Acqua, perchè berne 2 litri al giorno non va bene per tutti

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Borracce, bottigliette, tetrapack: ormai siamo abituati a non uscire di casa senza la nostra ‘scorta’ d’acqua quotidiana. Anche perchè, per essere idratati e in salute, l’indicazione è nota: dobbiamo bere fino a 2 litri d’acqua al giorno. Ma sarà vero?

Ebbene no, quella secondo cui tutti dovrebbero bere almeno due litri d’acqua al giorno è “un’indicazione che non trova riscontro nella letteratura scientifica”. A precisarlo sono i medici anti-bufale di Dottoremaeveroche.it, il portale contro le fake news della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici).

Potrà sorprendere qualcuno, ma quella dei due litri d’acqua è una bufala. L’ultima conferma arriva da una ricerca pubblicata lo scorso novembre su Science. Ma allora per quale motivo ce lo sentiamo ripetere da anni?

L’origine del mito

Dobbiamo risalire al 1974, quando il medico nutrizionista Fredrick Stare affermò, “senza alcuna evidenza scientifica – dicono i dottori anti-bufale – che la quantità d’acqua necessaria all’adulto medio è compresa fra sei e otto bicchieri al giorno”. Da allora le indicazioni di Stare sono state rilanciate più volte, soprattutto dagli articoli della stampa generalista, diventando famose nei Paesi anglosassoni come la regola “8×8” (otto bicchieri da otto once, l’equivalente di circa 1,9 litri) e da noi come la raccomandazione degli otto bicchieri, o due litri d’acqua.

Con meno di due litri al giorno ci si disidrata?

Non proprio. “Ci disidratiamo quando l’acqua introdotta nell’organismo è insufficiente a compensare le perdite idriche che si verificano attraverso la sudorazione, la respirazione e l’escrezione di feci e urine. Ma si tratta di un rischio molto basso se si gode di buona salute – avvisano i medici anti-bufale – in condizioni normali, i meccanismi che autoregolano la quantità d’acqua nel corpo inducono l’organismo ad assumere il giusto fabbisogno idrico”.

Quanta acqua bisognerebbe bere?

Il consiglio è bere ogni volta che si avverte lo stimolo della sete, assicurandosi di avere acqua a sufficienza per soddisfare questo stimolo. Lo conferma lo studio pubblicato su Science cui accennavamo nell’introduzione, in cui si dimostra che il “water turnover” (WT), cioè la quantità d’acqua che l’organismo utilizza nelle 24 ore e che incide moltissimo sul fabbisogno idrico giornaliero, cambia da persona a persona.

Questo studio, considerato il più rigoroso e accurato finora realizzato sul fabbisogno d’acqua giornaliero, sostiene che il water turnover sia influenzato da numerose variabili, fra cui il sesso, l’età e la corporatura, ma anche il livello di attività fisica, la zona geografica e le condizioni sociali in cui viviamo.

In linea di massima è stato visto che gli uomini fra 20 e 30 anni, le persone con una percentuale minore di massa grassa, gli atleti, gli abitanti di zone caratterizzate da umidità elevata e le popolazioni dei Paesi a basso reddito hanno un water turnover più alto. Ma proprio perché le variabili in gioco sono molte, gli stessi ricercatori sottolineano che “la raccomandazione per cui dovremmo bere 8 bicchieri d’acqua al giorno (circa due litri) non è comprovata da prove oggettive”.

Cosa succede quando si invecchia

Attenzione: è stato dimostrato che gli anziani, anche in buona salute, tendono a bere meno perché percepiscono lo stimolo della sete meno intensamente rispetto ai giovani. Anziani, bambini, ma anche le persone interessate da disturbi che aumentano la perdita d’acqua (come nel caso della diarrea), che compiono sforzi fisici prolungati o che vivono in condizioni climatiche estreme dovrebbero “assumere liquidi anche se non hanno sete”, in modo da mantenere bilanciato l’equilibrio idrico e prevenire così il rischio di disidratazione.

Con o senza bollicine?

Infine una curiosità. L’anidride carbonica che troviamo nell’acqua con le bollicine non ne altera la capacità idratante: per l’organismo due litri di acqua liscia equivalgono a due litri di acqua frizzante, dicono i dottori anti-bufale. Quindi più che altro, in questo caso, è una questione di gusto.

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