Salgono le temperature e vediamo i primi alberi in fiore, ma la diffusione dei virus influenzali in Italia registra solo una lieve discesa: nella settimana dal 27 febbraio al 5 marzo l’influenza ha messo a letto circa 453.000 italiani. Più o meno nello stesso periodo, per avere un’idea, sono stati 23.988 i nuovi casi positivi a Covid-19 (anche se in questo caso dobbiamo tener conto del calo dei tamponi).
La coda dell’influenza dei record è davvero lunga: salgono infatti a 11.565.000 i contagi a partire dall’inizio della sorveglianza. Febbre alta, dolori muscolari, tosse, stanchezza, La buona notizia è che la curva è in lieve diminuzione, ma l’andamento è anomalo rispetto alle precedenti stagioni, e dunque occorre ancora aspettare un po’ per tirare un sospiro di sollievo.
L’incidenza
L’incidenza delle sindromi similinfluenzali in Italia è in lieve diminuzione e pari a 7,7 casi per mille assistiti (8,2 nella settimana precedente); si colloca nella fascia
di intensità bassa. Ma in Toscana, Marche e Abruzzo l’incidenzadell’influenza è sopra dieci casi per mille assistiti. Mentre in Basilicata è tornata sotto il livello basale.
Ancora numeri alti fra i bambini
Quest’anno, l’abbiamo detto più volte, i bambini sono stati i più colpiti. Ebbene, secondo gli ultimi dati della rete Influnet dei medici sentinella dell’Istituto superiore di sanità (Iss) l’incidenza dell’influenza è in lieve diminuzione nelle fasce di età pediatrica.
In dettaglio a 0-4 anni l’incidenza è pari a 21,52 casi per mille assistiti, a 5-14 anni si scende a 10,59 per mille, a 15-64 anni a 7,25 per mille mentre tra gli over 65 anni scendiamo a 3,37 casi per mille assistiti.
Un mix di virus
Ancora una volta gli esperti sottolineano come il numero di sindromi simil-influenzali sia dovuto, oltre all’influenza, anche ad altri virus respiratori con sintomi simili, tra i quali il virus respiratorio sinciziale nei bambini molto piccoli, e il Sars-CoV-2.