Tumori: i piatti di Natale alleati dell’immunoterapia (ma occhio allo stress)

lenticchie
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Una buona notizia  sul fronte della lotta ai tumori. Esistono infatti alcuni cibi tipici della dieta mediterranea alleati delle cure anti-cancro: si tratta, oltretutto, di alimenti che possono comporre ricette tipiche di questo periodo dell’anno, utili a festeggiare con gusto e in salute.

Le ‘ricette’ di Natale alleate dell’immunoterapia arrivano dall’oncologo Paolo Ascierto, direttore del dipartimento di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Nazionale dei Tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, che ne ha parlato in occasione dei recenti convegni Immunotherapy Bridge e Melanoma Bridge.

Due appuntamenti durante i quali sono stati analizzati anche i risultati di una ricerca olandese sull’impatto – questa volta negativo – di stress, ansia e depressione sulle cure anti-tumore. Ma vediamo meglio queste due novità.

Gli alimenti amici dell’immunoterapia

Pasta e fagioli, lenticchie in umido, zuppa di cereali integrali come li facevano le nostre nonne possono migliorare la risposta al trattamento immunoterapico nei pazienti affetti da melanoma – spiega Ascierto – Così come i funghi, i finocchi, il salmone, l’aringa marinata e, finanche, la liquirizia possono prevenire il rischio di sviluppare il tumore della pelle, oltre che contrastare gli effetti collaterali delle terapie”.

La prevenzione inizia a tavola

Nel caso del melanoma e dei tumori cutanei “alcuni componenti della dieta, come gli antiossidanti, le vitamine e i minerali, hanno mostrato effetti protettivi, aiutando a combattere i radicali liberi e a prevenire i danni alla base dello sviluppo del tumore. In particolare, le vitamine C, E e A, lo zinco, il selenio, i carotenoidi, gli acidi grassi omega-3, il licopene, i polifenoli e i sulforafani sono tra gli antiossidanti che molti specialisti consigliano di includere nella dieta per ridurre il rischio di tumori della pelle  – dice Ascierto – Avere abitudini alimentari corrette è importante anche durante il percorso terapeutico per mantenere più forte il sistema immunitario, migliorare l’efficacia del trattamento stesso, ridurre gli effetti collaterali e quindi poter continuare il percorso, prevenire le recidive”.

Di questi temi parla “Prevenzione à la carte – anticipare le mosse dei tumori della pelle”, scritto da Ascierto insieme alla dietista del Pascale Anna Licia Mozzillo e allo chef Gennaro Esposito, all’interno del quale vengono proposti 16 piatti sani ma anche buoni. Perché un’alimentazione salutare non deve rinunciare al gusto, anche nel caso della lotta ai tumori.

Il caso dell’immunoterapia

Questo anche perché è stato ormai dimostrato che i pazienti con diagnosi di melanoma sottoposti a immunoterapia hanno una risposta migliore al trattamento se consumano un piatto a base di proteine sane (pesce, pollame, formaggi magri, legumi e frutta secca), evitano i salumi e le carni trasformate, come condimento usano oli vegetali sani, meglio l’olio extravergine; come bevande: acqua e caffè, meglio se si evitano le bevande molto zuccherate.

E se il colon improvvisamente non risponde più, a causa delle cure? Ascierto suggerisce di ricorrere a tisane alla malva, alla melissa, al finocchio e alla camomilla. Il risotto al limone può aiutare a contrastare i disturbi gastrointestinali e lo zenzero può contrastare i problemi di anoressia e nausea provocati dall’immunoterapia. “Il primo ad affermare che il cibo è la prima medicina fu Ippocrate, padre delle scienze mediche. Oggi sappiamo che la dieta può incidere realmente sul rischio di ammalarsi di cancro e sulle probabilità di guarigione”, dice Ascierto.

Stress, ansia e depressione

Attenzione però, perché i tumori sfruttano le emozioni negative per proteggersi dagli attacchi del sistema immunitario. Lo stress, l’ansia e la depressione possono compromettere l’esito dei trattamenti immunoterapici rendendoli meno efficaci, come mostra uno studio condotto dal Netherlands Cancer Institute di Amsterdam, pubblicato sulla rivista Nature Medicine.

Lo studio “conferma l’esistenza di uno stretto legame tra lo stato emotivo e psicologico di un paziente con tumore e la risposta immunitaria, anche quando ‘potenziata’ da specifici trattamenti immunoterapici”, ha commentato Paolo Ascierto. Lo stress, insomma, “può favorire la crescita e la resilienza del tumore, sia attraverso la produzione di una serie di ormoni (come il cortisolo) che lo ‘nutrono’, sia promuovendo la creazione di un micromabiente vantaggioso per la proliferazione di metastasi e sia ‘indebolendo’ e ‘coorompendo’ le cellule del sistema immunitario”.

La ricerca olandese

I dati arrivano da circa 90 pazienti tra quelli che hanno preso parte al progetto Prado sull’immunoterapia neoadiuvante, cioè prima dell’intervento chirurgico, nei pazienti con melanoma. All’inizio della ricerca tutti hanno completato un questionario progettato in modo da individuare coloro che presentavano un disagio emotivo già prima della terapia a base di inibitori dei checkpoint immunitari, farmaci indirizzati a rimuovere i freni che impediscono al sistema immunitario di attaccare il tumore. I pazienti sono stati poi seguiti per circa 28 mesi.

Risultato? Il disagio emotivo può influenzare negativamente la risposta immunitaria contro il tumore. In particolare, i pazienti hanno mostrato una ridotta risposta alla terapia di circa il 20% rispetto a quelli che non mostravano segni evidenti di stress, ansia o depressione. Inoltre il disagio emotivo è risultato collegato a un rischio più alto di recidiva a 2 anni (91% contro 74%) e a maggiori metastasi a 2 anni (95% contro il 78%).

L’impatto delle emozioni

Ma come fanno lo stress e l’ansia a insidiare l’efficacia delle cure? “Studi preclinici mostrano che il disagio emotivo attiva specifici meccanismi del sistema nervoso centrale che possono compromettere la funzione di diverse cellule immunitarie, ‘indebolendo’ quelle deputate a neutralizzare la malattia e ‘rafforzando’ le cellule immunosoppressorie”, ha ricordato Ascierto.

Lo suggeriscono ricerche condotte anche “sul tumore al polmone non a piccole cellule e sul tumore del colon, per fare quale esempio. E’ quindi indispensabile – ha concluso l’oncologo – che lo stato emotivo e psicologico del paziente non venga trascurato”. Perchè, insieme all’alimentazione, anche la psiche può fare la differenza contro i tumori.

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