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Dengue in Italia, perchè deve preoccuparci

Dengue, zanzara
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I cambiamenti climatici e la globalizzazione stanno favorendo la diffusione di numerose malattie, un tempo tropicali, nel nostro Paese. “È il caso della dengue, che finora ha totalizzato 58 contagi  autoctoni, secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità. Questo significa che la zanzara che trasmette questa infezione ha punto queste persone in Italia”. A sottolinearlo è Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, che sottolinea come la questione non sia da sottovalutare. Proprio a causa del cambiamento climatico.

“Ormai – dice l’esperto a Fortune Italia – siamo diventati un’area a rischio, in cui sono presenti le zanzare vettore dell’infezione. E bisogna anche dire che, con il tempo, le zanzare diventano più abili a resistere alle temperature inferiori”. In ogni caso l’arrivo dell’autunno porterà con sè qualche effetto positivo: “Quando il freddo arriva intorno ai 12 gradi non dovremmo più vedere questi insetti”.

La mappa delle infezioni in Italia

I casi italiani sono riferiti a quattro episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi (30 casi confermati), in provincia di Latina (2 casi) e in provincia di Roma (25 casi con esposizioni in diverse parti della città metropolitana di Roma e 1 caso ad Anzio, per cui sono in corso indagini per verificare eventuali collegamenti epidemiologici), ha precisato l’Istituto superiore di sanità.

Tutti i pazienti sono guariti o in via di miglioramento. Inoltre dall’inizio dell’anno sono stati notificati anche 273 casi di Dengue importati da altri Paesi. “La trasmissione autoctona del virus, seppur in presenza di un numero limitato di casi, è in evoluzione”, dicono dall’Istituto.

Che cos’è la dengue

Di origine virale, la dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) e viene trasmessa all’uomo dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.

Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus. Conosciuta da oltre due secoli, la dengue è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico.

I sintomi a scoppio ritardato

Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-7 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. Nella forma emorragica la malattia provoca emorragie soprattutto negli occhi, nelle gengive, nelle orecchie e nel naso.

Cosa fare per contrastare questa insidia? “Occorre agire a livello locale in termini di prevenzione – raccomanda Ciccozzi – I Comuni all’inizio della primavera devono programmare la disinfestazione contro le zanzare. I cittadini devono usare i repellenti e osservare gli accorgimenti per contrastare la diffusione delle zanzare. Contro la dengue esiste un vaccino – ricorda Ciccozzi – ma io lo consiglio a chi va in Paesi tropicali o rientra e non sa se è stato punto: i sintomi si manifestano dopo una settimana dalla puntura”.

Lo specialista sottolinea l’importanza di non sottovalutare questa minaccia per la salute: “Se il clima continuerà con questo trend, nei prossimi 5-6 anni la dengue sarà un problema, soprattutto nelle zone di pianura”.

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