Tumori: al Regina Elena l’efficacia dei farmaci si svela con l’avatar

Regina Elena
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Oltre 10mila ricoveri e 4mila interventi l’anno – 1.600 di chirurgia robotica – e 400 studi clinici attivi (al 2022). In quasi un secolo di storia, la vocazione alla lotta ai tumori e l’attenzione all’innovazione dell’Istituto Regina Elena non sono mai venute meno. Inaugurato nella Capitale nel 1933 dalla stessa sovrana che, oltre a darle il nome, vantava anche competenze specifiche legate a studi infermieristici, l’Ire è una realtà da 1 mln di prestazioni ambulatoriali l’anno.

Oltre ad assistere nelle operazioni il chirurgo Raffaele Bastianelli, che poi divenne il primo direttore scientifico dell’istituto, la regina Elena promosse iniziative a favore della ricerca contro il cancro. Una tradizione rispettata, come dimostra – in occasione delle  celebrazioni di oggi – l’inaugurazione del macchinario Opera Phenix Plus: un lettore ottico confocale in grado di acquisire immagini simultanee con elevata sensibilità e fornire molteplici informazioni da un ampio numero di campioni. L’apparecchio testa l’efficacia dei farmaci su avatar di tumori.

“L’Istituto Regina Elena vanta una storia costellata da successi e tappe significative – ha evidenziato il ministro della Salute Orazio Schillaci – perseguendo sempre la strada dell’innovazione e il principio della centralità della persona, per offrire a ogni paziente le cure più appropriate, efficaci e all’avanguardia. Investire in ricerca, innovazione e prevenzione è fondamentale per migliorare le cure e l’assistenza ai cittadini. su questo siamo impegnati anche insieme a strutture virtuose come l’Istituto Regina Elena che oggi celebra questo importante anniversario”

Un “compleanno importante – ha sottolineato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca – che racconta una storia di eccellenza nella ricerca, nella clinica e nella formazione per la cura dei tumori. Sono orgoglioso che da 90 anni la città di Roma e la Regione beneficiano di prestazioni di altissima qualità e delle numerose e recenti scoperte che hanno rivoluzionato la cura dei tumori.”

Nei sette anni della mia direzione, ha dichiarato il direttore scientifico Gennaro Ciliberto, “l’Istituto si è caratterizzato per una forte sinergia tra la parte più squisitamente clinica e diagnostica, con quella della ricerca traslazionale e di laboratorio. Ne sono testimonianza i numerosi gruppi di ricerca traslazionali, i progetti trasversali che vedono coinvolte chirurgie, oncologie mediche, strutture diagnostiche e una bio-banca oncologica. Costante è stato inoltre l’impegno negli investimenti tecnologici: dalla chirurgia robotica alla radio-chirurgia fino alla prossima realizzazione di un centro di proton-terapia, dalla diagnostica per immagini con nuove strumentazioni di avanguardia alla diagnostica molecolare con sequenziatori ad elevata processività che per volumi ed esperienza ci rendono centro di riferimento regionale nella diagnostica NGS. Per finire con lo strumento presentato oggi, Opera Phoenix, utilizzato per lo screening farmacologico su modelli innovativi ex vivo dei tumori quali organoidi messi a punto nei nostri laboratori”. Dalla ricerca al letto del paziente.

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