GILEAD

Malnutrizione: è come una mestastasi per i malati di tumore

nutrizione
Gilead

Non ha un organo di riferimento, ma è cruciale per la salute, ancor più quando si soffre di un tumore. La malnutrizione è un aspetto ancora oggi trascurato dai pazienti e dagli stessi medici, complice anche l’idea diffusa che il problema riguardi solo i bimbi di Paesi afflitti da carestie. Eppure per un malato di cancro soffrire di malnutrizione è come avere delle metastasi, in termini di aspettativa di vita.

A dirlo è lo studio italiano Nutrionco pubblicato su ‘Cancer’, che dimostra senza mezzi termini come i pazienti ben nutriti hanno una maggiore probabilità di sopravvivenza globale, mentre la “malnutrizione – sintetizza Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC) e coordinatore della ricerca – raddoppia il rischio di mortalità nei pazienti senza metastasi“.

La malnutrizione

A indagare per primo sulla malnutrizione nei pazienti oncologici è stato lo studio Premio, condotto nel 2017. Ma da allora poco è migliorato. “Il punto è che sono gli stessi medici a sottovalutare questo aspetto. In caso di tumore la malnutrizione può peggiorare la malattia o essere causata dal cancro. La malattia, infatti, ha un metabolismo accelerato e per crescere il tumore ‘si nutre’ dell’organismo, sottraendogli proteine e carboidrati. I trattamenti, a loro volta, possono determinare anoressia e ridotto introito calorico”, sottolinea l’esperto.

La cachessia – dal greco καχεξία, composto di κακός, “cattivo”, e ἕξις, “condizione” – o sindrome da deperimento, è “una perdita di peso superiore al 5% in 6 mesi o un Bmi inferiore a 20 con una perdita di peso superiore al 2%”, chiarisce Muscaritoli. Quindi in un soggetto di 80 chilogrammi basta una perdita di peso involontaria di 4-5 chili e in una donna di 60 chilogrammi basta un calo di 3 per accendere una spia di attenzione. “Se il paziente non riesce a nutrirsi e perde massa magra si parla di ‘sarcopenia’, ossia la perdita involontaria di massa e performance muscolare, presente nel 20-70% dei pazienti oncologici”, aggiunge.

Il caso dei malati di tumore

Nello studio Premio si era visto che oltre il 50% dei pazienti con tumore già alla prima visita oncologica presenta carenze nutrizionali o è a rischio. “A questo punto abbiamo voluto saperne di più per cercare di capire se la malnutrizione avesse un impatto sulla prognosi dei pazienti con tumore”.

Lo studio Nutrionco

La risposta, come abbiamo visto, è positiva. La Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC), ha coinvolto diversi centri in questo lavoro, tra cui l’Università Sapienza di Roma, l’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, la Fondazione Policlinico Gemelli e l’Ospedale Cardarelli di Napoli. Lo studio retrospettivo Nutrionco ha analizzato 571 pazienti oncologici seguiti per due anni successivamente alla prima visita di oncologia medica, valutando il legame tra lo stato nutrizionale di base e il tasso di mortalità, di ricovero, di tossicità del trattamento e della progressione della malattia.

“Abbiamo riscontrato una probabilità di sopravvivenza globale più elevata nella popolazione generale dello studio ben nutrita rispetto ai pazienti malnutriti”, puntualizza Muscaritoli. “Inoltre la malnutrizione riduce la probabilità di sopravvivenza nei pazienti con tumore non metastatico”, aggiunge l’esperto.

Nel dettaglio, oltre il 70% dei pazienti con progressione della malattia durante il follow-up di 2 anni presentava uno stato nutrizionale inadeguato già alla prima visita, contro il 29% dei pazienti senza progressione della malattia. “Tra i pazienti malnutriti o a rischio malnutrizione, inoltre, il tasso di mortalità è di oltre il 65%. Al contrario, nei pazienti classificati come ben nutriti il tasso di mortalità è stato del 38%, quasi la metà rispetto al primo gruppo”, racconta Muscaritoli.

I tumori più a rischio

La malnutrizione o il rischio di malnutrizione sono risultati più frequenti tra i pazienti con cancro del colon retto (21,3%), polmonare (20%), gastroesofageo (10,7%) e del pancreas (10,7%).

Questo studio “dimostra chiaramente che uno stato nutrizionale scadente non solo accelera la progressione del cancro, ma anche un impatto profondo sulla prognosi”, sottolinea Muscaritoli. “Nonostante ciò, malnutrizione e cachessia sono ancora sottovalutate nella pratica clinica oncologica e, anche quando vengono individuate, il supporto nutrizionale non viene implementato sistematicamente”.

Questione di costi

Ma se lo stato nutrizionale è così importante per i malati di tumore, quando costa contrastare la malnutrizione? Le strategie di supporto per i pazienti a rischio – che  prevedono l’utilizzo di supplementi nutrizionali orali, nutrienti specifici e nutrizione enterale o parenterale – sono interventi a basso costo che hanno mostrato benefici clinici e presentano un livello di costo-efficacia tale da creare un risparmio se si guarda alla spesa complessiva per il sistema sanitario, assicura l’esperto.

“Ecco perchè il monitoraggio dello stato nutrizionale dovrebbe essere considerato un pilastro di buona pratica clinica nel trattamento del cancro, dalla diagnosi lungo tutto il percorso di cura. Ma nella realtà, in Italia e non solo, questo aspetto è ancora sottovalutato, persino in ospedale. Per questo – conclude Muscaritoli – è fondamentale formare i medici fin dall’università e parlare anche ai pazienti”. Perchè un buono stato nutrizionale è un prezioso alleato nella lotta alla malattia.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.