Vaccini in farmacia, il Lazio apripista

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Per gli italiani il farmacista è una persona di fiducia, un porto sicuro a cui affidarsi in caso di malanni o dubbi sul proprio stato di salute. Portare la vaccinazione in farmacia può dunque rappresentare un modo intelligente per capitalizzare questa fiducia, avvicinandosi al raggiungimento degli obiettivi di copertura vaccinale. Istituzioni, associazioni di categoria, medici e farmacisti si sono confrontati sul tema in occasione del convegno ‘La vaccinazione in farmacia’, promosso a Roma da Fortune Italia in collaborazione con Federfarma Lazio e col patrocinio del Consiglio regionale del Lazio.

Alla fine del 2023 partirà proprio dal Lazio un progetto pilota che vedrà il coinvolgimento delle 1.780 farmacie del territorio. “Stiamo lavorando a un accordo con la Regione per facilitare l’accesso dei cittadini alle vaccinazioni ritenute oggi fondamentali, come quella antipneumococcica, contro il Papillomavirus (HPV) e l’Herpes zoster”, chiarisce il presidente di Federfarma Lazio, Eugenio Leopardi.

“La prevenzione vaccinale è una risorsa per la salute dei cittadini e uno strumento per abbattere i costi del Sistema sanitario nazionale – spiega Antonio Aurigemma (in primo piano nella foto in evidenza), presidente del Consiglio regionale del Lazio – Serve un lavoro sinergico fra i diversi attori della sanità. È un compito complesso, ma tanto importante da non poter essere ulteriormente rimandato”. Un messaggio, quello relativo ai benefici della prevenzione vaccinale, che Aurigemma intende portare anche nelle scuole, attraverso messaggi mirati e su misura per i ragazzi.

L’apporto delle farmacie, già sperimentato durante la pandemia, potrebbe rappresentare un’arma efficace nel contrasto di quella fisiologica ‘stanchezza vaccinale’ emersa dopo i grandi sforzi profusi per immunizzare la popolazione contro Covid-19.

“Il numero delle vaccinazioni” contro Sars-Cov-2 “al momento è inferiore a quello atteso – ha segnalato Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute – Per questo motivo lo scorso 3 novembre ho emanato una circolare ministeriale che invita le Regioni ad aumentare l’impegno sul piano della comunicazione e dell’organizzazione. È stupido – ha aggiunto – non utilizzare tutti i setting territoriali per la prevenzione vaccinale, a partire dalla farmacia”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Ieraci, vaccinologo e ricercatore del Cnr. “Più setting ci sono e meglio è: l’obiettivo è rendere la vaccinazione il più agevole possibile per il cittadino. Le farmacie di prossimità daranno sicuramente un contributo aggiuntivo al raggiungimento delle coperture previste dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-25”.

La soluzione dei vaccini in farmacia, d’altro canto, poggia su basi solide: la fiducia riposta dai cittadini italiani nella figura del farmacista, accresciuta dalla funzione svolta durante la pandemia, quando le farmacie sono rimaste sempre aperte, costituendo un importante presidio per i territori. “I tre anni di pandemia sono stati importanti per valutare il valore del farmacista come presidio sanitario di prossimità”, ha sottolineato Andrea Mandelli, presidente della Federazione ordini dei farmacisti (Fofi). “Coinvolgere i farmacisti significa aumentare i coefficienti di vaccinazione, notoriamente insoddisfacenti nel nostro Paese, ma soprattutto fare un passo avanti nell’ottica di quella prevenzione che oggi è la ‘Cenerentola’ della sanità italiana”.

L’iniziativa ha incassato, fra gli altri, anche il parere favorevole di Cittadinanzattiva. “Le problematiche che i cittadini ci segnalano con maggiore frequenza sono legate al tema dell’accesso ai servizi: in un contesto del genere, il ruolo delle farmacie può essere centrale per la presenza capillare sul territorio”, ha spiegato Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio. “La farmacia può essere una risorsa importante, che va però integrata in un nuovo modello di presa in carico delle patologie, attento ai percorsi di cura. Le farmacie possono fornire un contributo prezioso nel disegnare la sanità del futuro”.

Imprescindibile presidio sanitario di prossimità, la farmacia può quindi giocare un ruolo di primo piano nel facilitare l’accesso ai vaccini. L’auspicio del direttore della Prevenzione Vaia è che “finalmente la vaccinazione si trasformi da atto medico, come previsto dal regio decreto del 1934 ancora in vigore, in atto sanitario”. Occorre “fare in modo che il vaccino sia sempre più un farmaco di prossimità – ha esortato Vaia – e dare al cittadino la possibilità di vaccinarsi sotto casa. Lavoriamo per affermare in maniera concreta che il vaccino è uno strumento strategico per combattere le malattie altamente trasmissibili. Tutti gli attori del sistema siano uniti per raggiungere il risultato”.

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