Arriverà nel 2024 Mia Hand, l’innovativa protesi hi-tech made in Italy

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Sarà certificata per la fine dell’anno e arriverà sul mercato nel 2024 ‘Mia Hand’, la mano robotica Made in Italy sviluppata da Prensilia a Pontedera (Pisa), protagonista di uno studio che ha fatto il giro del mondo. Grazie a un’innovativa interfaccia persona-macchina, la protesi è stata connessa con il sistema nervoso e muscolo-scheletrico di Karin, una donna svedese amputata da oltre vent’anni. Che ha potuto controllare in maniera naturale la sua mano bionica e compiere gesti precisi e delicati: fare una valigia, raccogliere una monetina, mangiare un chicco d’uva.

“Mia possiede caratteristiche meccaniche e capacità sensoriali che permettono di compiere agevolmente l’80% delle attività della vita di tutti i giorni”, sottolinea Francesco Clemente, amministratore di Prensilia, che al momento ha prodotto una trentina di esemplari della protesi, ‘campionessa’ anche di design: si è infatti aggiudicata il ‘Compasso d’Oro’ 2022 di Adi (Associazione per il disegno industriale).

“Il nostro obiettivo era un buon compromesso fra controllo  delle funzionalità e facilità d’uso. Mia può eseguire 3 prese principali: quella cilindrica che si usa per gli oggetti pesanti, quella di precisione con pollice e indice per gli oggetti piccoli e quella laterale, che serve per inserire ad esempio una carta di credito. Finora il dispositivo è stato venduto a università e centri di ricerca. L’impianto osteointegrato descritto nella ricerca è un modo per utilizzare la nostra mano, che normalmente si indossa con un’invasatura che non richiede chirurgia”. Quanto al costo, “il nostro obiettivo – dice – è quello di stare tra 10.000 e 15.000 euro”.

Come un cyborg

Nello studio, descritto su ‘Science Robotics’ e frutto del progetto europeo DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback), coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (di cui Prensilia è uno spin-off)*, per la prima volta al mondo la protesi robotica è stata integrata in modo permanente con il sistema scheletrico e nervoso di una paziente, grazie all’interfaccia uomo-macchina. L’interfaccia è stata collegata direttamente ai muscoli e nervi residui della donna, che aveva perso la mano destra e parte del braccio in un incidente agricolo. “Questa ricerca ha significato molto per me, perché mi ha dato una vita migliore”, ha confidato Karin agli studiosi.

L’interfaccia meccanica con l’arto residuo e l’affidabilità del controllo sono due delle maggiori sfide nella sostituzione degli arti con protesi artificiali. Spesso infatti le persone che hanno perso una mano rifiutano anche le protesi più sofisticate disponibili in commercio. Il gruppo multidisciplinare di ingegneri e chirurghi ha deciso di puntare su un sistema innovativo, che consente di fissare la mano bionica allo scheletro, consentendo il collegamento elettrico con il sistema nervoso tramite elettrodi impiantati in nervi e muscoli.

Il futuro

“Le tecniche chirurgiche stanno migliorando e così anche i tempi di recupero post amputazione. Questo avvicina i device alle persone, che talvolta non usano le protesi proprio per problemi di comfort e facilità d’uso”, continua Clemente. Sfide affrontate perché “la ricerca suggerisce che la miglior integrazione porta a un maggior utilizzo: l’obiettivo è arrivare a un controllo più semplice e intuitivo” dei dispositivi. C’è poi il tema estetico. “Prima le protesi venivano coperte da un guanto che imitava la pelle, per cercare di nascondere la disabilità. Noi abbiamo puntato sul design e su un aspetto deliberatamente robotico, perché vorremmo che le persone non nascondessero la propria disabilità ma si esprimessero anche attraverso la protesi. Ecco perché il dispositivo è personalizzabile nelle sue parti estetiche: in modo che le persone possano mostrarlo ed essere orgogliose di ciò che sono”.

*Impresa tech fondata dai ricercatori dell’Istituto di BioRobotica, Prensilia è una Pmi spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa fondata nel 2009 da ricercatori dell’Istituto di BioRobotica con lunga esperienza in ricerca e sviluppo di dispositivi medici e robotici. Coinvolta in una serie di progetti di ricerca nazionali e internazionali nell’ambito della robotica, protesica di mano e neuroscienze, è impegnata nello sviluppo di sistemi meccatronici per gli ambiti medicale e industriale. In quasi 15 anni di attività, Prensilia è stata capace di costruire una rete di collaboratori presenti in più di 15 nazioni nel mondo.

 

 

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