Medici in piazza, le ragioni della protesta

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La preoccupazione per il futuro del Servizio sanitario nazionale con il passare dei mesi è diventata allarme. E se a suonare le sirene sono i medici che lavorano ogni giorno nelle corsie, la sensazione è che ormai siamo ben oltre il livello di guardia.

Sono state decine le manifestazioni, le assemblee, i sit-in promossi dall’Intersindacale della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, insieme con Associazioni di pazienti e di cittadini, in 39 città e in tutte le regioni d’Italia. Obiettivo, difendere il diritto alla salute e l’esistenza stessa del Ssn pubblico e universale.

Un momento della manifestazione dell’Intersindacale medica

La grande crisi e le dimissioni in massa

Che il Ssn sia ormai in piena crisi l’abbiamo detto più volte. Liste d’attesa, carenza di operatori, macchinari fatiscenti, aggressioni, turni massacranti. Ora per i medici la misura è colma. Come ha detto Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, illustrando alla stampa le ragioni della protesta, per i medici la misura è davvero colma. “Non lasceremo disgregare il Ssn. Siamo pronti anche alle dimissioni di massa“.

Una provocazione? I numeri ci dicono che già oggi i medici italiani sono in fuga dal Ssn. Il malessere è diffuso e la tenuta del Ssn è a serio rischio. Anche la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri è “vicina ai colleghi e ai cittadini che oggi, in tutte le Regioni, si mobilitano per supportare e difendere il nostro Servizio sanitario nazionale”.

“Il Servizio sanitario nazionale è lo strumento che tutela la nostra salute – ha ricordato il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, esprimendo il sostegno alle manifestazioni – Dobbiamo sostenerlo, rafforzarlo, difenderlo da tutte le criticità che lo stanno mettendo a rischio. Dobbiamo renderlo attrattivo per il personale, che è il tessuto vivo che lo fa esistere e funzionare. Dobbiamo tirarlo fuori da una crisi che nega ai cittadini il diritto di essere curati e ai medici e operatori il diritto di curare con serenità e in sicurezza. Anche per questo, per poter garantire tali diritti, oggi medici e cittadini scendono in piazza”.

“Ci rincuora la vicinanza delle Istituzioni – ha aggiunto Anelli – del Ministro della Salute Orazio Schillaci, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha conferito la Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica ai medici e alle altre professioni sanitarie. Ci consola la vicinanza della Chiesa con le parole a difesa del Servizio sanitario nazionale pronunciate in più occasioni da Papa Francesco”. Ora però bisogna passare dalle parole ai fatti.

Le richieste dei medici

La mobilitazione, partita nel dicembre 2022 da Piazza SS Apostoli a Roma, chiede di arrestare la deriva verso la privatizzazione dei servizi sanitari e la frantumazione del diritto alla salute. Per l’Intersindacale il Def 2024 rappresenta la cartina di tornasole delle politiche sanitarie del Governo e l’occasione per capire quale modello assistenziale vuole adottare e quali politiche di tutela dei professionisti di cui pure, a parole, riconosce l’importanza per il rilancio della sanità pubblica.

Il presente e il futuro del Ssn dipende da quante risorse si vorranno destinare alla sanità e da quale ruolo si vorrà riconoscere alle risorse umane che vi operano e che “da troppi anni subiscono le conseguenze di pessime condizioni di lavoro”.

Salutati i pandemia come eroi, oggi i medici “sono stati abbandonati nelle retrovie dai generali di un esercito disorganizzato con contratti di lavoro condannati ad essere sottoscritti a tempo scaduto, che non migliorano le condizioni di lavoro e che non tengono il passo con le retribuzioni Europee. Gli stessi fondi del Pnrr rischiano di non essere utili al cambiamento strutturale, se non si interviene attraverso un investimento deciso sulle risorse umane anche per prevenire la fuga dei professionisti in cerca di condizioni migliori”, sottolineano dall’Intersindacale.

La salute non è una merce e salvare il Ssn è ancora possibile, ma i tempi sono sempre più stretti, avvertono
Anaao Assomed – Cimo-Fesmed (Anpo-Ascoti – Cimo – Cimop – Fesmed) – Aaroi-Emac – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari eMedici – Uil Fpl Coordinamento nazionale delle aree contrattuali Medica, Veterinaria Sanitaria – Cisl Medici. 

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