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Diagnostica chiave per 70% decisioni mediche, la docuserie ‘Il viaggio del campione’

Il viaggio del campione
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Cosa succede tra un prelievo e la risposta che può fare la differenza per la nostra salute? Il mondo della diagnostica in vitro e delle analisi di laboratorio è ancora, in gran parte, sconosciuto. E questo anche se in pandemia abbiamo sentito parlare di Pcr, sensibilità, specificità, tamponi molecolari e falsi positivi. E nonostante ormai la diagnostica in vitro influenzi circa il 70% delle decisioni cliniche. Per far conoscere meglio questo settore, fondamentale per la medicina di precisione e per quella predittiva, Roche Diagnostics è entrata all’interno di tre laboratori di eccellenza in Italia, per realizzare la docuserie “Il Viaggio del Campione – Il valore della diagnostica”. 

Un’iniziativa presentata oggi a Milano, moderata da Margherita Lopes di Fortune Italia e patrocinata da Confindustria Dispositivi Medici che, partendo dall’esperienza di tre pazienti, racconta a puntate il viaggio all’interno di un laboratorio di tre diverse tipologie di campione biologico: una provetta di sangue, un campione di tessuto e un tampone nasofaringeo. Obiettivo, far emergere l’importanza della medicina di laboratorio e dalla diagnostica in vitro per la salute dei cittadini.

La Risoluzione dell’Oms

Un ruolo valorizzato dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, in occasione della 76ª Assemblea Mondiale della Sanità ha raccomandato l’adozione della Risoluzione sul rafforzamento della capacità diagnostica, “riassumibile in quattro punti chiave – come ha ricordato Guido Bartalena, direttore Diagnostics Solutions di Roche Italia – stabilire piani strategici nazionali di diagnostica con modelli sostenibili di finanziamento, rafforzare i sistemi di laboratorio massimizzando l’attuale infrastruttura diagnostica, investire nel personale dedicato e adottare un quadro normativo che acceleri l’accesso alla diagnostica”.

Un momento dell’evento. A sinistra Guido Bartalena, a destra Margherita Lopes

Telecamere nei laboratori

Per una volta le telecamere sono entrate direttamente all’interno dei laboratori di analisi di tre strutture ospedaliere, come hanno testimoniato i responsabili di questi centri, ospiti dell’evento milanese. Marcello Ciaccio, ordinario di Medicina di Laboratorio, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Palermo e direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’Aoup “P. Giaccone”, ha ospitato il viaggio della provetta di sangue associata all’effettuazione del test della Troponina ad alta sensibilità, fondamentale per identificare tempestivamente l’infarto acuto. “Oggi – ha detto Ciaccio – la medicina di laboratorio è sempre più centrale in tutte le fasi: dalla predizione e prevenzione, alla diagnosi e alla prognosi, fino al monitoraggio di malattia e terapia. E permette una diagnosi precoce e una terapia tempestiva, cruciale in patologie tempo dipendenti come l’infarto”. Una rivoluzione anche per chi ha a che fare con pazienti in emergenza.

Secondo Renzo Luciano Boldorini, ordinario Anatomia Patologica all’Università del Piemonte Orientale e direttore S.C.D.U. Anatomia Patologica e Breast Unit Aou Maggiore della Carità di Novara – che ha ‘ospitato’ il viaggio del campione istologico –  “in questi anni le tecnologie diagnostiche siano migliorate moltissimo, amplificando quello che l’anatomia patologica può offrire alla cura del paziente. Ne sono un esempio le tecniche di diagnostica molecolare, che oggi consentono con l’utilizzo di minime quantità di tessuto di fornire una serie consistente di informazioni molto dettagliate relative alla firma molecolare del tumore, fondamentali per la definizione del percorso terapeutico”.

Dal canto suo Massimo Locatelli, direttore medico Servizio di Medicina di Laboratorio dell’Irccs Ospedale San Raffaele Milano, che ha ospitato le riprese del viaggio del tampone nasofaringeo, ha ricordato che “la diagnostica di laboratorio e, nel complesso la medicina di laboratorio, ha dato un grossissimo contributo alla gestione della pandemia, che ha rappresentato un forte stimolo a implementare modelli di collaborazione con i clinici e di diagnostica estendibili ad altre patologie”. Influendo anche sui modelli organizzativi. “Non c’è solo Covid-19: la diagnostica è fondamentale per le malattie infettive, a partire dall’Hiv e passando per il virus respiratorio sinciziale”.

Innovazione e sfide

“E’ in corso una rivoluzine copernicana: la medicina di laboratorio ha trasformato il percorso di cura – ha spiegato Mario Plebani, professore onorario di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica nell’Università di Padova e presidente eletto della Federazione Europea di Medicina di Laboratorio – Risultati refertati in pochi minuti hanno migliorato la medicina di urgenza, biomarcatori e test molecolari identificano fattori di rischio e possono modificare la storia naturale e l’evoluzione di molte patologie, altri esami guidano terapie sempre più personalizzate. Tuttavia non è ancora chiara a cittadini e pazienti la complessità delle fasi dell’esame di laboratorio. Errori nella richiesta degli esami, nelle procedure di prelievo, nella manipolazione e trasporto dei campioni possono compromettere la qualità finale dei risultati, l’accuratezza delle diagnosi e delle terapie. Comprendere ‘il viaggio del campione’ è la premessa per una miglior conoscenza della complessità e del valore dell’informazione di laboratorio”.

