Covid in Italia, i numeri e lo strapotere di Eris

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Continua ad essere in calo il trend dei contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana 26 ottobre – 1 novembre il bollettino diffuso da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità parla di 27.372 nuovi casi positivi, -2 % rispetto alla settimana precedente (quando erano 27.923, ma il calo era stata più importante).

Questa volta la buona notizia arriva dai decessi: sono stati 148, -24,5% rispetto alla settimana precedente (196). Intanto in Italia domina la variante Eris (EG.5), ma si registra comunque una certa variabilità fra le forme di Covid-19 presenti.

L’analisi e i numeri dagli ospedali

“I dati sono sempre più confortanti”, sottolinea il direttore generale della Prevenzione  del ministero della Salute, Francesco Vaia, che assicura: “Il ministero continuerà a tenere informata l’opinione pubblica sull’andamento delle malattie respiratorie oltre, naturalmente, Covid. In questa fase – dice – è importante che si proteggano i più fragili”.

“Rinnoviamo il nostro invito alle Regioni che fanno più fatica a rendere sempre più il vaccino un farmaco di prossimità – raccomanda Vaia – attivandosi soprattutto con i medici di famiglia e le farmacie, protagonisti indiscussi della fase acuta dell’emergenza”.

Intanto anche le notizie che arrivano dagli ospedali sono tranquillizzanti. Il tasso di occupazione in area medica è al 5,8% (3.620 ricoverati) rispetto al 5,7% (3.546 ricoverati) al 25 ottobre. In terapia intensiva i casi Covid sono l’1,2% (102 ricoverati) rispetto all’1,3% (111 ricoverati) del periodo precedente.

Le varianti in Italia

L’ultima indagine dell’Iss, che ha visto la partecipazione di tutte le Regioni e di un elevato numero di laboratori distribuiti nelle diverse aree del Paese, ha permesso di ottenere informazioni relative alla tipizzazione genomica di campioni positivi raccolti sul territorio italiano. Questa valutazione ha preso in considerazione i campioni notificati dal 16 al 22 ottobre.

Dalla fotografia emerge come EG.5, ovvero Eris, sia “prevalente e in leggero aumento: 51% contro 44,7% della precedente indagine”. In diminuzione tutta una serie di sottovarianti che avevano suscitato preoccupazione: Arturo o XBB.1.16 (8.6% contro 12,8%),  XBB.1.9 (9,5% contro 13,2% della precedente indagine) e  XBB.2.3 Acrux (6,3% contron 10,0%).

Cresce, anche se limitatamente, Pirola: BA.2.86 è all’1,3%, rispetto allo 0,2% della precedente rilevazione. Questa variante, monitorata per la presenza di numerose mutazioni nella proteina Spike che la distinguono dai lignaggi attualmente circolanti, “non sembra attualmente essere associata ad una maggiore gravità della malattia”, ricordano gli esperti.

“Contestualmente – sottolinea l’Iss – si continua ad osservare la circolazione di discendenti di BA.2.75, e in particolare della variante sotto monitoraggio DV.7 (4,1%), globalmente in crescita”. Insomma, il virus di Covid-19 in Italia continua a circolare e a mutare, ma al momento non sembrano emergere varianti in grado di minacciare la preponderanza di Eris. Ma, soprattutto, l’impatto sui servizi sanitari resta molto limitato.

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