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Effetto Stroop per perdere peso, potere dell’incongruenza

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John Ridley Stroop. Chi era costui? Cosa vi dice questo nome? Per gli esperti di psicologia sicuramente non è nuovo, visto che nel 1935 questo ricercatore ha pubblicato uno degli articoli che hanno fatto la storia della psicologia sperimentale. Più difficile è capire come quello che viene definito effetto “Stroop”, proprio dal nome dello studioso potrebbe diventare una delle strategie per il controllo del peso corporeo.

Come? Provate a seguire quanto hanno valutato gli esperti dell’Università Statale di Washington, coordinati da Ruiving Cai, in uno studio certamente originale che potrebbe aprire la strada per un miglior controllo del conteggio calorico e dell’introduzioni di nutrienti quando ci rechiamo al risotorante.

Il tutto, proprio in nome di una sorta di “effetto Stroop” numerico e non cromatico, come si è definito quello iniziale. Proviamo a spiegare. Tecnicamente l’effetto Stroop si realizza con un ritardo di elaborazione del colore della parola rispetto al significato del termine. Quindi se noi leggiamo il termine verde scritto in rosso impieghiamo più tempo a reagire rispetto a quanto avverrebbe se leggessimo rosso scritto in rosso. Che c’azzecca con il ristorante, viene da dire? 

A leggere quanto pubblicato su International Journal of Hospitality Management, basandosi sull’incongruenza legata alle dimensioni del carattere utilizzato si potrebbero davvero fare miracoli in termini di impatto calorico dei consumatori al ristorante. Stando allo studio, infatti, chi si occupa di ristorazione potrebbe aiutare (se non addirittura convincere) il cliente a scegliere cibi più sani regolando la dimensione dei caratteri dei numeri allegati alle informazioni nutrizionali sui menù.

Negli Usa, va detto, i ristoranti che propongono un certo numero di coperti sono obbligati a mostrare il contenuto calorico del cibo. Da qui l’intuizione, che nasce dall’applicazione di quello che si può definire effetto Stroop numerico. E’ una specie di “inganno” psicologico, che fa riflettere. Se si rappresentano i valori calorici di un piatto in maniera incongrua, con numeri di dimensioni maggiori sul menù se questi descrivono piatti a basso contenuto calorico e numeri più piccoli per cibi ad alto contenuto calorico, si può creare una sorta di discrepanza che induce a riflettere.

E a scegliere con maggior oculatezza. Presumibilmente, questa è la speranza, verso alimenti più sani e comunque maggiormente indicati per il controllo del peso corporeo. In questo caso, insomma, l’effetto Stroop numerico diventa un modo per sfruttare l’incongruenza e quindi enfatizzare i numeri più bassi e rallentare leggermente il processo decisionale, per aiutare i clienti a scegliere opzioni di menu più sane.

In poche parole: scrivete in grande le calorie dei piatti che volete che il soggetto scelga per la sua salute. E forse potreste diventare utili aiuti per favorire scelte sane. Lo ricorda lo stesso Cai, che più o meno dice “quando i ristoranti utilizzano una dimensione del carattere più grande per il contenuto calorico di cibi sani, anche se il numero stesso ha un valore inferiore, aumenterà la preferenza dei consumatori per ordinare l’articolo più sano”. 

Nel test di validazione riportato nella ricerca si è chiesto di scegliere tra due piatti, uno non proprio consigliabile per l’alimentazione regolare come il classico mega-hamburger e l’altro meno impegnativo, come il sandwich di pollo alla griglia. L’effetto Stroop numerico è stato confermato nella popolazione in esame. Chi vede il cibo a contenuto calorico inferiore scritto a caratteri maggiori tende a sceglierlo. Insomma: siamo di fronte a strategie da tenere presenti. Grazie a Stroop e alle sue intuizioni sull’incongruenza. 

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