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Contratto dei medici, la ripresa delle trattative e la crisi del Ssn

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Dopo un mese di stop, riprende la trattativa tra Aran e organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto collettivo della dirigenza area Sanità – triennio 2019/2021. Si tratta, lo ricordiamo, di un contratto scaduto da 2 anni e molto atteso dalla categoria, che riguarda 120mila medici e 14mila dirigenti sanitari.

A che punto siamo

Dopo il nulla di fatto dei primi di agosto, a fine mese le posizioni tra Aran e sindacati sembravano essere divenute meno distanti. In vista della ripresa del confronto, infatti, Anaao Assomed e Cimo-Fesmed si erano detti “pronti alla firma” in caso di accoglimento delle proposte “su orario di lavoro e fondi”.

A preoccupare i sindacati anche “la carenza di risorse per il futuro contratto nazionale 2022-2024. Per questo – spiegavano – oggi non siamo disposti a cedere sul miglioramento delle condizioni di lavoro”. Un’apertura che però, nelle recentissime dichiarazioni degli esponenti dei sindacati alla stampa alla vigilia della ripresa delle trattative, sembra essersi attenuata. Tanto da far paventare lo spettro di uno sciopero degli operatori della sanità.

Le cifre in ballo

A fine luglio il presidente Aran Antonio Naddeo aveva messo nero su bianco l’entità degli aumenti per i medici. Se si fosse chiuso prima dell’estate “le risorse finanziarie avrebbero consentito un incremento medio retributivo di 254 euro mensili. A cui si devono aggiungere le risorse per i medici dei pronto soccorso, che ammontano a 27 milioni di euro per il 2022 e 60 milioni per il 2023. Considerato il tempo necessario per le verifiche degli organi di controllo, la firma a luglio avrebbe permesso il pagamento di arretrati nel mese di novembre di circa 8.000 euro“, calcolava Naddeo.

Intanto la sanità è sempre più in affanno

Nel frattempo, dopo un’estate difficile anche per via della carenza di medici, le strutture sanitarie faticano a tornare alla normalità. L’ultimo caso è quello dell‘ospedale di Nocera Inferiore, documentato in una nota dalla Fials Salerno, con i pazienti ricoverati in corridoio. 

Oltre all’unità di Urologia, Fials Salerno sottolinea una situazione critica in Neurologia, con un afflusso costante di pazienti e letti presenti nei corridoi che, inoltre, sono tutti occupati. “Nonostante la pressione su queste unità, gli operatori sanitari si stanno adoperando al massimo delle loro capacità per garantire la sicurezza e la cura dei pazienti”, rileva comunque

il sindacato.

Le immagini dei pazienti in corridoio/Credits Fials Salerno

“I letti nei corridoi testimoniano l’emergenza in cui gli operatori sono costretti a lavorare – ha sottolineato il segretario generale della Fials Salerno, Carlo Lopopolo – Speriamo che l’Asl si muova davanti alle immagini che arrivano dall’Umberto I”.

Insomma, se l’estate sta finendo, la sanità italiana è alle prese con una crisi alimentata anche dalla fuga degli operatori dal Ssn. Sembra un serpente che si morde la coda. E in effetti non ci resta che stare a guardare, augurando buon lavoro ai protagonisti della trattativa per il rinnovo del contratto in Aran: incentivare i medici può aiutare a trattenere risorse chiave per il futuro stesso del Servizio sanitario nazionale.

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