La leucemia mielomonocitica cronica è la più frequente delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative. Si tratta di una malattia caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti.
Come hanno chiarito i medici del San Raffaele di Milano, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è portatore “da tempo” di “leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta”.
Berlusconi, ricoverato da ieri in terapia intensiva nell’ospedale milanese, ha iniziato un “trattamento specialistico citoriduttivo”, una chemioterapia mirata a “limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica”, hanno spiegato i sanitari che lo hanno in cura.
Le sindromi mielodisplastico-mieloproliferative, si legge sul sito dell’Ail (Associazione italiana contro leucemie, linfoma e mieloma), sono un gruppo di patologie a cavallo fra le neoplasie mieloproliferative croniche, in quanto presentano spesso una proliferazione eccessive delle cellule del sangue, e le sindromi mielodisplastiche, con cui condividono una maturazione anormale dei precursori del midollo.
La leucemia mielomonocitica cronica è una malattia eterogenea, “che compare solitamente in età avanzata e che – continua l’Ail – può presentarsi in una forma displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia, oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. Vi è sempre un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo, e un numero variabile di cellule immature (“blasti”).
La prognosi viene stimata in base a diversi score, che considerano i valori dell’emocromo, il numero dei blasti, il valore dei globuli bianchi, la citogenetica e, più recentemente, la mutazione in alcuni geni specifici.
Il trapianto allogenico di cellule staminali è l’unico trattamento con potenzialità curative, ma in molti casi – in considerazione dell’elevata età della maggioranza dei pazienti – è di difficile attuazione. Viene comunque raccomandato nei casi ad alto rischio.