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Fertilità e social freezing, l’idea di Bianca Balti

Bianca Balti
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Un desiderio di maternità ‘congelato’ in attesa di tempi migliori. Già in passato celebrità come Matilde Gioli e Sienna Miller si erano dette favorevoli o interessate al social freezing. Una pratica nata per le pazienti oncologiche che, soprattutto dopo la pandemia, dagli Stati Uniti ha iniziato a diffondersi anche in Italia. Non senza qualche polemica, come mostra la reazione sul web alle parole della super modella Bianca Balti.

Per la Balti, che aveva fatto sapere in passato di aver fatto ricorso al social freezing, proprio il congelamento degli ovociti sarà un dono perfetto per la figlia, quando compirà 21 anni. “Ho detto a mia figlia: ‘quando hai 21 anni ti regalo il social freezing, così non ci pensi più, ti fai la tua vita e quando vuoi una gravidanza hai già tutto il necessario'”, ha spiegato Balti – mamma di Matilde, nata nel 2007 e Mia, nata nel 2015 – nel corso di una diretta Instagram insieme alla ginecologa Marina Bellavia.

Tra denatalità e scelte rinviate

Un modo per ‘mettere in banca’, con l’aiuto della scienza, la possibilità di una gravidanza attraverso la fecondazione assistita. Un’opzione che fa riflettere e di cui si inizia a parlare di più, in un Paese in cui le donne in media hanno il primo (e spesso unico) figlio a 31,6 anni e che nel 2022 ha registrato appena 393.333 nati, 6.916 in meno rispetto al 2021 (-1,7%).

“Per me – ha raccontato Bianca Balti – questa è stata una scelta che mi ha donato libertà, soprattutto nel mio caso di non rimanere in una relazione solo per paura di non poter avere la mia terza maternità. Un investimento che facciamo su noi stesse. Il fatto è che noi donne non siamo abituate a farlo senza sensi di colpa”.

Per Balti, in un’Italia in cui l’età delle mamme è sempre più alta, “sarebbe fantastico” se il social freezing “fosse gratuito per tutte, per non avere la pressione dell’orologio biologico”. E questo perchè la procedura – nata in origine per le pazienti oncologiche – non è proprio per tutte le tasche: nei centri privati costa circa 3-4.000 euro.

Il percorso

Ma come funziona il social freezing? Iniziamo col dire che per legge in Italia tutte le tecniche di riproduzione assistita possono essere utilizzate finché la donna è potenzialmente fertile. Dunque il percorso di preservazione della fertilità prevede un protocollo di stimolazione ormonale da effettuare con specifici farmaci sottocute per 10-12 giorni, il prelievo degli ovociti mediante un piccolo intervento chirurgico in sedazione, della durata di pochi minuti, e la loro crioconservazione in laboratorio tramite vitrificazione (tecnica per mantenere inalterate le caratteristiche delle cellule uova, e poterle utilizzare anche molti anni dopo).

Le italiane e il social freezing

Dobbiamo dire che Bianca Balti non è più sola. “Le procedure di preservazione della fertilità per motivi personali e non medici crescono del 20% circa, di anno in anno”, un ritmo che va avanti così più o meno da dopo Covid-19, ha detto all’Adnkronos Salute Silvia Colamaria, ginecologa e ostetrica, specializzata in medicina della riproduzione, in forze al Centro Genera di Roma. “Ma ancora – ammette – le donne ne sanno troppo poco. E i numeri in valore assoluto non sono alti”.

L’esperta non ha bubbi: “Da ginecologa che si occupa di questo andrei nelle università a dire: ragazze studiate, fate la vostra carriera ma pensate o a fare figli prima, se ci sono le condizioni, o a mettere qualcosa da parte. Non è garanzia di nulla ma è un po’ provare a fermare il tempo. Un piccolo assegno in bianco”.

Ma chi opta per il social freezing oggi? In Italia parliamo di “donne laureate e informate sull’età biologica e sul rischio di fallimento delle gravidanze dopo una certa soglia. La maggior parte ha tra i 30 e i 40 anni. Dopo i 35-37 anni si valuta il caso specifico, nel senso che tecnicamente si può congelare, ma vanno valutati diversi fattori: la riserva ovarica, il numero delle uova che potenzialmente possiamo congelare per rendere il rapporto costo-beneficio a favore”. Mamme che accompagnano le loro figlie? “Ne vediamo qualcuna”, dice Colamaria. Insomma, qualcosa si sta muovendo, anche se i costi sono sfidanti: ma di fronte al tic-tac dell’orologio biologico, un drappello di pioniere ha deciso di pensarci prima.

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