Ferie non godute e sentenza Corte Ue: quanto spetta ai medici

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Le ferie non godute vanno monetizzate. Anche quelle dei medici italiani. A sottolinearlo – dopo la recente sentenza Ue in materia – è l’Anaao Assomed, che nel 2021 aveva denunciato il mancato riconoscimento di 5 milioni di giornate di ferie non godute dai medici.

Il pronunciamento del 18 gennaio scorso della Corte di giustizia europea stabilisce infatti che le ferie annuali retribuite sono un diritto fondamentale del lavoratore del settore pubblico e non possono essere negate o limitate in caso di cessazione del rapporto di lavoro, anche in caso di dimissioni. Sembra qualcosa di piuttosto banale, invece la sentenza “sancisce un principio fondamentale valido anche per i dirigenti medici e sanitari del Servizio sanitario nazionale”, sottolinea Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed. Operatori che vantano un credito importante da questo punto di vista.

Il valore delle ferie non godute

Di Silverio ricorda le “oltre 5 milioni di giornate di ferie accumulate negli anni e non godute e più di 10 milioni di ore di lavoro straordinario prestate” dai camici bianchi. L’Anaao Assomed ha calcolato che i dirigenti medici e sanitari hanno accumulato in media 40 giorni di ferie non fruite, per un valore di circa 4 miliardi di euro.

“La sentenza della Corte Europea si configura come uno strumento che insieme al nuovo contratto nazionale appena firmato, stabilisce regole più chiare e i confini dell’organizzazione del lavoro, per sostenere i lavoratori del settore pubblico”.

Chi fa più fatica a riposare

Non solo. L’indagine del sindacato “aveva attestato che la gestione delle ferie è abbastanza complicata soprattutto nelle discipline chirurgiche e nell’area dei servizi in cui 15.2% degli intervistati aveva dichiarato di non usufruire dei 15 giorni di ferie continuative, il 45.5% di usufruirne incluse le giornate festive, il 39.3% di usufruirne escluse le giornate festive”, continua Di Silverio, puntando il dito sulle  criticità dell’organizzazione del lavoro all’interno delle Aziende sanitarie, “legate prevalentemente alla carenza di organico e a ragioni economiche”. Una situazione peggiorata anche per colpa della pandemia.

La sentenza europea ribadisce il diritto dei lavoratori della sanità “a godere di ferie annuali retribuite, ma anche la possibilità di ricevere un’indennità economica in sostituzione, la quale non può essere subordinata a ragioni esclusivamente economiche, come il risparmio di spesa pubblica e di esigenze organizzative del datore di lavoro pubblico”, conclude il leader Anaao.

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