Decreto tariffe, l’appello delle associazioni e quello dei medici

Mandorino Ciancaleoni
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Ancora sotto i riflettori il decreto Tariffe, con una serie di questioni aperte che rischiano di ‘intasare’ la posta del ministro della Salute. A intervenire – separatamente – sono associazioni e medici, con due distinti appelli a Orazio Schillaci.

Basta proroghe

“Si proceda all’entrata in vigore, prevista il primo aprile, del decreto per i Lea del 2017″ chiedono Cittadinanzattiva – CnAMC (Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici e rari) e Omar (Osservatorio Malattie Rare), in un appello sottoscritto da oltre 90 federazioni e associazioni aderenti al CnAMC e all’Alleanza Malattie Rare, con una lettera aperta a Schillaci.

A preoccupare promotori e associazioni è il timore di un ulteriore rinvio: il nuovo tariffario della specialistica ambulatoriale ha, infatti, suscitato la contrarietà della sanità privata convenzionata. E questo perché alcune tariffe non sarebbero sostenibili..

Ebbene, le associazioni chiedono che non vi sia alcun ulteriore rinvio dell’entrata in vigore del Decreto Tariffe e con esso della possibilità per i cittadini di accedere alle prestazioni specialistiche e ambulatoriali inserite nei Lea del 2017. “Pur comprendendo le preoccupazioni manifestate da più parti rispetto a tariffe ritenute inadeguate, riteniamo prioritario – scrivono nella lettera al ministro le associazioni – garantire ai cittadini, già duramente provati da profonde sperequazioni nel diritto alla salute, l’accesso su tutto il territorio nazionale a prestazioni previste già da sette anni, tra le quali ve ne sono alcune particolarmente innovative. Non siamo contrari a un intervento sulla questione delle tariffe, ma chiediamo di farlo con soluzioni compensative senza bloccare tutto nuovamente”.

Le prestazioni a rischio

Fra le prestazioni che una nuova proroga renderebbe inesigibili, vi sarebbero quelle di procreazione medicalmente assistita, quelle per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia, gli screening neonatali per alcune patologie, gli ausili informatici e di comunicazione per persone con gravissime disabilità, i presidi di varia natura e a tecnologia avanzata per le disabilità motorie.

“Ci appelliamo a Lei – scrivono dunque i promotori al ministro – affinché il decreto Tariffe, così come aggiornato a giugno, trovi concreta applicazione a partire dal 1° aprile. Nello stesso tempo, chiediamo che sia completata l’istituzione della Commissione Lea così da prevedere” un percorso rapido che aggiorni continuativamente e ulteriormente i Lea e le rispettive tariffe”.

L’appello dei medici

Istituire un tavolo presso il ministero della Salute per la valorizzazione della professione medica. Questa la  richiesta del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, che annuncia una lettera a Schillaci, insieme al presidente della Fism, la Federazione delle Società Medico Scientifiche Italiane, Loreto Gesualdo.

Al centro della questione, ancora il nuovo tariffario, sul quale si è lavorato per anni e che, in alcuni casi, mantiene invariate al 1996 le tariffe per le prestazioni, in altri le diminuisce, notano gli specialsti. “Al di là delle possibili e pur gravi ripercussioni sull’erogazione delle prestazioni stesse da parte delle strutture, sui rinnovi contrattuali dei medici dell’ospedalità privata, sui rimborsi dei liberi professionisti da parte delle assicurazioni, quello che ci interessa rimarcare è che così si sminuisce il valore della professione”, sottolineano Anelli e Gesualdo.

“Il costo irrisorio attribuito alle prestazioni è un riflesso del valore che, in generale, si attribuisce ai professionisti che tali prestazioni, di natura intellettuale, forniscono. E questo ha ricadute in molti campi, non ultimo quello della violenza contro i medici: se il tuo sapere, le tue competenze, le tue abilità valgono poco, non ti devo alcun rispetto. Per questo ci rivolgiamo al ministro Schillaci, che sin da subito ha ben compreso la necessità di valorizzare i medici e i professionisti”, aggiungono.

“Serve una reale valorizzazione: non è possibile continuare ad assistere a un deprezzamento dell’atto medico che provoca ogni giorno sempre di più un abbandono di questa professione nel Servizio sanitario nazionale”, afferma Anelli. “Non si può svalutare la professionalità con un mancato riconoscimento economico, questo potrebbe essere un ulteriore stimolo per i medici ad abbandonare il Servizio Sanitario Nazionale e metterebbe in difficoltà ulteriore il welfare”, avverte invece Gesualdo. Insomma, la questione tariffe, con il passare delle settimane, sembra farsi via via più intricata.

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