Giornata del malato, dai bimbi dottori all’accoglienza delle famiglie

Bambino Gesù
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Dovrebbero essere sempre al centro dell’attenzione, ma dedicare una Giornata speciale a chi è malato è anche un modo per ricordare fragilità e bisogni di quanti, nel corso della vita, si trovano ad affrontare una malattia.

Così nelle strutture sanitarie fioriscono le iniziative per far sentire il malato al centro: dai piccoli pazienti dottori per un giorno, all’accoglienza delle famiglie che arrivano da fuori regione.

Al Bambino Gesù si gioca al dottore

All’ospedale del Gianicolo in occasione della Giornata Mondiale del Malato c’è stato uno scambio di ruoli: i piccoli pazienti del Bambino Gesù di Roma, ‘armati’ in camice bianco o verde, fonendoscopio, cerotti, siringhe e attrezzi del mestiere, hanno visitato i loro medici, somministrandogli cure “buone per tutto” e molto creative.

Teatro della ‘festa’ la Ludoteca del Bambino Gesù al Gianicolo, che si è trasformata nel “Pronto Soccorso dello Zucchero Filato”. Per tutti i pazienti che si sono sottoposti alle cure dei piccoli dottori, check up accurati, medicazioni fantasiose e cerotti a volontà, insieme a medicine colorate per scacciare ogni dolore.

“Da grande farò il cardiochirurgo”, dice Francesco, 4 anni, toccandosi il cuore con la manina. Amanda, 11 anni, si tiene aperte un paio di porte: “Da grande sarò una veterinaria, ma anche una cardiochirurga, perché mi piace!”. Al termine della visita, a ciascuno il proprio diploma: di “paziente molto paziente” agli adulti e di “dottore provetto” per i dottori in erba. “Il senso di questa iniziativa – ha detto Carla Maria Carlevaris, psicologa referente del Servizio Assistenza Ludica per i pazienti del Bambino Gesù – è offrire un’occasione ai nostri pazienti di sperimentare attraverso il gioco, quindi attivamente e creativamente, ciò che sono costretti a vivere passivamente ogni giorno. Nel gioco di ruolo i bambini rimettono in scena l’esperienza delle cure e delle terapie, esprimendo anche le loro preoccupazioni e le loro fantasie. Identificandosi in chi li cura riescono a familiarizzare – e anche a sdrammatizzare – con alcune pratiche mediche”.

Gli Ifo e l’accoglienza

Davanti alla vulnerabilità e fragilità occorre fermarsi e mettere insieme tutte le risorse possibili per alleviare difficoltà e sofferenze delle persone, sottolineano dagli Ifo (Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e Istituto Dermatologico San Gallicano) di Roma.

Nel 2018, erano 730 mila i pazienti ricoverati lontano dalla propria residenza (9% dei ricoveri) in Italia, e in caso di patologie rare o complesse è normale che ci si rivolga a centri di alta specializzazione, seppur non vicino casa. “Oltre il 5% dei nostri pazienti proviene da fuori regione. Avere una sistemazione nei pressi della struttura di cura per sé e per i propri familiari è un’esigenza che spesso si scontra con difficoltà economiche e spese impreviste nel budget familiare. Nasce da questa esigenza una nuova collaborazione con  la Fondazione FoRT* per il progetto “Casasolidale”, che mette a disposizione gratuita o a basso costo soluzioni di ospitalità (appartamenti, B&B, ecc.) nei pressi dei nostri Istituti, così che i pazienti oncologici possano individuare una soluzione temporanea per svolgere accertamenti diagnostici o trattamenti ed essere accompagnati dai propri familiari”, concludono dagli Ifo.
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