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Maturità 2023, la guida: stress e impatto sul cervello, come difendersi

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E’ davvero difficile imbattersi in un maturando rilassato e tranquillo. Perfino chi, nel corso degli anni, ha sempre fatto il proprio dovere, affronta questi esami con una certa apprensione. Anche perché la ‘nuova Maturità’ 2023 è ben diversa rispetto alle esperiende degli anni di Covid-19. Anni che, comunque, questi ragazzi hanno vissuto, con tutte le difficoltà del caso e le fragilità segnalate da numerosi studi.

Ma lo stress e l’ansia da Maturità come impattano sulla nostra mente e sulla capacità di performare, in quella che è la prima vera prova per gli studenti italiani? Fortune Italia lo ha chiesto ad Arianna Di Stadio, docente all’Università di Catania e ricercatrice onoraria presso il Laboratorio di Neuroinfiammazione del UCL Queen Square Neurology di Londra.

Allora professoressa, come reagisce il cervello allo stress della maturità? 

Ci sono due tipi di stress: uno cattivo (distress) e uno buono (eustress). Lo stress cosiddetto cattivo è in grado di influenzare negativamente la nostra memoria, rendendo difficile ricordare cose ovvie e riducendo la capacità di apprendimento di nuovi concetti. Inoltre riduce la concentrazione, la capacità di comprensione e l’espressione verbale. Per questo motivo, quando siamo in una situazione di disagio abbiamo difficoltà a comprendere le domande che ci vengono fatte, a trovare le parole per rispondere e a ricordare quanto ci è stato appena chiesto. Questo accade perché si attiva l’amigdala facendo prevalere il lato emotivo.

Se consideriamo invece lo stress buono, questo è uno stimolo per il nostro cervello a ottimizzare tutte le sue capacità e ad esprimerle al meglio, perché attiva correttamente la corteccia frontale che si occupa delle funzioni cognitive razionali.

La differenza tra i due stress è di intensità, quindi un eccesso di stress – il cosiddetto distress – può bloccare il nostro cervello. Purtroppo, la reazione agli eventi stressanti è del tutto soggettiva, quindi ogni cervello reagisce diversamente. 

Che tipologia di studenti risulta più resiliente? 

L’obiettivo e l’ambizione sono sicuramente un aspetto fondamentale per la resilienza; chi pratica sport o discipline musicali con l’ambizione di fare bene sa gestire fatica, impegno e insuccesso. Inoltre, poiché le discipline richiedono la gestione dello stress e degli inconvenienti che accadono durante il raggiungimento di un determinato obiettivo, la loro pratica aiuta nella concentrazione che è un altro aspetto importante per essere resilienti.  

Maturità 2023, la guida: per la memoria fate come ai Mondiali

Meglio la ‘chiusa’ sui libri o è importante ritagliarsi del tempo per allontanare la tensione? 

La classica ‘chiusa’ sui libri non va mai bene. Il nostro cervello, così come i muscoli, ha bisogno di azione (studio) e riposo (relax). Inoltre differenti studi hanno dimostrato che passeggiare all’area aperta in mezzo al verde o fare una nuotata migliorano l’ossigenazione del cervello, oltre a produrre endorfine (ormoni del benessere) che aiutano a loro volta a far funzionare al meglio il nostro cervello.

L’ansia già dilaga fra i giovanissimi, come tenerla a bada nei giorni della Maturità? 

Combinando studio e relax e cercando di dormire bene. La mancanza di sonno, infatti, aumenta l’ansia. Questo avviene perché solo durante il sonno il nostro cervello rimuove le sostanze di scarto accumulate durante la giornata (ROS). L’insonnia fa accumulare queste sostanze, creando una neuro-infiammazione con conseguente mal funzionamento delle capacità cognitive. La percezione di mal ricordare fa, ovviamente, aumentare l’ansia.

Poi occorre tener presente che l’esame di Maturità fa paura finché non si fa, alla fine tutti dopo averlo passato ci rendiamo conto di quanto sia stato più semplice del previsto.

Infine una curiosità: ragazzi e ragazze hanno ‘funzionamenti’ di versi quando sono messi alla prova?

Come detto in precedenza, la gestione dello stress e dell’ansia è un fenomeno del tutto soggettivo e dipende da tante cose, inclusa la vita personale. In linea generale le ragazze tendono a essere più emotive dei ragazzi; quindi, si potrebbe pensare che siano più ansiose dei ragazzi. Anatomicamente parlando, nelle donne la struttura che connette i due emisferi il corpo calloso è più spessa, il che permette una più facile connessione tra emisfero creativo e razionale, ivi compresa la capacità oratoria.

Quindi potremmo dire in linea generale che i ragazzi sono più razionali e le ragazze più emotive; queste ultime però se ben gestiscono lo stress possono, grazie alla connessione tra i due emisferi più spiccata che nei maschi, uscire più facilmente da una situazione “spinosa”, tipo una domanda di cui non si sa la risposta. Ovviamente questo è concetto generale. In realtà se ben preparati ragazzi e ragazze funzionano esattamente nella stessa maniera.

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