Lenzi: “Nel Piano nazionale cronicità obesità, epilessia ed endometriosi”

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“Ognuno deve contribuire ad evitare che i 22 milioni di malati cronici nel nostro Paese diventino poco meno di 60.000.000, quanti siamo in Italia attualmente. Deve essere un lavoro di medici e pazienti. Del singolo e del sistema”. Ne è convinto Andrea Lenzi, professore ordinario di endocrinologia e membro della Cabina di regia sul Piano nazionale della cronicità, intervenuto durante l’incontro organizzato a Roma al ministero della Salute per discutere del XXI Rapporto di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità, dal titolo ‘Nel labirinto della cura’. 

Malattie croniche e rare, la cura è un labirinto per 24 mln di italiani

Lenzi affronta il tema dei tempi. “A che punto siamo col Piano nazionale della cronicità? A maggio eravamo praticamente pronti. Poi sono cambiate un po’ di cose, a partire dagli assetti ministeriali, e questo ha rallentato moltissimo i lavori perché si sono avvicendati i direttori generali e c’è stata una revisione di alcune normative. Ragion per cui ora si sta ancora procedendo. Bisogna eliminare gli ultimi ostacoli, che sono semplicemente indicatori da dare alle Regioni, dopodiché il Piano andrà in Conferenza Stato-Regioni. Tutto però è più o meno concordato e penso di poter dare buone prospettive che nei primi mesi del nuovo anno avremo un aggiornamento, con l’inserimento di tre nuove patologie: epilessia, endometriosi e obesità“, spiega l’esperto.

Tre malattie invalidanti la prima delle quali è una patologia neurologica su cui ci sono moltissime possibilità di cura, la seconda è di genere (perché invalidante per la componente femminile) ed è prevenibile, mentre l’obesità “è una delle grandi pandemie del nostro tempo”.

“Ora si tratta di rendere il Piano concreto dal punto di vista delle risorse disponibili, affinché queste patologie abbiano il loro percorso facilitato. Per fortuna la medicina non si ferma mai. Lo stesso aggiornamento delle ‘nuove’ patologie dovebbe essere quasi giornaliero”.

Lenzi ha poi tenuto a sottolineare quanto la prevenzione – fatta attraversolo stile di vita ma anche controlli regolari dal medico – sia fondamentale. “Molte di queste patologie, se ben prevenute da parte del singolo cittadino e anche del singolo dottore, possono essere evitate”.

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