Covid in Italia in risalita: cosa sta accadendo (e il nuovo spot)

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Mentre si moltiplicano le segnalazioni di colleghi e conoscenti a casa con la febbre, l’ultimo bollettino Covid indica un deciso aumento dei contagi nel nostro Paese. Nella settimana 9-15 novembre sono stati 34.319 i nuovi casi positivi, +28,1% rispetto alla settimana precedente (26.789). Una crescita importante, che fortunatamente non si riverbera allo stesso modo sulle strutture sanitarie. Cosa sta accadendo?

Ormai i dati Covid sono da prendere ‘con le pinze’, perchè sempre meno connazionali ricorrono ai tamponi. Ma il virus circola ancora. E, con l’abbassarsi delle temperature, i luoghi chiusi e affollati diventano terreno fertile per il patogeno.

L’analisi

“I numeri, ancorché sostanzialmente stabili negli indici più significativi e cioè l’impatto con le strutture ospedaliere, determinano la necessità di un maggior impegno da parte di tutte le Regioni sia sul piano della comunicazione che della organizzazione della vaccinazione in difesa dei più fragili”, sottolinea non a caso il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, che – nonostante il trend fosse in calo – nelle scorse settimane aveva firmato due circolari ad hoc per le Regioni. A preoccupare, infatti, sono proprio i dati sull’adesione dei fragili alla campagna vaccinale.

“Putroppo – dice a Fortune Italia il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano – l’arrivo e la dominanza della variante Eris (EG.5), più contagiosa e immunoevasiva, facilita il prensentarsi delle ondine di risalita dei casi Covid, come quelle provocate da un sasso nello stagno. Ormai non si fanno tamponi, anche sulla base di disposizioni ragionevoli, e le persone dimenticano che il virus di Covid sta circolando. Poi sta cominciando l’influenza, che si farà sentire davvero tra dicembre e gennaio: possiamo dire che c’è un mix di condizioni favorevoli per il virus. Ecco, il messaggio è che la sotto percezione della gravità della malattia da parte dei fragili deve preoccupare”.

I numeri

Se torniamo al bollettino diffuso da Istituto superiore di sanità e ministero, a colpire, ancora una volta, sono i morti: 192 ovvero +17,8% rispetto alla settimana precedente (163). In crescita anche i tamponi e il tasso di positività. Mentre l’occupazione Covid in area medica (dato al 15 novembre) è pari al 6,7% (4.167 ricoverati), rispetto al 5,9% (3.656 ricoverati) di una settimana prima. Limitati anche i ricoveri in terapia intensiva: siamo al 1,4% (122 ricoverati), rispetto al 1,2% (102 ricoverati).

Covid è ancora in scena

Cosa ci dicono questi dati? Covid-19 “ha cambiato maschera… ma è rimasto in scena”, dice in uno spot per la tv Michele Placido, che dagli spazi di un set cinematografico risponde alla ‘provocazione’ del suo alter ego virtuale – “Ancora a parlare di Covid!” – rivolgendosi alla macchina da presa e alle persone che lo guardano da casa.

Michele Placido
Michele Placido

“Grazie alla scienza con il virus ci conviviamo. Proteggiamo quello che abbiamo riconquistato, anche con la prevenzione”, conclude Placido. Lo spot, diretto e interpretato da Michele Placido,  sarà in onda nel mese di novebre sulle reti Mediaset, Rai e La7, per la campagna di sensibilizzazione “Affrontiamo insieme la Nuova Normalità”, promossa da Pfizer, che punta proprio a vincere la stanchezza di chi ormai, di questo virus e delle sue conseguenze, non vorrebbe più sentir parlare. Mentre aggiorniamo i dati dei contagi, non possiamo non interrogarci sugli effetti delle campagne di comunicazione: a volte trovare le parole giuste è difficile. Ma leggere che ancora oggi quasi 200 persone hanno perso la vita con o per Covid-19 fa davvero male.

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