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Non solo Venere, Menarini accende i riflettori su Botticelli

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La leggerezza sublime delle sue Veneri lo rendono un artista amato dai contemporanei, profeta di una bellezza angelicata che in realtà è tanto vicina alla sensibilità attuale da prestarsi (volentieri?) a declinazioni pop. Alessandro Filipepi, detto Sandro Botticelli, è figlio dei misteri della sua epoca, oltre ad essere il maestro creatore di vere e proprie icone capaci di affascinare, incuriosire e – talvolta – dividere. 

Nasce nel 1445 a Firenze, nei pressi della chiesa d’Ognissanti, nel quartiere di Santa Maria Novella. E a Firenze muore, nell’ombra, dopo una vita scintillante finita nelle cupezze del Savonarola.

Sembra una curiosa coincidenza che l’artista della Venere di ‘Open to Meraviglia’ sia stato scelto proprio quest’anno per la collana d’arte del Gruppo Menarini, protagonista di  una monografia inedita presentata, a Firenze, nel Salone di Apollo di Palazzo Pucci, alla presenza dell’autrice, Cristina Acidini, già soprintendente dei musei d’arte di Firenze e oggi presidente dell’Opera di Santa Croce e di altre prestigiose istituzioni fiorentine. Al di là delle declinazioni pop dei suoi capolavori, Botticelli è un artista inquieto, i cui quadri nascondono simboli e misteri affascinanti.

Con questa scelta il Gruppo farmaceutico Menarini, con sede a Firenze dal 1915 e una presenza in 140 Paesi del mondo, di fatto torna a casa. La monografia ci tuffa nella Firenze della seconda metà del Quattrocento, nella tintoria di Mariano Filipepi, padre di Botticelli. È lì che il giovane Sandro, affascinato probabilmente dai colori usati nella bottega di famiglia, si avvicina allo studio delle arti.

Le poche testimonianze lo presentano come un uomo incline all’ironia, al sarcasmo e alla beffa, che rifiuta categoricamente di prendere moglie, ma è stato sempre ‘uscio e bottega’, legatissimo a Firenze, che non abbandona mai, se non per poche e brevi trasferte di lavoro. Si favoleggia del legame con Simonetta Vespucci, in ogni caso Botticelli passa dalla città di Lorenzo de’ Medici alle processioni penitenziali di Savonarola, mutando la sua arte e finendo la vita in declino. Ma Botticelli è anche l’artista dell’armonia e della grazia della Nascita di Venere e della Primavera. Divinità che coniugano mito e filosofia, in una comunione con una natura sempre benigna.

Al di là dei capolavori divenuti icone pop, Botticelli ha chiuso la sua vita in declino, in una Firenze dove si incontravano artisti de calibro di Leonardo e Michelangelo. Ma nell’Ottocento fu riscoperto dai preraffaelliti ed è tornato in auge. Tanto che di recente una delle opere dell’artista è stata battuta all’asta raggiungendo cifre stratosferiche, come ha ricordato la curatrice del volume.

“Negli ultimi anni le indagini scientifiche coincidenti con i restauri di molte sue opere hanno arricchito la conoscenza della sua pittura raffinata e versatile – ha dichiarato Cristina Acidini – Botticelli infatti è stato fra i più autentici interpreti della cultura della sua epoca, rispecchiando i profondi cambiamenti della società in cui ha vissuto, nella Firenze dominata prima da Lorenzo il Magnifico in un periodo di lieta fioritura culturale, poi da fra’ Girolamo Savonarola in anni di turbato riformismo religioso. Per questo è divenuto il pittore “simbolo” del Rinascimento, con i suoi splendori e le sue inquietudini’’.

“E’ l’arte italiana che ci porta nel mondo. Siamo usciti dal nostro Paese con la scienza e oggi lo facciamo con l’arte. La collezione d’arte Menarini vuole valorizzare i grandi artisti italiani e farli conoscere anche ai più giovani – ha detto Lucia Aleotti, azionista e membro del Board di Menarini – Scoprire Botticelli con le sue inquietudini dietro la meraviglia dei suoi quadri più noti rende questo artista molto vicino al sentire contemporaneo”.

Meraviglia: non è solo uno slogan, ma il sentimento suscitato dalle opere dell’artista che incanta riproducendo con accurata precisione gioielli, stoffe e chiome femminili. Gli ultimi anni di Botticelli sono una sorta di restaurazione, di ritorno all’antico, pur senza rinunciare allo sfavillio dei colori e delle tinte dei panneggi, mai così corposi.

Pillole d’arte

Nel corso degli anni, la vocazione artistica del Gruppo Menarini è cresciuta e si è evoluta con il progetto multimediale Menarini Pills of Art: video pillole in cui esperti del settore raccontano aneddoti e curiosità delle opere protagoniste dei volumi Menarini. Finora sono stati pubblicati circa 700 video, per un totale di decine di milioni di visualizzazioni, disponibili sul canale Youtube di Menarini in 8 lingue. All’interno del canale, aggiornato mensilmente con nuovi contenuti, sono stati pubblicati recentemente i video delle opere più celebri di Botticelli, ma anche L’Adorazione dei Magi di Leonardo, La Madonna delle Cave di Mantegna e Il Bacco di Caravaggio.

Pillole di scienza

Ma se l’arte per Menarini è una passione dagli anni ’50 del secolo scorso, la scienza è la vocazione principale del Gruppo. Si chiama, non a caso, “House of Sciences” la nuova sezione web del sito di Fondazione Menarini che ospita l’edizione aggiornata della biblioteca scientifica virtuale, dedicata a 9 aree terapeutiche, compresa la Coronavirus Library.

Obiettivo, favorire l’aggiornamento e la formazione degli operatori sanitari, attraverso informazioni scientifiche certificate dall’Olimpo degli editor, grazie alla collaborazione con British Medical Journal.  Il tutto con una raccolta di articoli scientifici sui progressi più recenti relativi a 9 aree terapeutiche: Medicina interna, la prima disponibile da oggi online, Coronavirus, Cardiologia, Gastroenterologia, Malattie infettive, Oncologia, Medicina del dolore, Ematologia e Pneumologia.

Scienza e arte nel Rinascimento andavano a braccetto, come ci insegnano Leonardo, Michelangelo e Botticelli, ‘vicini di casa’ agli Uffizi e protagonisti di un’epoca in cui Firenza, e l’Italia, erano l’ombelico del mondo.

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