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Salute mentale: il peso sul Pil e le priorità degli specialisti

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Quanto vale la salute mentale in termini di Pil? A fare i conti, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, sono gli specialisti della Società italiana di psichiatria: la depressione e le patologie che colpiscono la psiche valgono in Italia il 4% del prodotto interno lordo, tra spese dirette e indirette. Senza contare la diminuzione dell’aspettativa di vita di 10 anni.

Ecco perchè è fondamentale ricordare l’importanza di garantire diagnosi e cura agli italiani, ma anche sicurezza sul lavoro agli psichiatri, anche attraverso la prevenzione delle aggressioni. Che in questi mesi hanno causato la morte di tanti operatori. 

A chiederlo è stato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli. E’ recente il caso dell’immunologo Francesco Le Foche, malmenato da un paziente e ancora ricoverato in ospedale. 

Il messaggio di Mattarella e la forza dello stigma

Su queste patologie è ancora forte il peso dello stigma. “Le malattie mentali sono patologie dai cui rischi i malati devono essere protetti con cure appropriate”, ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al ministro della Salute Orazio Schillaci.

“Nonostante i molteplici strumenti di tutela, sono ancora numerosi i Paesi in cui le persone affette da patologie di salute mentale vengono discriminate e private della loro dignità, escluse dalla partecipazione alla vita sociale e politica delle comunità in cui vivono e dal diritto di decidere delle proprie vite e delle cure necessarie. Le disfunzioni mentali sono circondate da un silenzio frutto del pregiudizio e questo non fa altro che alimentare il disagio”. Mattarella pensa al “numero crescente di adolescenti e giovani, già messi a dura prova dalla crisi della pandemia e dall’affacciarsi in Europa dei conflitti armati degli ultimi anni. È responsabilità comune – sottolinea – promuovere politiche di prevenzione, di presa in carico precoce, inclusione e sostegno, fornendo ai ragazzi gli strumenti per crescere in salute e alle loro famiglie il giusto supporto. Godere di una buona salute mentale è condizione per esercitare liberamente i diritti fondamentali della persona”.

Tra Covid e permacrisi

Il disagio sembra diffondersi a macchia d’olio, e più volte su Fortune Italia abbiamo parlato di permacrisi, una situazione in cui a pandemia e guerra si sono sommate inflazione e turbolenze sociali, alimentando ansia, stress e disturbi.

“La tutela della salute mentale – ha detto Anelli agli psichiatri – è un argomento che riguarda non soltanto voi, ma l’intera professione. Perché il malato si avvicina al suo medico di famiglia, svolge un percorso ben preciso e poi con la presa in carico viene assistito anche dagli psichiatri che ne hanno le giuste competenze. E questo lavoro particolare dà una risposta importante, soprattutto all’indomani della pandemia dove le malattie psichiatriche sembrano aver aumentato in percentuale la loro incidenza sulla popolazione”.

Chi paga il prezzo maggiore

Non stupisce troppo che a pagare il prezzo più alto siano ancora una volta le categorie fragili: bambini e adolescenti, donne, anziani, fasce sociali svantaggiate, dicono gli psichiatri della Sip. Nonostante ciò, le risorse a diposizione dei Servizi di Salute Mentale sono ormai sotto il 3% del fondo sanitario nazionale, mentre l’indicazione europea è del 10% per i Paesi a più alto reddito. I Dipartimenti di Salute Mentale sono diminuiti (dai 183 del 2015 ai 141 del 2020), e il settore sta vivendo una profonda crisi di personale. Si stima che entro il 2025 mancheranno all’appello altri mille psichiatri.

Basta guardare alla cronaca per notare l’incremento generalizzato di aggressività e violenza nei confronti di tutti gli operatori, ma soprattutto nell’ambito della psichiatria, come dimostra l’omicidio di Barbara Capovani. “La salute mentale, come ricorda l’Oms, deve essere un diritto per ogni cittadino e non deve più essere trascurata – ha detto Emi Bondi, presidente della Sip e direttore del Dsm dell’Ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo – Il Servizio sanitario nazionale è chiamato ad essere in prima linea per mettere in atto strategie di prevenzione e monitoraggio e per intercettare e curare il disagio mentale nelle popolazioni più fragili e a rischio”.

“I giovani stanno pagando un prezzo alto”, ha detto Emi Bondi. “L’isolamento e la rottura con il mondo reale e la società nelle sue più diverse componenti hanno contribuito all’aumento delle dipendenze da sostanze ma, soprattutto, da tecnologia e oggi si stimano almeno 700 mila adolescenti dipendenti da web, social e videogiochi. Altri ancora sono vittime di ansia e depressione, anche queste in costante aumento”.

‘Epidemia di depressione’

“Dopo la pandemia – ha evidenziato Claudio Mencacci, presidente onorario Sip, direttore emerito del dipartimento di Neuroscienze, ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano – i sintomi depressivi nella popolazione generale sono quintuplicati e oggi si stima che li manifesti circa una persona su tre, tanto che si ipotizzano fino a 150 mila casi di depressione maggiore in più rispetto all’atteso, con conseguenze dirette su malattie oncologiche, cardiovascolari e polmonari. A soffrire del maggior disagio mentale, oltre ai giovani, sono le categorie fragili come le donne, gli anziani o i ceti sociali più svantaggiati. Fra i disoccupati, per esempio, il rischio di depressione è triplo”.

I monumenti si accendono di verde

In occasione della Giornata mondiale i monumenti italiani si illuminano di verde. Un colore simbolo di speranza, ma è importante accendere un faro anche sulla tutela degli specialisti che si occupano della salute mentale degli italiani. “Quello dello psichiatra – ha sottolineato Filippo Anelli – è un lavoro che va anche sostenuto economicamente”.

“Credo che le risorse investite oggi sulla professione diano un grande ritorno sul piano assistenziale, sul piano proprio della presa in carico di questi cittadini, del sollievo dalle sofferenze, ma anche su quello della rivalutazione di un Servizio sanitario nazionale che ha l’obbligo di assistere i cittadini, ma allo stesso tempo rappresenta un volano di sviluppo fortissimo per il nostro Paese”, ha concluso il presidente dei medici.

 

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