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Misteriose polmoniti in Cina, ci risiamo? Parla Ciccozzi

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Era la fine del 2019 quando dalla Cina arrivò la segnalazione di misteriose polmoniti che si diffondevano nel Paese. Forme dall’origine sconosciuta che all’inizio non sembrarono preoccupare più di tanto il lontano Occidente. Era Sars-Cov-2, il virus pandemico che in poco tempo fece il giro del mondo, colpendo duro subito dopo l’Oriente proprio il nostro Paese.

La memoria è corta, ma non così tanto. Così non c’è da stupirsi troppo che il nuovo allarme sanitario dalla Cina su misteriose polmoniti segnalate nei bambini abbia suscitato scalpore, spingendo anche l’Organizzazione mondiale della sanità a intervenire, chiedendo lumi alle autorità del colosso asiatico (che su Covid-19 non sono mai state trasparenti).

L’epidemiologo

Che cosa sappiamo, e questa segnalazione deve preoccuparci? “Beh, quando arriva l’inverno la Cina ci fa sempre qualche sorpresa – dice a Fortune Italia Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma – Questa volta la sorpresa è su alcune polmoniti che colpiscono i bambini, ma come spesso succede in questi casi le notizie sono contrastanti. Le autorità parlano di ‘polmonite non diagnosticata’, per la quale non c’è bisogno di ricovero, ma la stampa segnala invece l’aumento dei ricoveri. Insomma, ecco un altro regalino di Natale che ci vuole impensierire. Il punto è che più di tanto non possiamo sapere: attendiamo fiduciosi qualche dato, che prima o poi arriverà. Le polmoniti nei bambini preoccupano, ma mi preoccupa soprattutto la chiusura, la mancanza di trasparenza. Non ci resta che attendere e vigilare”, conclude Ciccozzi.

L’allerta

Il primo ‘alert’ è arrivato da ProMed, un sistema di sorveglianza accessibile al pubblico che monitora le epidemie di malattie umane e animali in tutto il mondo: la notifica parla, appunto, di casi di “polmonite non diagnosticata” nei bambini, con febbre alta e tracce nei polmoni, ma senza tosse. L’Organizzazione mondiale della sanità precisa come già “in una conferenza stampa tenutasi il 13 novembre le autorità cinesi della Commissione sanitaria nazionale hanno segnalato un aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie in Cina. Le autorità cinesi hanno attribuito questo aumento alla revoca delle restrizioni per il Covid-19 e alla circolazione di agenti patogeni noti come l’influenza, il micoplasma pneumoniae (un’infezione batterica comune che colpisce tipicamente i bambini più piccoli), il virus respiratorio sinciziale (RSV) e il Sars-CoV-2. Le autorità hanno sottolineato la necessità di una migliore sorveglianza delle malattie nelle strutture sanitarie e nelle comunità, nonché di rafforzare la capacità del sistema sanitario di gestire i pazienti”.

Il 21 novembre, i media e ProMed hanno riferito di focolai di polmonite non diagnosticata nei bambini della Cina settentrionale. “Non è chiaro se questi siano associati all’aumento complessivo delle infezioni respiratorie precedentemente segnalato dalle autorità cinesi o a eventi separati”. Il 22 novembre, l’Oms  ha richiesto ulteriori informazioni epidemiologiche e cliniche, nonché risultati di laboratorio da questi cluster segnalati tra i bambini, attraverso il meccanismo del Regolamento sanitario internazionale.

“Abbiamo inoltre richiesto ulteriori informazioni sulle recenti tendenze nella circolazione di agenti patogeni noti tra cui influenza, Sars-CoV-2, RSV e mycoplasma pneumoniae, e sull’attuale onere sui sistemi sanitari”, precisa l’Oms, che è in contatto con medici e scienziati del colosso asiatico attraverso le nostre partnership e reti tecniche esistenti in Cina.

L’aumento di malattie simil-influenzali

Dalla metà di ottobre la Cina settentrionale ha segnalato un aumento di malattie simil-influenzali rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti (quando però in Cina erano ancora in vigore le misure anti-Covid). La Cina dispone di sistemi per acquisire informazioni sulle tendenze dell’influenza, delle malattie simil-influenzali, dell’RSV e di Sars-CoV-2 e riferisce a piattaforme come il Global Influenza Surveillance and Response System.

Ebbene, al momento da Ginevra arriva la raccomandazione “in Cina di seguire misure per ridurre il rischio di malattie respiratorie, che includono la vaccinazione raccomandata; mantenere le distanze dalle persone malate; restare a casa quando si è malati; sottoporsi a test e cure mediche secondo necessità; indossare mascherine a seconda dei casi; garantire una buona ventilazione; e il lavaggio regolare delle mani”.

L’assonanza con la pandemia

Come ricorda Adnkronos Salute, a fine 2019 era stato proprio ProMed a lanciare il primo allarme su un virus respiratorio sconosciuto, poi ribattezzato Sars-CoV-2. Oggi i media asiatici parlano soprattutto di Pechino e Liaoning come metropoli più colpite dalla polmonite misteriosa, che avrebbe come sintomi la febbre alta e noduli polmonari. Gli ospedali sarebbero intasati da piccoli pazienti.

Secondo Eric Feigl-Ding, epidemiologo statunitense, i casi di polomonite potrebbero essere riconducibili al “Mycoplasma pneumoniae”, batterio responsabile di patologie che interessano soprattutto l’apparato respiratorio. Ma, come dice il nostro Ciccozzi, le notizie dalla Cina filtrano con il contagocce. Però i virus corrono veloci, come ci ha insegnato Covid-19. Dunque non ci resta che attendere.

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