nasale, che sono già in sperimentazione. Insomma, se guardiamo al futuro, non possiamo dire di essere allo stesso punto di tre anni fa”, conclude Cauda.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.