La seconda parte della presentazione della docuserie sul dietro le quinte della diagnostica in vitro

C’è poi il tema della sostenibilità. “Negli ultimi 10 anni si è assistito ad una vera rivoluzione della medicina di laboratorio – ha commentato Federico Lega, ordinario di Economia, Politica e Management Sanitario Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università Statale di Milano – Le riorganizzazioni a rete dei laboratori, le concentrazioni, la specializzazione vocazionale dei singoli laboratori e la ricerca di modelli più efficienti per la gestione delle attività senza valore aggiunto sono solo alcune delle ragioni per cui il mondo del laboratorio può ispirare il resto del Ssn. Nella medicina predittiva c’è la chiave per fare salute di iniziativa e rendere più sostenibile il sistema, riducendo le spese inappropriate”.

Il ruolo nella gestione delle malattie cardiovascolari

“I test di laboratorio sono diventati di grandissima utilità nella gestione di molte patologie cliniche, soprattutto quelle cardiovascolari. La diagnosi di scompenso cardiaco si basa  sulla valutazione clinica del paziente e della sua sintomatologia – ha spiegato Salvatore Di Somma, professore di Medicina Interna e d’Urgenza Università Sapienza di Roma, Direttore Scientifico Aisc e presidente Great Network Italia – Quest’ultima, però, risulta spesso aspecifica. Ecco perché le linee guida suggeriscono di affiancare al giudizio clinico la valutazione dei peptidi natriuretici, che permettono di confermare o escludere con certezza la diagnosi di scompenso cardiaco”.

Le sfide per le 300 imprese del settore

“Le imprese che operano nel settore della diagnostica in vitro hanno l’obiettivo di rendere disponibili test sempre più efficaci e precisi – ha ricordato Katia Accorsi, presidente di Assodiagnostici – L’innovazione in questo settore è straordinaria, basti pensare a quante patologie sono oggi identificabili precocemente, o al ruolo fondamentale per la ripresa di una vita normale svolto dai tamponi durante la pandemia. Le oltre 300 imprese del settore attive nel nostro Paese sono partner essenziale del Servizio sanitario nazionale. Per questo chiediamo un confronto con il Governo per la definizione della governance del settore. La spesa pro capite in dispositivi medici (in cui rientra la diagnostica in vitro) è tra le più basse d’Europa: in media 123 euro in Italia, contro i 284 euro nei principali Paesi europei. È evidente che occorre investire di più – ha sottolineato – per garantire equità e qualità delle cure”.

Diagnosi tempestiva ed equità

“Questa iniziativa è molto importante perché accende un focus su un momento della cura fondamentale ma non adeguatamente percepito, che è quello della diagnosi, e di una diagnosi tempestiva e accurata – ha detto Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – Chiediamo che, in questo ambito, si investa soprattutto nella dotazione di personale sanitario dedicato. Vorremmo che una attenzione particolare nel viaggio del campione fosse dedicata anche alla trasmissione e alla condivisione dei risultati diagnostici tra i professionisti coinvolti in un percorso di cura, che deve avvalersi degli strumenti di salute digitale a cominciare dal fascicolo sanitario elettronico”. Inoltre resta forte il tema dell’equità di accesso ai servizi, per cui Cittadinanzattiva si batte da anni. Per Mandorino l’innovazione può essere la via per eliminare soluzioni superate, assicurando innovazione, risparmi e appropriatezza.

Un tema che appassiona anche Emanuele Monti, presidente Commissione Sostenibilità sociale, casa e famiglia del Consiglio Regionale della Lombardia. “Per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, nella scorsa legislatura Regione Lombardia ha emanato una normativa organica e omogenea, superando così la frammentarietà delle precedenti indicazioni. Le linee guida del processo di revisione riguardano, innanzitutto, la garanzia della qualità dell’offerta diagnostica alla persona e la valorizzazione delle specifiche competenze necessarie all’erogazione dei diversi test diagnostici. Principi declinati attraverso un ampio spettro di obiettivi, come migliorare l’ampiezza e il livello delle prestazioni erogate e garantire la sicurezza delle diagnosi. Il percorso di sviluppo e innovazione prevede, inoltre, il potenziamento e la regolamentazione dell’utilizzo della telepatologia e della rete informatica dei laboratori, con un investimento di circa 6,5 milioni di euro. Al fianco degli investimenti, del sostegno all’innovazione tecnologica e uso appropriato delle risorse e del potenziamento capillare della rete dei punti prelievo, sono fondamentali campagne di informazione come questa, che permettono di raggiungere una vasta platea di persone”.

Le tre puntate

La prima puntata, dedicata al viaggio della provetta di sangue, è disponibile sul sito www.roche.it e sul canale youtube di Roche Italia. Le successive due puntate saranno rilasciate a cadenza settimanale i prossimi mercoledì 19 e 26 luglio.

“La diagnostica in vitro, pur influenzando circa il 70% delle decisioni cliniche, vede investimenti limitati – ha sottolineato Guido Bartalena, Diagnostics Solutions Director di Roche Italia – Con la campagna  ‘Il Viaggio del Campione’ vogliamo contribuire a diffondere la conoscenza su cosa accade dietro le quinte, per accrescere la consapevolezza dell’importanza della diagnostica per la salute delle persone, del valore generato da soluzioni innovative per esiti clinici ottimali, nonché evidenziare la complessità scientifica e tecnologica dietro alla produzione di un risultato che può fare la differenza per la vita delle persone”.

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