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Covid in Italia, i numeri e le scelte dell’Oms

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Situazione stabile in Italia sul fronte Covid-19. Sulla base dell’ultimo monitoraggio della Cabina di Regia, infatti, la curva dell’incidenza del virus in Italia appare aver raggiunto una sorta di plateau. Fermi anche i ricoveri in ospedale, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità di fatto declassa le varianti Covid. E, a tre anni dall’inizio della pademia, l’Italia celebra le vittime, molte delle quali in camice bianco.

I numeri

L’incidenza settimanale a livello nazionale è a 40 casi ogni 100.000 abitanti (10-16 marzo), contro 41 su 100.000 della settimana precedente. In lieve calo, per la prima volta dopo settimane, anche l’indice di contagiosità Rt. Nel periodo 22 febbraio-07 marzo l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,94 (range 0,85-1,09), in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente – quando era 0,97 – e sotto la soglia epidemica.

Anche l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è stabile e sotto la soglia epidemica: Rt=0,87 (0,82-0,92) al 27 marzo contro Rt=0,85 (0,81-0,90) al 28 febbraio.

Gli ospedali

Il tasso di occupazione Covid in terapia intensiva è stabile all’1% (rilevazione giornaliera al 16 marzo), esattamente come il 9 marzo. In lieve calo l’occupazione nelle aree mediche a livello nazionale, che scende al 4,3% (16 marzo) dal 4,7% (9 marzo). Un quadro leggermente diverso, quello che arriva dall’ultimo report Fiaso (Federazione aziende sanitarie e ospedaliere). La curva dei ricoveri ordinari segna un +4,2% nell’ultima settimana secondo gli ospedali sentinella. Piccole oscillazioni “che indicano comunque una sostanziale stabilità dei casi”, secondo gli esperti Fiaso.

Le scelte dell’Oms

Intanto anche i timori legati alle varianti Covid sembrano ‘stemperarsi’. Nel portale dell’Oms si svuota la casella delle varianti di preoccupazione (Voc) di Sars-CoV-2. E anche la sottovariante XBB.1.5, ovvero Kraken, diventa una variante d’interesse (Voi). Scelte dettate dall’esigenza di “corrispondere meglio all’attuale panorama globale delle varianti” e “di valutare in modo indipendente i vari sottolignaggi di Omicron in circolazione” come varianti sotto monitoraggio (Vum), varianti di interesse o varianti di preoccupazione.

Tre anni e la memoria delle vittime

“Sono passati tre anni da quando Covid è arrivato nel nostro Paese. Si celebra la Giornata del ricordo delle vittime che ci riporta alla mente quello che è stato nel passato, quello che abbiamo visto: momenti drammatici dove i nostri anziani, soprattutto le persone più fragili, sono morti, hanno sofferto. Abbiamo perso tantissimi colleghi, tantissime sono state le vittime, proprio per una pandemia dovuta a un virus che non conoscevamo”, ricorda il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli,  in un video per Fnomceo Tg Sanità, girato in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, che si celebra domani. Anche le bandiere della sede federale, come quelle di tutti gli edifici pubblici, saranno a mezz’asta.

Sono infatti 379 i medici scomparsi per Covid-19 e ricordati sul portale listato a lutto della Fnomceo. Con 480mila operatori sanitari contagiati, tra infezioni e reinfezioni.

Mentre i ricordi dei momenti peggiori della pandemia per molti si fanno sfumati, Anelli sottolinea l’importanza di “fare memoria di un periodo così difficile, che ha visto il Sistema sanitario nazionale impreparato in quel momento, perché nessuno conosceva quella malattia ma anche perché non c’erano gli strumenti adeguati, all’inizio, per poterla affrontare. Ma siamo qui anche a far memoria della grande capacità che ha avuto la scienza, i medici, di rimettere in piedi una strategia per curare le persone, per uscire dalla pandemia. E i vaccini – conclude – hanno rappresentato per noi lo strumento fondamentale oggi per riprendere quella vita civile che in quel momento ci sembrava completamente negata dal lockdown”.

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