Se la sanità in Italia viaggia a velocità diverse, a fare la differenza a volte non è solo la Regione di residenza, ma addirittura il Cap, specie nelle grandi città. Lo sanno bene i romani: in alcune Asl determinati servizi sono snelli e accessibili, in altre tutto è più complesso e farraginoso. Ecco allora che colpisce l’idea di un’alleanza, un patto tra aziende sanitarie, per rafforzare la rete ospedale-territorio, che spesso è un punto debole della sanità, non solo laziale.
La novità
E’ stata siglata una convenzione tra l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma e le Asl Roma 1, Roma 4 e Roma 5 per il consolidamento dei percorsi di cura e il rafforzamento della rete ospedale-territorio. Un patto tra l’Azienda ospedaliero-universitaria ad alta specializzazione della rete Sapienza e tre Asl della Capitale adiacenti per favorire, spiegano i promotori dell’iniziativa, “continuità e coerenza nella presa in carico del paziente”. Paziente che spesso oggi, una volta dimesso dall’ospedale, non sa a chi rivolgersi.
Le Centrali operative
In questo patto fra Asl e ospedale, un ruolo ‘chiave’ spetta alle Centrali Operative: team multiprofessionali che operano in stretto collegamento per facilitare i processi di ricovero e dimissione. Ma in che modo? Condivisione di strumenti, anche digitali, e criteri valutativi saranno cruciali per dare continuità alle cure dei pazienti trasferiti da una struttura a un’altra, o da un livello di intensità di cura a un altro, o attivando forme di consulto o teleconsulto tra professionisti, spiegano i promotori. Con un’attenzione particolare ai soggetti più fragili, come ad esempio gli anziani soli.
Un dialogo virtuoso
“Superiamo un modello di assistenza frammentata che non soddisfa i bisogni dei nostri pazienti e non rende sostenibile il sistema. Implementiamo un modello operativo di concertazione e condivisione di percorsi assistenziali ospedale-territorio – sintetizza Daniela Donetti, direttore generale dell’Aou Sant’Andrea – che, grazie all’interazione sinergica di professionisti e interventi personalizzati, garantisce il giusto setting assistenziale al paziente e limita la degenza ospedaliera alla sola fase acuta”.
Particolarmente orgoglioso di questo accordo il commissario straordinario della Asl Roma 1, Giuseppe Quintavalle: “Presa in carico, integrazione socio sanitaria, case manager delle persone sole, tenendo ben presente che oggi, la solitudine diventa sempre più malattia, con i modelli attuali non sempre riusciamo a dare una risposta a questi bisogni, di qui la necessità di un cambiamento, di una azione culturalmente forte, di un cambio di paradigma”.
Per la Asl Roma 4 questo protocollo “è di fondamentale importanza per dare risposte di cura adeguate agli utenti del territorio del distretto 4, un distretto molto popoloso e del tutto privo di strutture ospedaliere per acuti, in cui quindi i cittadini, per ovvie ragioni geografiche scelgono i più vicini ospedali romani rispetto alle strutture ospedaliere di Bracciano e Civitavecchia, più lontane e difficilmente raggiungibili”, afferma Cristina Matranga, Dg della Asl Roma 4. “Desidero ringraziare tutti i colleghi delle altre Aziende che hanno partecipato a questo tavolo, ed in particolare la Dott.ssa Daniela Donetti che si è fatta promotrice di questa iniziativa”.
“Siamo molto soddisfatti di questo accordo con cui mettiamo a sistema servizi e professionalità diversi e complementari – chiude Giorgio Giulio Santonocito, Dg dell’Asl Roma 5 – ottimizzando i percorsi assistenziali, l’assistenza domiciliare, il tracciamento e il monitoraggio nel passaggio da un setting ad un altro, l’assistenza ai pazienti cronici e performando le attività di screening. Garantiamo così continuità ed equità assistenziale, ma anche effettiva integrazione tra assistenza sanitaria e socio-sanitaria”. A questo punto aspettiamo di toccare con mano le cosenguenze sui servizi sanitari delle Asl coinvolte.
